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In Europa è ora di mantenere le promesse

Written by Patrizia Toia.

Patrizia ToiaIn Europa è davvero ora di mantenere le promesse.
E' ora di rispettare i patti e di dare un seguito concreto gli accordi sui rifugiati, sull'unione bancaria, sull'unione dell'energia, sulla crescita e sugli investimenti.
Gli eurodeputati Pd e il Governo italiano non si accontentano dell'Europa del rinvio e del “business as usual”.
E' questo il vero tema dell'ultimo Consiglio europeo di un anno di crisi e tragedie, ma anche di grandi passi avanti.
In un 2015 segnato dall'emergenza immigrazione siamo passati dalle vecchie regole di Dublino, che scaricavano tutto il peso dell'accoglienza, del controllo e salvataggio sui Paesi mediterranei, a una politica comune che prevede una missione navale europea di controllo e salvataggio e la redistribuzione di 160mila richiedenti asilo da Italia e Grecia, che è un superamento di fatto del regolamento di Dublino che ora andrà formalmente modificato al più presto. Il documento riassuntivo presentato giovedì al summit dalla presidenza lussemburghese però denuncia clamorosamente che alle promesse non sono seguiti i fatti. Dei 160mila richiedenti asilo da redistribuire ad oggi sono 184 le persone hanno lasciato i centri italiani e greci. Nei fatti l'ondata migratoria continua ad abbattersi ancora solo sulla sponda nord del Mediterraneo ed è veramente ingiusto rimproverare all'Italia di non aver fatto tutte le registrazioni in passato, quando di fronte al caos degli arrivi massicci l'Europa era cieca e sorda, o di essere in ritardo sugli hotspot, se prima non si capisce dove andranno queste persone che gli italiani continuano a salvare, accogliere, registrare e ospitare nei propri centri. E chi si occupa dei rimpatri? Con quali mezzi, con quali documenti e verso quali Paesi? La proposta della Commissione europea sulla creazione di una guardia di frontiera europea, che si faccia carico anche dei rimpatri, risponde a tutte queste domande, ma ora deve essere approvata e messa in funzione velocemente. La promessa fatta dei capi di Stato e di Governo di arrivare ad un accordo entro giugno non è sufficiente. L'Europa deve rispettare le promesse ed essere coerente anche sui temi economici. L'attenzione alla crescita e all'occupazione non può essere contraddetta da un giudizio sulle leggi di bilancio nazionali che guarda solo agli zerovirgola. L'Unione bancaria, con un'adeguata garanzia europea sui depositi, non può restare una promessa, mentre valgono le regole restrittive sugli aiuti di Stato dell'Ue impediscono ai Paesi di tutelare fino in fondo i risparmiatori.
La diversificazione degli approvvigionamenti energetici non può essere un principio che resta sulla carta, mentre alcuni Paesi continuano a fare affari con la Russia e gli altri subiscono il peso della sanzioni. Sono questi i temi su cui Italia richiama l'Europa maggiore coerenza e unità.
Non si tratta solo di rivendicare gli interessi dell'Italia contro quelli della Germania, si tratta di applicare quei principi che abbiamo scritto nero su bianco nei trattati e nelle normative europee e che, nel lungo termine, coincidono con gli interessi di tutti. Per questo ha fatto bene il premier Matteo Renzi a mettere questi problemi sul tavolo di un summit da lui definito “molto dibattuto”, come ha fatto bene a sottolineare la “stravaganza” della procedura di infrazione per le registrazioni dal momento che “chi è in ritardo è l'Europa non l'Italia”. E' ora di colmare questo ritardo e di trasformare le parole in azioni concrete.

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