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Quale visione di Milano?

Written by Emilia De Biasi.

Emilia De BiasiArticolo pubblicato da Lettera43.
Ero di ritorno da Cortona, dove mi trovavo per un incontro sulla procreazione medicalmente assistita e sulla necessità di far crescere nel Paese la cultura della donazione dei gameti per consentire la fecondazione eterologa. Una pratica ammessa in Italia grazie alla sentenza della Corte costituzionale, che supera l'inutile crudeltà della legge 40 che la vietava. Di ritorno da quella bellissima città sdraiata in cima ai meravigliosi colli toscani ho pensato di fare un salto a Firenze, fermata Leopolda. Freddo e umido non hanno impedito a un sacco di persone di stazionare in fila per un certo tempo, in modo disciplinato e colloquiale.
Avendo già patito il clima per tutta la giornata e il mio umore si risollevato solo quando ho condiviso il 'barbellamento' con alcune mie colleghe, una delle quali dotata anche di colbacco, la previdente.
MATTEO, CHE ENERGIA. In breve siamo entrate, siamo andate a caccia di un posto comodo e abbiamo deciso di mangiare dopo la kermesse, le incaute.
Luogo renziano che di più non si può, come la serata, del resto.
Rimango sempre stupita dalla straordinaria energia di Matteo che ha tenuto banco fino a mezzanotte parlando, interrompendo gli altri che parlavano, commentando diapositive, incitando al futuro.
Va detto che di cose, effettivamente, in questo 2015 noi del Parito democratico ne abbiamo fatte, e lo dico con lo stesso orgoglio della platea entusiasta e attenta. Misure di sicurezza inflessibili, ma discrete.
CURIOSITÀ PER SALA. Ma diciamo la verità: io ero lì soprattutto per vedere la prima uscita pubblica di massa, si sarebbe detto una volta, di Giuseppe Sala, candidato in pectore per le elezioni comunali del 2016 a Milano.
Il Sala si presenta saltellante, senza cravatta, sorridente.
Alle sue spalle le immagini di Expo 2015, che giustamente non definisce un miracolo italiano ma il frutto del lavoro, e dell'etica del lavoro: molto milanese, sobrietà e cose sode.
Che si fa, lo appoggiamo? Ma certo, mi dico, e chi se no?
Oddio, sarebbe meglio se evitasse in futuro di farci ridere col commento delle foto sue con Raffaella Carrà, Michelle Obama e chi più ne ha più ne metta, visto che a Expo ci sono passati proprio tutti.
Ma imparerà, ne sono sicura.
PECCATO PER GIULIANO. Lo appoggiamo, e chi se no? Be', ci sono anche il giovane Pierfrancesco Majorino, assessore della giunta Pisapia, e Francesca Balzani, la vice sindaco competente in Bilancio, di cui si dice sia sponsorizzata direttamente dal sindaco uscente.
In proposito posso solo esprimere il mio dispiacere per la scelta di quest'ultimo di non ricandidarsi, ma tant'è: domani è un altro giorno e ci tocca sceglierne uno nuovo.
Il manager di successo, che ormai si professa apertamente di sinistra, il politico del sociale, la donna che sa far di conto. Chi tra loro tre?
Ci saranno le primarie, ma non è chiaro fra chi e chi, a meno di farle a tre, cosa che sconsiglio seguendo il monito di Celentano: «Al poker sai, non si gioca in tre e non giocare più con la mia amica».
CHE FUTURO SOGNIAMO? In tutta questa furia di scegliere manca una cosa sola: per quale programma, per quale Milano, con quale visione del futuro della città metropolitana che andrà ben oltre i confini della città, con quali valori, per quali valori civici.
Ecco, partirei da qui, perché non basta essere bravi nel proprio lavoro, bisogna anche avere anima.
Propendo per Sala, ma per una volta mi prenderò lo spazio dell'ascolto.
La sfida è civica, e deve essere aperta, visto che si è deciso di fare le primarie invece che di applicarsi all'individuazione di un candidato condiviso.
Se così è, chi ha filo da tessere lo tessa, e vinca il migliore.
Senza retropensieri di strategie nazionali di maggioranza o di opposizione, senza richiami reducisti o rottamanti, che avrebbero il fiato corto perché ai milanesi, si sa, piace decidere in proprio.
DOPO FIRENZE, PIAZZA FONTANA. P.s. Digiuni, ma non per questo meno avventurosi, siamo andati a cena a mezzanotte e mezza in un posto straordinario alla Stazione di Firenze.
E il giorno dopo sono tornata a Milano per andare alla manifestazione in ricordo della strage di Piazza Fontana. Faceva freddo come quel giorno di tanti anni fa.
L'emozione è sempre grande. Era un po' che non mi capitava di tornare a casa felice di aver fatto il mio dovere.

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