La foga punitiva di questo governo prevale sui diritti
Articolo di Silvia Roggiani.
Proprio ieri, mentre la maggioranza alla Camera approvava il Decreto Carceri, si consumava l’ennesima tragedia: il 65esimo suicidio dall’inizio dell’anno tra persone detenute e forze di polizia penitenziaria.
Un decreto disumano che non risolve i problemi e lascia i bimbi in carcere con le madri.
Questo è, in poche parole, il riassunto del Decreto Carceri approvato ieri alla camera.
Le nostre istanze, per provare a risolvere i problemi del sovraffollamento e dei continui suicidi in carcere non sono state prese in considerazione, e la maggioranza è andata dritta per la sua strada, dimenticandosi che dietro le sbarre le condizioni sono sempre più insostenibili: caldo torrido, un sovraffollamento del 130% con picchi al 200% della capienza, 65 suicidi dall’inizio dell’anno, 24 bambini sotto i 10 anni rinchiusi nelle celle con le proprie madri.
Una situazione degradante e disumana, dove la foga punitiva di questo governo prevale sui diritti umani e sulle condizioni minime di vivibilità delle persone.
Proprio ieri, mentre la maggioranza alla Camera approvava il Decreto Carceri, si consumava l’ennesima tragedia: il 65esimo suicidio dall’inizio dell’anno tra persone detenute e forze di polizia penitenziaria.
Un decreto disumano che non risolve i problemi e lascia i bimbi in carcere con le madri.
Questo è, in poche parole, il riassunto del Decreto Carceri approvato ieri alla camera.
Le nostre istanze, per provare a risolvere i problemi del sovraffollamento e dei continui suicidi in carcere non sono state prese in considerazione, e la maggioranza è andata dritta per la sua strada, dimenticandosi che dietro le sbarre le condizioni sono sempre più insostenibili: caldo torrido, un sovraffollamento del 130% con picchi al 200% della capienza, 65 suicidi dall’inizio dell’anno, 24 bambini sotto i 10 anni rinchiusi nelle celle con le proprie madri.
Una situazione degradante e disumana, dove la foga punitiva di questo governo prevale sui diritti umani e sulle condizioni minime di vivibilità delle persone.
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