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No, all'abolizione del Natale nelle scuole

Written by Rosa Aimoni.

Rosa AimoniArticolo pubblicato da ReportOnline.

A seguito dei recenti fatti accaduti in Lombardia e in Piemonte, desidero spendere qualche parola su come, a mio avviso, sia possibile costruire una società pluralista. "Si parla di pluralismo sociologico quando si ammette o si riconosce l'azione di più gruppi sociali relativamente indipendenti gli uni dagli altri" (Nicola Abbagnano “Dizionario di Filosofia” Utet).
Innanzitutto, è bene precisare che, se si vuole costruire una società pluralista, nel senso sociologico del termine, non è possibile eliminare nessuno degli elementi culturalmente costituiti e presenti nello stesso territorio. All'interno della società devono poter convivere diversi gruppi portatori di differenti culture, religioni e modi di pensare.
Chi tenta di sopprimere un elemento culturale agisce come chi vuole il male, ossia come chi vuole limitare, abolire e distruggere la libertà degli esseri umani.
Qual è la libertà di ogni popolo? Quella di essere una "nazione", capace e desiderosa di convivere con altre "nazioni". E qui devo passare alle nozioni istituzionali di diritto costituzionale, e arrivare alla differenza fra stato e nazione. "La nazione sta a designare un'entità etnico sociale caratterizzata dalla comunione di lingua, cultura, costumi, di tradizione, di religioni fra coloro che la compongono" (Temistocle Martines “Manuale di diritto costituzionale” Giuffrè Editore).
Quando parlo di nazione io non non alludo al nazionalismo (corrente culturale che prevede, invece, la superiorità di una nazione su un'altra) ma solo all'insieme delle tradizioni di un popolo.
Lo Stato è quindi laico, la nazione, invece, si configura come un insieme di valori. E quali sono i valori di riferimento della nazione italiana? Che piaccia o no, sono quelli del cristianesimo. E, si badi, anche chi è agnostico è "psicologicamente" cristiano.
A questo fine si può leggere Galimberti e gli articoli che in passato ho pubblicato sull'argomento: "Lo schema cristiano del tempo vede sempre il passato come qualcosa da superare, di negativo, il presente come un periodo in cui mettere in atto tutte quelle attività necessarie a superare il passato, e il futuro come salvezza dell'anima. Umberto Galimberti ammette che questo tipico schema cristiano di concepire il tempo è rimasto il nostro abito mentale, e viene adottato anche in settori molto diversi dalla religione". (“Il senso del tempo nell'Occidente Cristiano: Umberto Galimberti e Bertrand Russell a confronto”).
Il Crocefisso affisso in luogo pubblico non rappresenta lo Stato Italiano (che è laico) ma la nazione italiana, e il festeggiamento del Natale a scuola è estrinsecazione della nostra nazione.
E allora, per garantire il pluralismo, si possono aggiungere altre nazioni, permettendo nella scuola il festeggiamento di ricorrenze appartenenti alle religioni diverse da quella Cristiana. Ma se si espropriano bambini italiani delle loro radici, come potranno accettare quelle degli altri?
L'attuale ondata di razzismo e intolleranza presente nel nostro Paese è stata anche fomentata, e mi dispiace dirlo, da questo laicismo grezzo propugnato da una parte della sinistra ben lontana dalla realtà.
Per poter accogliere gli altri dobbiamo mantenere la nostra identità, pena una spersonalizzazione di massa (nostra e degli altri). E spersonalizzando si fa il gioco del moderno potere che, come ha detto Pier Polo Pasolini, vuole tutti uguali e omologati.
Oltre a queste, altre ragioni mi spingono a sostenere le nostre tradizioni; infatti, il Natale è il simbolo dei veri valori cristiani, fondati sulla solidarietà, sul perdono, sul rispetto e sulla pace.
Semmai, alla nazione italiana tradizionalmente intesa, si possono e devono aggiungere altre nazioni, con le quali poter condividere pacificamente la nostra esistenza.
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