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Welfare: tra il dire e il fare Maroni ci mette il mare

Written by Carlo Borghetti.

Carlo BorghettiSempre più mi sento di dire che il Presidente della Regione Lombardia, Maroni, tra il dire e il fare, ci mette davvero il mare... Nei giorni scorsi la parte socio-sanitaria del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR), aggiornamento del Piano Regionale di Sviluppo 2015-2018, ha sorpreso in negativo (tra i tanti bei propositi) per una incredibile debolezza: la nuova legge regionale sul sistema socio-sanitario (approvata in Consiglio ad agosto) è citata senza precisazioni puntuali su tempi e modalità di implementazione, senza una vera declinazione dei prossimi passi al fine di ottenere maggiore integrazione dei servizi, più presa in carico e continuità nelle cure e nell’assistenza, diminuzione delle liste di attesa...: non erano questi gli obiettivi da perseguire con la nuova legge?
Perché non dire per il 2016 quali risultati ci si attende? Poco importa se i nuovi Direttori Generali saranno nominati da Maroni entro Capodanno se poi non gli si dà precise scadenze...
Nessun cenno preciso nemmeno su tempi e modalità per l'avvio della legge regionale che avevo proposto -e che è stata approvata all'unanimità dal Consiglio nel maggio scorso- per il sostegno e la qualificazione dell'assistenza familiare (cosiddetta "legge badanti"), elemento che il DEFR dovrebbe considerare strategico per aiutare le famiglie a dare una risposta adeguata e concreta al problema dell'invecchiamento della popolazione e dell'aumento della cronicità.
E per quanto riguarda il tanto decantato "reddito di autonomia lombardo", il Documento sancisce una volta di più l'ambiguità che la Regione continua a tenere tra il concetto di "reddito di autonomia" e le misure previste, che non si sostanziano in una forma di "reddito" (comunque lo si intenda) ma in una serie (limitata) di misure singole, relative ad alcune prestazioni sociali nemmeno coordinate tra di loro, e che dureranno qualche mese: ad esempio, il voucher da 400 euro al mese per chi ha meno di 10mila euro di reddito ISEE, è previsto per 520 anziani compromessi sopra i 75 anni, e per 470 disabili sopra i 16 anni: una cosa bella, per carità, ma che riguarda 520+470=990 lombardi in tutta la Regione (cioè due persone ogni tre Comuni!), e che non c'entra niente con quello che tutti intendono per reddito di autonomia... Ma i manifesti della Regione affissi nelle città (grandi 6 metri x 3) titolano: "Reddito di autonomia: FATTO".
In un contesto di così scarso coraggio programmatorio, e di tale genericità e ambiguità, appaiono quindi del tutto velleitari i paragrafi del DEFR denominati "Risultati attesi". Se è vero che oggi la politica soffre un po' troppo dell'effetto "proclami" a tutti i livelli (da parte di tutti i gruppi politici, senza eccezioni), è vero anche però che in Lombardia Maroni surclassa tutti: dove è finito lo "Zero Ticket" della sua campagna elettorale 2013? E la riduzione delle rette nelle Case di Riposo firmata coi Sindacati e votata in Consiglio su nostra proposta? E gli "Ambulatori aperti no-stop" annunciati con volantini e manifesti nel 2014? E il "reddito di autonomia lombardo" è questa cosa qui?!
Siamo disposti come sempre a collaborare con idee e proposte concrete, nell'interesse comune, ma i lombardi devono sapere la verità sulle politiche regionali, e tutti i bei propositi che la Regione ha annunciato in questi anni, li attendiamo una volta per tutte tradotti nero su bianco in precisi stanziamenti del prossimo Bilancio 2016 (che arriverà a giorni in Aula): i soldi ci sono, tra l'altro il Governo -al di là dei tagli complessivi alle Regioni- alla Lombardia ha aumentato il Fondo Sanitario 2015 di 20 milioni, e quello 2016 di oltre 160 milioni. Il problema, per la Regione, è spendere meglio i soldi che ha già in tasca, incominciando a destinare ai bisogni più importanti decine e decine di milioni di euro stanziati per referendum e comunicazione istituzionale...

Per seguire l'attività di Carlo Borghetti: sito web - pagina facebook

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