I diritti negati e la nostra coscienza sporca
"Gli incidenti sul lavoro sono un dramma quotidiano nel nostro Paese e colpiscono uomini e donne di qualsiasi nazionalità ed età. Ma i lavoratori stranieri irregolari, come era Satman Singh, sono i più fragili ed esposti". Lo scrive in un intervento sulla Stampa don Luigi Ciotti.
"Per loro infatti non c'è soltanto il problema della sicurezza messa in secondo piano dai dogmi della produttività e del profitto - prosegue -. Non solo il rischio di malori o infortuni causati da ritmi folli e scarsa formazione. C'è anche la certezza di non venire soccorsi o addirittura subire violenze ulteriori, se osano rivendicare i propri diritti".
Per don Ciotti, "alla base ci sono leggi che invece di governare con intelligenza un fenomeno, quello migratorio, si accaniscono contro le persone, costringendole a una vita sotto ricatto". Poi aggiunge: "Forse allora il problema è che le persone straniere non le sentiamo abbastanza 'simili'. C'è un razzismo strisciante e inconfessato che ci rende meno sensibili alle sofferenze di chi arriva da lontano". "Questi fratelli e sorelle umani lasciati morire in mare, respinti verso i lager e le violenze che subiscono nei Paesi di transito, abbandonati a un vita invisibile, di stenti a abusi nei campi o nei cantieri, sono la coscienza sporca dell'Occidente - conclude -. Il braccio che ci siamo lasciati tagliare, senza fare una piega".
"Per loro infatti non c'è soltanto il problema della sicurezza messa in secondo piano dai dogmi della produttività e del profitto - prosegue -. Non solo il rischio di malori o infortuni causati da ritmi folli e scarsa formazione. C'è anche la certezza di non venire soccorsi o addirittura subire violenze ulteriori, se osano rivendicare i propri diritti".
Per don Ciotti, "alla base ci sono leggi che invece di governare con intelligenza un fenomeno, quello migratorio, si accaniscono contro le persone, costringendole a una vita sotto ricatto". Poi aggiunge: "Forse allora il problema è che le persone straniere non le sentiamo abbastanza 'simili'. C'è un razzismo strisciante e inconfessato che ci rende meno sensibili alle sofferenze di chi arriva da lontano". "Questi fratelli e sorelle umani lasciati morire in mare, respinti verso i lager e le violenze che subiscono nei Paesi di transito, abbandonati a un vita invisibile, di stenti a abusi nei campi o nei cantieri, sono la coscienza sporca dell'Occidente - conclude -. Il braccio che ci siamo lasciati tagliare, senza fare una piega".