Italia per la pace ma senza baratti
Intervento di Sergio Mattarella al Concerto in onore del Corpo Diplomatico accreditato presso lo Stato Italiano in occasione della Festa Nazionale della Repubblica.
Insieme ai Presidenti degli organi costituzionali d’Italia rivolgo un saluto, in questa occasione di festa per la nostra Repubblica, agli Ambasciatori accreditati a Roma.
L’amicizia dei vostri Paesi ci ha accompagnato in questi decenni e la vostra presenza esprime la saldezza dei legami che ci uniscono.
Ringrazio l’orchestra della Rai, il direttore Michele Gamba, il violoncellista Ettore Pagano, con i complimenti per il brillante avvio della sua carriera. Siamo grati per il momento d’arte che ci offriranno e che seguiremo insieme ai tanti che lo faranno attraverso la tv e la rete e a cui invio un saluto particolarmente cordiale.
Il 2 giugno del 1946 l’Italia sceglieva la Repubblica.
Quel voto – all’avvio della vita democratica - rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità. In quegli anni di speranze diffuse, le aspirazioni al benessere e al miglioramento della condizione personale, procedevano insieme alle conquiste democratiche e sociali.
La congiuntura internazionale propone nuovamente tempi straordinari.
Come allora avvertiamo – oggi a livello mondiale - l’esigenza di impegnarsi per la pace, di perseguire insieme ovunque libertà e sviluppo, democrazia e diffusione del benessere, maturazione civile, crescita economica e dei diritti: questa ci appare, nella comunità internazionale, la grande sfida, l’orizzonte che abbiamo di fronte.
Rifiutando con determinazione baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione, prosperità economica in cambio di sudditanza.
Guardiamo con amarezza e con preoccupazione al moltiplicarsi delle situazioni di conflitto e di violenza nel nostro vicinato, dall’Ucraina, al Medio Oriente, fino al Sahel.
In Medio Oriente, dove, a seguito della brutale ed efferata aggressione terroristica ad opera di Hamas, con l’assassinio di tante persone innocenti, la spirale di reazioni di spaventosa violenza che ne è scaturita, crea immani sofferenze e un numero sconvolgente di vittime tra la popolazione civile palestinese, devastazioni nei territori coinvolti, disseminazione di odio per il prossimo futuro, insicurezza per tutti in quella fondamentale regione.
Occorre avviare subito un processo che ponga termine ai massacri e conduca finalmente a una pace stabile, con il pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati di Israele e di Palestina, necessariamente in tempi ravvicinati affinché sia realmente possibile.
Nell’immediato, ribadiamo l’imperativo di dare piena attuazione a quanto richiesto dal Consiglio di Sicurezza per il cessate il fuoco, l’accesso umanitario incondizionato alla popolazione di Gaza e la liberazione immediata degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre.
Con l’invasione dell’Ucraina - un Paese indipendente e sovrano - la Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa e scavato nuovamente un solco tra i Paesi del continente che sognavamo in pace e collaborazione, liberi e democratici da Lisbona a Vladivostok.
La Federazione russa ha demolito l’architettura di sicurezza che ha garantito pace e stabilità al continente europeo per lunghi decenni, sin dagli Accordi di Helsinki della metà degli anni settanta; e ha lanciato una nuova, angosciosa, corsa agli armamenti.
Si tratta di un comportamento tanto più grave in quanto posto in essere da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza.
Avvertiamo tutti che da tante parti nel mondo proviene un grido di sofferenza, di richiesta di serenità di vita, di progresso, di giustizia, di pace.
L’Italia, Paese fondatore dell’Unione Europea, convinta partecipe del rapporto transatlantico, dell’amicizia e dell’alleanza in cui questo si esprime, continuerà a impegnarsi – anche nella qualità di Presidente di turno del Gruppo dei 7 - per la tutela – sempre, ovunque, per tutti – dei diritti fondamentali della persona, per la pace e il dialogo tra i popoli e gli Stati, per la giustizia e la solidarietà internazionale, per la lotta alla fame, alle malattie, al sottosviluppo, per la difesa dell’ambiente.
È con pieno affidamento al valore di queste direttrici, sulla base dei principi della nostra Costituzione, che celebriamo il 2 di giugno, guardando al futuro con fiducia e speranza.
Messaggio del Presidente Mattarella alle Forze Armate in occasione del 78° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana
Celebrare i settantotto anni della nascita della Repubblica Italiana richiama i valori della nostra identità e di una Costituzione lungimirante e saggia, frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione.
Indipendenza e libertà sono conquiste che vanno difese ogni giorno, in comunione di intenti e con la capacità di cooperare per il bene comune.
I Padri della Patria erano consapevoli dei rischi e dei limiti della chiusura negli ambiti nazionali e sognavano una Italia aperta all’Europa, vicina ai popoli che ovunque nel mondo stessero combattendo per le proprie libertà.
Il nostro contributo - e in esso delle Forze Armate - alla causa della pace e della stabilità internazionali è più che mai prezioso nell’odierna situazione caratterizzata da devastazioni e aggressioni alle popolazioni civili in Europa e in Medio Oriente. La Repubblica è grata alle donne e agli uomini delle Forze Armate per i compiti assolti negli impegnativi teatri operativi ove sono chiamati ad operare, nell’ambito delle missioni delle Nazioni Unite, di quelle frutto della solidarietà fra i Paesi dell’Alleanza Atlantica, delle decisioni alle quali abbiamo concorso in sede di Unione Europea.
La garanzia della civile convivenza, lo sviluppo e il perseguimento della giustizia internazionale sanno di poter contare sulla cornice di sicurezza offerta dalle Forze Armate.
Nel fare memoria di quanti hanno perso la vita a difesa dei valori della nostra comunità rivolgo il mio deferente pensiero ai caduti che hanno contribuito a rendere l’Italia un Paese unito e una nazione libera e democratica.
In questo giorno di festa giunga a tutti gli appartenenti alle Forze Armate l’apprezzamento del popolo italiano per il servizio svolto e l’augurio più cordiale.
Viva la Repubblica, viva le Forze Armate.
Insieme ai Presidenti degli organi costituzionali d’Italia rivolgo un saluto, in questa occasione di festa per la nostra Repubblica, agli Ambasciatori accreditati a Roma.
L’amicizia dei vostri Paesi ci ha accompagnato in questi decenni e la vostra presenza esprime la saldezza dei legami che ci uniscono.
Ringrazio l’orchestra della Rai, il direttore Michele Gamba, il violoncellista Ettore Pagano, con i complimenti per il brillante avvio della sua carriera. Siamo grati per il momento d’arte che ci offriranno e che seguiremo insieme ai tanti che lo faranno attraverso la tv e la rete e a cui invio un saluto particolarmente cordiale.
Il 2 giugno del 1946 l’Italia sceglieva la Repubblica.
Quel voto – all’avvio della vita democratica - rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità. In quegli anni di speranze diffuse, le aspirazioni al benessere e al miglioramento della condizione personale, procedevano insieme alle conquiste democratiche e sociali.
La congiuntura internazionale propone nuovamente tempi straordinari.
Come allora avvertiamo – oggi a livello mondiale - l’esigenza di impegnarsi per la pace, di perseguire insieme ovunque libertà e sviluppo, democrazia e diffusione del benessere, maturazione civile, crescita economica e dei diritti: questa ci appare, nella comunità internazionale, la grande sfida, l’orizzonte che abbiamo di fronte.
Rifiutando con determinazione baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione, prosperità economica in cambio di sudditanza.
Guardiamo con amarezza e con preoccupazione al moltiplicarsi delle situazioni di conflitto e di violenza nel nostro vicinato, dall’Ucraina, al Medio Oriente, fino al Sahel.
In Medio Oriente, dove, a seguito della brutale ed efferata aggressione terroristica ad opera di Hamas, con l’assassinio di tante persone innocenti, la spirale di reazioni di spaventosa violenza che ne è scaturita, crea immani sofferenze e un numero sconvolgente di vittime tra la popolazione civile palestinese, devastazioni nei territori coinvolti, disseminazione di odio per il prossimo futuro, insicurezza per tutti in quella fondamentale regione.
Occorre avviare subito un processo che ponga termine ai massacri e conduca finalmente a una pace stabile, con il pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati di Israele e di Palestina, necessariamente in tempi ravvicinati affinché sia realmente possibile.
Nell’immediato, ribadiamo l’imperativo di dare piena attuazione a quanto richiesto dal Consiglio di Sicurezza per il cessate il fuoco, l’accesso umanitario incondizionato alla popolazione di Gaza e la liberazione immediata degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre.
Con l’invasione dell’Ucraina - un Paese indipendente e sovrano - la Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa e scavato nuovamente un solco tra i Paesi del continente che sognavamo in pace e collaborazione, liberi e democratici da Lisbona a Vladivostok.
La Federazione russa ha demolito l’architettura di sicurezza che ha garantito pace e stabilità al continente europeo per lunghi decenni, sin dagli Accordi di Helsinki della metà degli anni settanta; e ha lanciato una nuova, angosciosa, corsa agli armamenti.
Si tratta di un comportamento tanto più grave in quanto posto in essere da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza.
Avvertiamo tutti che da tante parti nel mondo proviene un grido di sofferenza, di richiesta di serenità di vita, di progresso, di giustizia, di pace.
L’Italia, Paese fondatore dell’Unione Europea, convinta partecipe del rapporto transatlantico, dell’amicizia e dell’alleanza in cui questo si esprime, continuerà a impegnarsi – anche nella qualità di Presidente di turno del Gruppo dei 7 - per la tutela – sempre, ovunque, per tutti – dei diritti fondamentali della persona, per la pace e il dialogo tra i popoli e gli Stati, per la giustizia e la solidarietà internazionale, per la lotta alla fame, alle malattie, al sottosviluppo, per la difesa dell’ambiente.
È con pieno affidamento al valore di queste direttrici, sulla base dei principi della nostra Costituzione, che celebriamo il 2 di giugno, guardando al futuro con fiducia e speranza.
Messaggio del Presidente Mattarella alle Forze Armate in occasione del 78° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana
Celebrare i settantotto anni della nascita della Repubblica Italiana richiama i valori della nostra identità e di una Costituzione lungimirante e saggia, frutto della straordinaria rinascita che prese le mosse dalla lotta di Liberazione.
Indipendenza e libertà sono conquiste che vanno difese ogni giorno, in comunione di intenti e con la capacità di cooperare per il bene comune.
I Padri della Patria erano consapevoli dei rischi e dei limiti della chiusura negli ambiti nazionali e sognavano una Italia aperta all’Europa, vicina ai popoli che ovunque nel mondo stessero combattendo per le proprie libertà.
Il nostro contributo - e in esso delle Forze Armate - alla causa della pace e della stabilità internazionali è più che mai prezioso nell’odierna situazione caratterizzata da devastazioni e aggressioni alle popolazioni civili in Europa e in Medio Oriente. La Repubblica è grata alle donne e agli uomini delle Forze Armate per i compiti assolti negli impegnativi teatri operativi ove sono chiamati ad operare, nell’ambito delle missioni delle Nazioni Unite, di quelle frutto della solidarietà fra i Paesi dell’Alleanza Atlantica, delle decisioni alle quali abbiamo concorso in sede di Unione Europea.
La garanzia della civile convivenza, lo sviluppo e il perseguimento della giustizia internazionale sanno di poter contare sulla cornice di sicurezza offerta dalle Forze Armate.
Nel fare memoria di quanti hanno perso la vita a difesa dei valori della nostra comunità rivolgo il mio deferente pensiero ai caduti che hanno contribuito a rendere l’Italia un Paese unito e una nazione libera e democratica.
In questo giorno di festa giunga a tutti gli appartenenti alle Forze Armate l’apprezzamento del popolo italiano per il servizio svolto e l’augurio più cordiale.
Viva la Repubblica, viva le Forze Armate.