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Un aggiornamento della Laudato si

Written by Avvenire.

Articolo di Avvenire.

Il Papa ha annunciato di voler aggiornare l’enciclica Laudato si’ rispetto ai problemi attuali. E qualche ora dopo il direttore della Sala Stampa Matteo Bruni ha precisato che si tratta di una Lettera che vuole affrontare in particolare le recenti crisi climatiche.
L’annuncio di Francesco è giunto ieri mattina con una frase a braccio durante il discorso che il Pontefice stava rivolgendo a un gruppo di avvocati provenienti da Paesi membri del Consiglio d’Europa, firmatari l’11 giugno 2022 dell’Appello di Vienna, che invita gli Stati membri del Consiglio a impegnarsi in favore dello Stato di diritto e dell’indipendenza della giustizia.
Nell’affrontare in un passaggio del discorso il tema ambientale, Il Papa ha detto: «Sono sensibile infine alla cura che voi rivolgete alla casa comune e al vostro impegno per partecipare alla elaborazione di un quadro normativo in favore della protezione dell’ambiente. Non dobbiamo mai dimenticare che le giovani generazioni hanno diritto a ricevere da noi un mondo bello e vivibile, e che questo ci investe di gravi doveri nei confronti del creato che abbiamo ricevuto dalle mani generose di Dio. Grazie per questo contributo. Io sto scrivendo una seconda parte della Laudato si’ per aggiornare i problemi attuali».
L’enciclica che prende il titolo dal verso iniziale del Cantico delle creature di san Francesco fu pubblicata il 18 giugno 2015, pur recando (secondo una prassi consolidata per i documenti pontifici) la data del 24 maggio. L’idea centrale del testo, che all’epoca fu accolto con grande interesse non solo all’interno della Chiesa, è la cosiddetta «ecologia integrale». In sostanza papa Francesco sostiene che occorre riconoscere come «la crisi ambientale e quella sociale del nostro tempo non sono due crisi separate, ma un’unica crisi, che richiede la creazione di modelli economici nuovi e lungimiranti». Concetto poi ribadito in molti discorsi successivi.
Gli otto anni trascorsi dall’uscita dell’enciclica hanno confermato l’esattezza dell’analisi del Pontefice. È sotto gli occhi di tutti, infatti, che gli effetti della crisi climatica hanno pesanti ripercussioni sull’economia, non solo in termini di danni causati da fenomeni estremi in quasi tutte le zone del mondo, ma perché con l’avanzare della desertificazione e con lo scriteriato taglio delle foreste, si innescano fenomeni migratori su larga scala come quelli che dall’Africa portano migliaia di disperati a morire nel deserto o nella traversata del Mediterraneo (e di recente proprio papa Bergoglio ha spiegato che andrà all’incontro di Marsiglia il 22 e 23 settembre perché ha particolarmente a cuore questo problema). Questa pressione alle porte del mondo ricco (gli stessi problemi si ritrovano alla frontiera Messico Stati Uniti) hanno poi conseguenze sul piano politico, spesso ricordate da Francesco. A Lisbona, lo scorso 2 agosto, parlando alle autorità e al corpo diplomatico, il Papa ebbe a ricordare: «Verso dove navigate, Europa e Occidente, con lo scarto dei vecchi, i muri col filo spinato, le stragi in mare e le culle vuote?». Un passaggio che richiama un’altra delle idee portanti della Laudato sì, l’ecologia umana, di cui già avevano parlato san paolo VI, san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Al punto che sempre più spesso il Pontefice parla della cultura dello scarto che riguarda anche e soprattutto la fase della vita al suo nascere (l’aborto) e al tramonto (con le pulsioni verso l’introduzione dell’eutanasia).
In questi otto anni, per altro, diverse cose sono cambiate. E la pandemia prima , la guerra in Ucraina poi (ieri nuovamente definita «insensata> dal Pontefice) hanno dato altri colpi ferali alla situazione ambientale (basti pensare alla crisi del grano, conseguenza diretta del conflitto causato da Putin e alle sue ripercussioni sull’alimentazione di larghe fasce della popolazione africana, rischiando di amplificare l’invivibilità di certe regioni e la pressione migratoria).
Francesco in questi anni ha inviato messaggi a tutte le Cop sul clima, insistendo sulla riduzione dei gas serra per non aumentare il riscaldamento globale, chiedendo lo stop alla deforestazione e soprattutto insistendo sulla necessità di «politiche lungimiranti» che non mettano a rischio il futuro delle nuove generazioni. «Stiamo affrontando una “sfida di civiltà”», scrisse in occasione della Cop 25 (Madrid 2019). In vista della Cop 26 di Glasgow (2021) il Papa riunì in Vaticano scienziati, esperti e leader religiosi - tra cui l’imam di al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb, e il patriarca ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I - per l’incontro “Fede e Scienza”. E per la Cop 27 dello scorso novembre a Sharm el-Sheikh, scrisse: «Non stanchiamoci di adoperarci per la drammatica urgenza del cambiamento climatico. Mettiamo in atto scelte concrete e lungimiranti, pensando alle giovani generazioni prima che sia troppo tardi». Tutti temi che probabilmente rifluiranno nella Lettera in preparazione.
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