Verso una regolamentazione dei giochi
Intervento ad un dibattito sul gioco d'azzardo.
Parliamo del gioco d’azzardo in una città come Milano in cui il Comune ha bloccato l’utilizzo delle slot machine nei locali pubblici in alcune fasce orarie, è stata fatta una battaglia per impedire l’apertura di alcune sale giochi e si sono utilizzati tutti gli strumenti per rendere più difficile l’offerta di gioco sul territorio. Lo Stato è responsabile nel bene e nel male di ciò che avviene in materia di gioco, in quanto ha il monopolio del settore e dà poi la concessione delle sale, degli apparecchi, delle lotterie e delle scommesse.
È evidente che lo Stato ha, quindi, grandi responsabilità e ha fatto anche molti errori sul gioco e sulla accessibilità del gioco che, però, sono riferibili a nomi e cognomi precisi. Qualche anno fa è stata fatta la scelta – da parte di un altro Governo - di mettere le slot machine con premi in denaro nei locali pubblici, senza alcun tipo di regolamentazione. Questa decisione ha contribuito ad una parte importante dei problemi che ci troviamo ad affrontare oggi. Non è un caso che una parte consistente del movimento che si è sviluppato per contrastare il gioco d’azzardo si chiami “no-slot”: quello delle slot machine, infatti, è stato l’elemento più dannoso che si sia messo in campo in questo ambito.
La responsabilità dello Stato, a questo punto, è quella di regolamentare tutto questo, riducendo l’offerta e creando tutte le condizioni possibili affinché il gioco diventi meno attrattivo.
Da qui al futuro, lo Stato guadagnerà sempre meno dal gioco d’azzardo, in quanto lavoriamo per ridurre il gioco. Personalmente, ho cominciato ad occuparmi di gioco d’azzardo perché faccio il capogruppo in Commissione Antimafia per il Partito Democratico e ci è parso evidente che si sta sviluppando una rete di gioco totalmente illegale, quindi, qualcosa che va oltre le infiltrazioni nei concessionari. Una parte dell’inchiesta “Gambling” ha portato alla luce questa situazione e, dunque, c’è anche un problema serio che riguarda la legalità.
Le polemiche di questi giorni mostrano che ci sono alcuni soggetti che mirano a mettere la bandierina sul contrasto al gioco d’azzardo ma la realtà è che abbiamo bisogno di una regolamentazione complessiva di tutto il settore diversa da quella vigente. Questo è necessario per combattere l’illegalità, per proteggere i soggetti più deboli, per restringere le opportunità di gioco e per dare regole certe.
Non è pensabile di attendere ogni anno la Legge di Stabilità per scoprire se le concessioni delle sale sono in scadenza e se saranno prorogate o altro.
Noi abbiamo auspicato che si andasse verso una proroga al fine di intervenire poi con la legge per ridurre il numero delle sale giochi. In ogni caso, le 22.000 sale da gioco di cui si legge in questi giorni sui quotidiani sono quelle già esistenti, a cui scadono le concessioni e per cui verrà aperto un bando di gara. Non ci saranno, quindi, aperture di nuove sale.
All’interno della Legge di Stabilità è previsto, inoltre, un aumento della tassazione sui giochi, che è stata giudicata positivamente anche dal movimento contro il gioco d’azzardo. È evidente, quindi, che aumentando le tasse sul gioco, aumentano di conseguenza anche le entrate statali derivanti dal gioco ma questo non è un incentivo a giocare e non è un’introduzione di nuovi giochi.
Una legge di riordino, però, comunque serve.
In Senato, quando è stata proposta la procedura d’urgenza per la calendarizzazione dei DDL che mirano al divieto di pubblicità per il gioco d’azzardo (uno dei quali l’ho firmato anch’io), ho chiesto di calendarizzare con urgenza anche la legge per il riordino del settore. Le due cose non sono in contraddizione, non si escludono a vicenda e non è vero che fare la discussione sul riordino comporta automaticamente un ritardo nella discussione sul divieto di pubblicità. Oltretutto, anche nel DDL sul riordino del settore è contenuta una parte inerente il divieto di fare pubblicità.
Si può anche decidere di stralciare la parte riguardante il divieto di pubblicità dal disegno di legge di riordino per cercare di discuterla e approvarla in tempi più rapidi e poi portare avanti tutto il resto.
Mi riconosco anche nelle ragioni di chi chiede il divieto di pubblicità, in quanto non c’è solo la necessità di evitare di attrarre al gioco: la pubblicità è un’arma di condizionamento dell’informazione. Tutti i concessionari pubblicitari che operano con il mondo dell’informazione si sono messi in allarme di fronte alla prospettiva della proibizione della pubblicità del gioco d’azzardo perché da quel settore arriva un pezzo consistente delle entrate. Bisogna, però, riconoscere che, per far fronte ai problemi che si sono presentati in questi anni, è necessaria una legge di riordino complessiva del settore del gioco. Occorre, quindi, lavorare per ottenere entrambi i risultati e non contrapponendoli l’uno all’altro.
Il Decreto che aveva preparato Baretta per l’attuazione della Delega Fiscale, come era stato modificato ultimamente sulla base dei contributi che erano arrivati da Enti Locali e movimenti, era un testo positivo e mi spiace che sia stato lasciato scadere. Per questo ho ripreso quel testo in un disegno di legge a mia firma, che invito a leggere. Il questo DDL si dà un ruolo chiaro a Comuni e Regioni, stabilendo che avranno potere decisionale insieme allo Stato su come gestire la situazione; è stato eliminato l’automatismo per cui le entrate fiscali derivanti dal gioco avrebbero dovuto finanziare le iniziative di prevenzione e cura per dipendenze e patologia derivante dal gioco e, inoltre, contiene misure che, se approvate, comporterebbero una riduzione significativa delle slot machine nei locali pubblici.
C’è da prendere, poi, in considerazione un pezzo di mondo produttivo che nel momento in cui nei bar sono arrivate le slot machine si è dovuto adeguare a produrre le macchine perché tutto il resto dell’intrattenimento non trovava più mercato.
Personalmente, vorrei provare ad introdurre nella Legge di Stabilità un emendamento che incentivi i locali pubblici che sostituiscono le slot machine con i flipper e quell’intrattenimento non d’azzardo, anche per dare una mano a quei produttori che faticano a stare sul mercato.
In questa settimana è possibile che i Presidenti delle Commissioni competenti al Senato diano il via alla discussione sul tema e si aprano le audizioni e poi si possa arrivare a delle decisioni. A mio avviso, è possibile stralciare la parte relativa al divieto di pubblicità per cercare di approvarla più rapidamente e poi proseguire urgentemente anche con il resto della discussione.
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