Oblio oncologico: serve una legge e un organismo di vigilanza
“Quando parliamo di diritti dobbiamo tenere conto che si tratta di qualcosa di dinamico, che il mondo è cambiato. E questo vale anche per la malattia. Chi avrebbe mai immaginato anni fa di parlare di oblio oncologico?”, ha esordito così, Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd, intervenendo nella discussione sulla mozione di minoranza a prima firma Lisa Noja, approvata all’unanimità, che ha sottoscritto, sul riconoscimento del diritto all’oblio oncologico.
“Oggi sono assurde le discriminazioni di cui sono fatte oggetto le persone che hanno avuto un tumore: non possono accedere a un mutuo, non possono adottare un bambino, sono trattati diversamente anche di fronte a un contratto o a una selezione per il lavoro. Un trattamento del genere è inaccettabile, fuori dal mondo, appunto, eppure succede – ha continuato Borghetti –. L’Italia deve finalmente allinearsi alla risoluzione approvata dal parlamento Ue su questo tema, ma addirittura crediamo che serva una normativa omogenea in tutti i Paesi dell’Unione, che metta nero su bianco il fatto che oggi non è più vera l’equazione cancro uguale morte, anzi. Sono cambiate le cure, si è allungata la sopravvivenza anche per i casi più gravi e per qualcuno la malattia rimane solo un lontano ricordo. Per questo ritengo che l’oblio vada esteso anche ad altre patologie da cui si guarisce e che comunque non incidono più sul proseguo della propria vita”.
Borghetti ha chiesto, oltre alla legge, anche un organismo di vigilanza, “perché troppo spesso non basta la norma se poi non se ne controlla l’applicazione. Penso alle operazioni con le banche o alle assicurazioni, per le quali dobbiamo insistere affinché siano ricalcolati i premi assicurativi, proprio per lo stesso principio: non c’è motivo di far pagare di più le persone che sono definitivamente guarite”.
“Oggi sono assurde le discriminazioni di cui sono fatte oggetto le persone che hanno avuto un tumore: non possono accedere a un mutuo, non possono adottare un bambino, sono trattati diversamente anche di fronte a un contratto o a una selezione per il lavoro. Un trattamento del genere è inaccettabile, fuori dal mondo, appunto, eppure succede – ha continuato Borghetti –. L’Italia deve finalmente allinearsi alla risoluzione approvata dal parlamento Ue su questo tema, ma addirittura crediamo che serva una normativa omogenea in tutti i Paesi dell’Unione, che metta nero su bianco il fatto che oggi non è più vera l’equazione cancro uguale morte, anzi. Sono cambiate le cure, si è allungata la sopravvivenza anche per i casi più gravi e per qualcuno la malattia rimane solo un lontano ricordo. Per questo ritengo che l’oblio vada esteso anche ad altre patologie da cui si guarisce e che comunque non incidono più sul proseguo della propria vita”.
Borghetti ha chiesto, oltre alla legge, anche un organismo di vigilanza, “perché troppo spesso non basta la norma se poi non se ne controlla l’applicazione. Penso alle operazioni con le banche o alle assicurazioni, per le quali dobbiamo insistere affinché siano ricalcolati i premi assicurativi, proprio per lo stesso principio: non c’è motivo di far pagare di più le persone che sono definitivamente guarite”.
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