Voglio un Pd unito
Intervista a Matteo Renzi pubblicata da La Repubblica (file PDF).
E' giusto che sulle riforme ci sia una maggioranza più ampia di quella di governo. E Denis Verdini "non è il mostro Lochness". "Io voglio il Pd unito" ma tra i dem "c'è ancora qualcuno che non ha elaborato il lutto della sconfitta al congresso". Matteo Renzi fa un primo bilancio di questo autunno. E annuncia nuove misure nella legge di Stabilità.
Romano Prodi su Repubblica ha chiesto di aiutare l'esercito del leader siriano Assad per sconfiggere lo stato islamico. E' d'accordo?
"Dubito delle ricette scodellate in modo semplicistico: non sarà semplicemente aiutando Assad che bloccheremo Is. Né considerandolo l'unico problema come fanno in modo altrettanto banale altri".
Si sta votando al Senato la riforma costituzionale. L'iter si è velocizzato dopo l'accordo con la minoranza del suo partito. Perché ha perso così tanto tempo?
"A dire il vero è il contrario. Abbiamo assistito a un prolungato confronto, ma quando siamo entrati nel merito della discussione non ci sono stati problemi: per noi era importante mantenere il principio che non si toccava la doppia conforme ricominciando daccapo".
Il Pd unito però ha dimostrato il driver della politica italiana.
"Io voglio il PD unito, sempre. E lavoro per questo".
Veramente è sembrato soprattutto che ci fosse una gara a non legittimarsi reciprocamente.
"Nel PD c'è ancora qualcuno che forse non ha ancora elaborato a pieno il lutto del congresso. Siamo quasi a metà della mia segreteria: tra breve chiunque potrà metterla in discussione e vincere il congresso".
Ma ha mai temuto che volessero fare cadere il suo governo?
"Mai. Non condivido alcune loro idee ma non dubito della loro lealtà".
Proprio per questo non è un problema avere i voti di Verdini?
"Verdini ormai è diventato il paravento per qualsiasi paura. Tutti lo evocano anche vedendolo dove non c'è: ormai è raffigurato come una sorta di mostro di Lochness nostrano".
Il mostro di Lochness, però, lo è almeno chi nell'aula del Senato insulta gli avversari con gesti volgarissimi.
"Ogni gesto volgare, in modo particolare verso le donne, va censurato senza se e senza ma".
E' vero che esiste un'intesa per cambiare l'Italicum?
"Mi sembra assurdo e fuori tempo aprire un dibattito quattro mesi dopo l'approvazione".
Ripeterebbe i giudizi dati sui talk?
"Altolà. Per me parlano i fatti. Non ho mai messo il naso, mai, nelle vicende interne della Rai".
Non sarebbe meglio stare lontano dai giudizi sui prodotti giornalistici?
"Ho detto e lo ripeto oggi domani e dopo domani che i talk show rischiano di diventare un pollaio senz'anima. È una critica che faccio innanzitutto alla politica, un'autocritica. Non è peraltro neanche un mio problema, forse di chi sul vostro giornale dice che io ho sguinzagliato i cani, insultando i parlamentari. Aggiungo: Siamo talmente ostili verso la Rai che martedì Andrea Guerra ha fatto un'intervista a Massimo Giannini, io sono stato intervistato da Bianca Berlinguer e domani andrò in diretta dalla Annunziata".
Tra pochi giorni il governo presenterà la Legge di Stabilità. Lei pensa davvero che l'Italia sia uscita dalla recessione? I segnali sono contrastanti.
"Questo lo dice lei. I segnali sono univoci. L'Italia è ripartita. Ma non lo dico io, lo dicono i numeri dell'Istat, del Fmi, dell'Inps. Tutto questo è frutto delle riforme".
Nel suo partito c'è chi contesta l'abolizione della Tasi per tutti.
"Toglierla sulla prima casa per tutti e per sempre è un fatto di giustizia sociale in un Paese in cui il 75% dei possessori di prima casa è un lavoratore dipendente".
Taglierete anche l'Ires?
"Nel 2017 senz'altro. Nel 2016 qualche altra sorpresa ci sarà e sarà positiva".
Però taglierete la Sanità.
"Falso. Sulla sanità l'aumento di fondi è costante".
Riuscirete ad approvare entro il 2015 le Unioni civili?
"Dipende da quando finiremo queste riforme. Ma non molliamo. E' un impegno di civiltà".