La pace non è solo assenza di guerra
"La pace non è solo 'assenza di guerra', ma un progetto generale di convivenza tra esseri umani che caratterizza tutto l'impianto della Costituzione". Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un'intervista concessa al giornalista Paolo Pagliaro per la rivista Postenews e anticipata dal Foglio, incentrata sulla Costituzione e la democrazia, in occasione della Festa della Repubblica.
"Il 2 giugno è la 'festa di noi italiani", che abbiamo scelto e voluto la Repubblica", ricorda il Presidente.
"Il costituzionalismo ispirato dall'illuminismo inseriva nelle Carte il diritto alla ricerca della felicità. Il preambolo alla dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti reca questo inciso, peraltro suggerito da un grande pensatore italiano, Gaetano Filangieri. Da quel bellissimo richiamo - presente in qualche Costituzione ai giorni nostri - la nostra Carta indica il diritto al lavoro che, a ben vedere, è un altro modo di declinare la dignità umana, fatta di realizzazione personale e di strumenti di sostentamento, sulla strada della felicità", sottolinea Mattarella, che parlando anche dei giovani aggiunge: "Devono partecipare alle trasformazioni in atto nel Paese e non subirne gli effetti. Lavorare in un Paese diverso dal proprio deve essere una scelta e un'occasione per accrescere la propria formazione. Non può essere una fuga necessaria. I giovani chiedono di essere ascoltati".
E sul ruolo dell'Ue: "L'unità europea rappresenta uno degli eventi di maggior successo della storia del nostro Continente - aggiunge - Nel mondo globalizzato affermare che nessuno si salva da solo non è una mera affermazione di rito. Il prossimo anno ci saranno le elezioni del Parlamento europeo. Una straordinaria occasione di democrazia per i cittadini di ventisette Paesi. L'Europa siamo noi".
Poi le parole rivolte agli italiani, ripercorrendo i momenti della pandemia: "Recentemente il popolo italiano ha superato la terribile prova della pandemia ritrovando nella solidarietà, caposaldo della nostra Costituzione, la chiave per affrontarla. Il noi e il senso di comunità hanno prevalso sull'isolamento e l'impotenza. La mattina del 25 aprile del 2020 quando, in solitudine, sono stato al Vittoriano in occasione della Festa della Liberazione - ricorda Mattarella - a rendere omaggio ai caduti e, solamente al momento della deposizione della corona, ho tolto la mascherina di protezione, ho cercato di esprimere in quel momento la forza di un'intera comunità. Non ero solo".
Intervista del Foglio a Sergio Mattarella.
"Il 2 giugno è la 'festa di noi italiani", che abbiamo scelto e voluto la Repubblica", ricorda il Presidente.
"Il costituzionalismo ispirato dall'illuminismo inseriva nelle Carte il diritto alla ricerca della felicità. Il preambolo alla dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti reca questo inciso, peraltro suggerito da un grande pensatore italiano, Gaetano Filangieri. Da quel bellissimo richiamo - presente in qualche Costituzione ai giorni nostri - la nostra Carta indica il diritto al lavoro che, a ben vedere, è un altro modo di declinare la dignità umana, fatta di realizzazione personale e di strumenti di sostentamento, sulla strada della felicità", sottolinea Mattarella, che parlando anche dei giovani aggiunge: "Devono partecipare alle trasformazioni in atto nel Paese e non subirne gli effetti. Lavorare in un Paese diverso dal proprio deve essere una scelta e un'occasione per accrescere la propria formazione. Non può essere una fuga necessaria. I giovani chiedono di essere ascoltati".
E sul ruolo dell'Ue: "L'unità europea rappresenta uno degli eventi di maggior successo della storia del nostro Continente - aggiunge - Nel mondo globalizzato affermare che nessuno si salva da solo non è una mera affermazione di rito. Il prossimo anno ci saranno le elezioni del Parlamento europeo. Una straordinaria occasione di democrazia per i cittadini di ventisette Paesi. L'Europa siamo noi".
Poi le parole rivolte agli italiani, ripercorrendo i momenti della pandemia: "Recentemente il popolo italiano ha superato la terribile prova della pandemia ritrovando nella solidarietà, caposaldo della nostra Costituzione, la chiave per affrontarla. Il noi e il senso di comunità hanno prevalso sull'isolamento e l'impotenza. La mattina del 25 aprile del 2020 quando, in solitudine, sono stato al Vittoriano in occasione della Festa della Liberazione - ricorda Mattarella - a rendere omaggio ai caduti e, solamente al momento della deposizione della corona, ho tolto la mascherina di protezione, ho cercato di esprimere in quel momento la forza di un'intera comunità. Non ero solo".
Intervista del Foglio a Sergio Mattarella.