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L'arrivo dei migranti

Written by Francesco Lena.

Francesco LenaDa anni assistiamo all’arrivo in Italia e in Europa d’immigrati, provenienti da vari Paesi africani, asiatici e altri, che fuggono da guerre, conflitti e dalla fame, sono tuttora in aumento. E’ una situazione delicata, che pone dei problemi da risolvere per gli Stati europei. Occorre infatti organizzare una giusta accoglienza, che va gestita bene con unità, responsabilità e determinazione, da parte di tutti gli Stati europei, possibilmente in collaborazione dell’O.N.U.. L’O.N.U., però, contemporaneamente, dovrebbe trovare il modo per far arrivare tempestivamente aiuti anche nei Paesi da cui i migranti si muovono, in modo da evitare loro di dover abbandonare il luogo in cui sono nate.
Perché ciò possa avvenire, ovviamente, occorre anche che l’O.N.U. agisca per mettere in campo strategie diplomatiche per prevenire i conflitti e fermare le guerre in corso.
L’Europa dovrebbe adoperarsi assieme all’O.N.U. per la formazione di governi di unità nazionale nei Paesi in conflitto, per superare le divisioni e le crisi civili e sociali e poi mandare aiuti economici, attrezzature e materiale per favorire lo sviluppo dell’economia locale.
L’Italia, sul fronte dell’accoglienza, ha fatto tanto e sta facendo molto bene con la Marina Militare e l’aiuto di tanti volontari, salvando tante vite umane. Il Governo sta facendo con grande impegno la propria parte assieme alle istituzioni locali, organizzando una capillare distribuzione degli immigrati su tutto il territorio nazionale. Si potrebbe fare ancora di più e meglio se la situazione fosse vissuta come un’opportunità di grande umanità e di solidarietà. Abbiamo tante caserme vuote, conventi, case abbandonate: si potrebbero utilizzare questi edifici per dare un tetto agli immigrati, cogliendo anche un'occasione per ristrutturare alcuni luoghi e consentirne un ricupero ambientale e uno sviluppo economico e sociale.
Così come è necessario favori l’integrazione e l’inserimento in società dei nuovi arrivati, aiutandoli ad imparare l’italiano e favorendone le possibilità di lavoro.
I cittadini dovrebbero far sentire con forza la propria voce per dire basta alle armi, che sono strumento di morte, e sì a strumenti di vita e di pace. Basta muri materiali e mentali; basta paure: l’arrivo di persone bisognose o disperate va gestito con intelligenza, con grande responsabilità e umanità, salvaguardando sempre la dignità di ogni persona, pensando anche che potremmo esserci noi al loro posto. Li chiamiamo “rifugiati” ma prima di tutto sono persone che hanno bisogno di cibo, giustizia, libertà e pace. Si nasce tutti uguali su questa nostra terra, con gli stessi diritti e doveri. Non scegliamo noi dove nascere e siamo tutti cittadini di questo mondo.
Allora facciamo diventare l'arrivo di queste persone un’occasione di amicizia sociale, di crescita civile, culturale, umana, di globalizzazione della solidarietà. Tutte le persone del mondo hanno diritto alla vita.
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