Legge sulle badanti a regime entro l’anno
«Con questa legge contiamo di regolarizzare il mercato delle assistenti familiari e aiutare le famiglie che le cercano». Lo afferma il consigliere regionale Pd, Carlo Borghetti, estensore della prima legge sull’assistenza familiare, approvata all’unanimità al Consiglio regionale di Lombardia nel maggio scorso. Un provvedimento che prova a mettere ordine in un settore per troppo tempo lasciato a se stesso, in cui si stima, vi siano circa 200mila badanti, di cui due terzi non in regola.
«La norma ha come obiettivo di creare le condizioni perché enti pubblici e volontariato lavorino insieme nell’interesse delle famiglie – ha continuato il giovane consigliere Rhodense – in modo che la scelta della badante sia più semplice e sicura, basata su elementi certi e verificati. Vengano sconfitti approssimazione e malaffare, in questo ambito dannosissimi, combattuto il “nero” e sostenute con un piccolo contributo economico le famiglie».
La legge 15/2015 “sulle badanti” si fonda su quattro pilastri: gli Sportelli e i Registri territoriali delle assistenti famigliari; i corsi di formazione e i contributi economici alle famiglie.
Gli Sportelli territoriali (a Milano si trova presso il Pio albergo Trivulzio, ingresso da via Trivulzio, 15 o via Bezzi 10 – Tel. 02.40297643 – 02.40297644) avranno compiti di gestione dei Registri, ma soprattutto dovranno garantire ascolto, valutazione dei bisogni e orientamento delle famiglie, aiutandole nella scelta più appropriata, forniranno informazioni sulle procedure di assunzione gestite da patronati e organizzazioni sindacali, e informazioni su come accedere ai contributi regionali. I Registri invece serviranno per accreditare le assistenti familiari, e conterranno, oltre i dati anagrafici, il percorso formativo, le competenze, le disponibilità orarie e la storia lavorativa degli assistenti familiari iscritte. Potranno essere registrate solo le badanti con un titolo di studio in campo assistenziale o socio-sanitario, oppure che hanno avuto esperienze assistenziali specifiche di almeno 12 mesi certificate da un contratto o che abbiano frequentato i corsi da assistente famigliare di almeno 150 ore. Corsi, questi, che saranno organizzati dalla Regione. «Con la definizione delle linee guida, che avverrà al più tardi entro novembre di quest’anno, la legge entrerà a regime. A questo punto saranno resi noti tutti i dettagli pratici.
I criteri per l’erogazione dei contributi mensili – ha spiegato il consigliere Borghetti – non sono quindi ancora noti, ma è possibile già fin d’ora ipotizzare un contributo di circa 100 euro a tutte le famiglie di reddito medio, che hanno un’assistente familiare in regola e non percepiscono altri contributi dalla Regione».
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