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Le riforme approvate in questi mesi

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervista pubblicata dal mensile Zona Nove di settembre.

Senatore Franco Mirabelli a giorni riparte, dopo la pausa estiva, l'attività parlamentare. Prima di esaminare il piatto forte di settembre, vediamo di fare un sunto di quanto avvenuto negli ultimi mesi. Partiamo dalla Riforma della Scuola, molto contestata da opposizioni e sindacati: quali sono le novità più importanti? Cosa non è piaciuto agli oppositori?
Mi faccia dire, intanto, che anche negli ultimi mesi si è fatto moltissimo e si sono approvate riforme importanti che possono davvero cambiare in meglio le cose.
La riforma del codice degli appalti, la legge anticorruzione e a quella sugli ecoreati sono provvedimenti che intervengono concretamente per combattere il malaffare e garantire legalità e trasparenza, provvedimenti che si attendevano da tanti anni e che ora sono legge.
Certamente la riforma della scuola è stata una riforma importante e che riguarda una questione come quella della formazione che è decisiva per il futuro del Paese e su cui segniamo un deficit preoccupante rispetto agli altri Stati europei. Per questo, per la prima volta dopo anni, il Governo ha aumentato gli stanziamenti per la scuola, finanziato un piano di interventi per l'edilizia scolastica e, appunto, fatto una prima riforma dopo quasi un anno in cui centinaia di migliaia di persone hanno contribuito al dibattito on-line sulla Buona Scuola. In sintesi, si interviene stabilizzando centomila insegnanti precari che da quest'anno saranno assunti a tempo indeterminato, si stabilisce il principio che d'ora in poi, si potrà essere assunti nella scuola solo per concorso, si premia il merito di chi ottiene risultati migliori, si coinvolgono tutte le componenti della scuola nelle valutazioni e si incentiva l'aggiornamento degli insegnanti.
C'è stato un dibattito importante e spesso molto duro su questa riforma, ciò ha prodotto durante la discussione della legge anche significative modifiche ma resta un dissenso significativo nel mondo sindacale. Temo che su questo pesino comprensibili preoccupazioni di fronte a un cambiamento che però è, sicuramente, necessario per tutte le componenti della scuola e per il futuro del Paese.
Non meno importante la riforma della Pubblica Amministrazione. Quali sono i principali punti di forza?
È una legge delega che nei prossimi mesi sarà rafforzata dai decreti attuativi. L'obbiettivo è quello di semplificare la Pubblica Amministrazione, ridurre tempi e costi della burocrazia, responsabilizzare i dipendenti. I tempi e i costi della Pubblica Amministrazione sono uno dei fattori che penalizzano di più l'Italia nella competizione internazionale. Le norme che riguardano direttamente i cittadini vanno dall'istituzione di un numero unico per le emergenze, alla semplificazione dei sistemi di pagamento di multe e tariffe, all'obbligo del Wi-fi negli uffici pubblici, alla messa in rete di tutti gli atti pubblici per garantire la trasparenza, fino alla istituzione della carta per la Cittadinanza Digitale. Per le imprese e la crescita economica ci sono le norme che garantiscono tempi certi per l'acquisizione di permessi e autorizzazioni, che consentono di far partire cantieri fermi da tempo e che riformano le Camere di Commercio. Infine, ci sono molte norme per rendere lo Stato più efficiente e meno pesante e costoso. In questo ambito, ad esempio, si prevede la riduzione delle società partecipate e delle Prefetture e la razionalizzazione di molti comparti.
E veniamo a “mamma Rai”: qui la riforma ha spezzato il PD e mandato sotto il Governo. Una brutta figura. Cos’è successo e come si presenta la nuova Rai?
La riforma della Rai è stata approvata solo in prima lettura al Senato. Lì c’è stato solo su un emendamento -assolutamente marginale – su cui il Governo è andato sotto e riguardava la delega a determinare i valori del canone Rai ma non cambia la potestà dell'esecutivo su questa questione. Per il resto, la maggioranza ha approvato in prima lettura un testo che vuole ridurre il peso dei partiti nella televisione pubblica e garantire una struttura più efficiente e capace di valorizzare le professionalità. Il testo, ora, dovrà essere discusso alla Camera dei Deputati.
Non potevano mancare le polemiche anche sulla Riforma degli Enti Locali, quella che contiene 7 miliardi di euro di tagli alla Sanità Pubblica. Come stanno le cose? Sarà ancora un sistema sanitario universale o in futuro si curerà (bene) solo chi ha i soldi?
Su questo punto è soprattutto la Lega a fare molta propaganda e molta disinformazione. Il decreto prevede interventi su molte cose, dalle assunzioni di 2.500 poliziotti per dare più sicurezza, al salvataggio del Gran Premio di Monza, fino ad una serie di interventi per aiutare i Comuni. Per quanto riguarda la sanità non c'è alcun taglio e, tanto meno, c'è la volontà di mettere in discussione il diritto alla salute assicurato da un sistema universalistico che garantisce le cure e la prevenzione a tutti i cittadini. Si tratta piuttosto di rendere più efficiente la spesa, di ridurre le prestazioni inutili e consentire di ridiscutere i contratti di fornitura per ridurre i costi per il sistema sanitario. Tutto ciò è stato condiviso nella conferenza Stato-Regioni, assumendo l'impegno e l'obbiettivo di ottenere 2,3miliardi di euro di risparmi e questo è l'intervento previsto dal decreto, che comprende anche interventi che multano i medici che prescrivono esami inutili. Il fatto che queste scelte - di buon senso - vengano presentate dalla propaganda come un taglio inesistente alla sanità di 7 miliardi o, addirittura, come lo smantellamento del sistema sanitario universale, dimostra solo che c'è un’opposizione che, priva di argomenti, è costretta ad inventare ciò che non esiste.
A settembre il piatto forte sarà la Riforma Costituzionale Boschi, quella che sancirà la fine del Bicameralismo perfetto. Si parla già di scontro epocale e di Vietnam. Parole pesanti. Cerchiamo di capire le varie posizioni in campo?
C'è un testo già votato in prima lettura sia al Senato che alla Camera dei Deputati, che prevede che sia solo la Camera a dare la fiducia e a votare le leggi finanziarie e che il Senato rappresenti le Regioni e i Comuni, sia costituito da consiglieri regionali (eletti dai Consigli Regionali) e da un sindaco per Regione. Da qui si parte. Si può ancora discutere, e lo faremo, per migliorare l'equilibrio tra i poteri e per definire meglio le diverse competenze, ma non credo si possa ripartire da zero. Troveremo le soluzioni. D'altra parte l'impegno a riformare la seconda parte della Costituzione e superare il bicameralismo perfetto riducendo il numero dei parlamentari è un impegno che ci siamo assunti tutti, maggioranza e opposizione, a inizio legislatura. Un altro fallimento su questo sarebbe un colpo definitivo alla credibilità di politica e istituzioni. Abbiamo il dovere di andare avanti e poi saranno i cittadini a decidere col referendum confermativo.
Non poteva mancare una domanda su Milano. È in corso nella nostra città la Festa Nazionale dell'Unità: molti dibattiti molti big nazionali perché Milano è da sempre precursore degli sviluppi politici nazionali. Cosa bolle in pentola? L'anno prossimo si vota per il Sindaco e nel centrosinistra, stante l'indisponibilità di Pisapia, non sono ancora chiare le alleanze e i candidati. Non è il caso di darsi una mossa?
Credo che possiamo e dobbiamo guardare con calma e senza nervosismi alle elezione del 2016. Certo la scelta di Giuliano di non ricandidarsi rende necessario un percorso per scegliere il candidato del centrosinistra, ma partiamo da una esperienza di governo positiva che ha cambiato Milano, che è tornata ad essere una grande e vitale metropoli europea. Non tutto va bene ma l'alleanza politica e civica che ci ha portato fino a qui, che ha garantito il successo di Expo e cambiato il volto della città ha la forza per vincere.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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