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Serve lavoro di ricostruzione

Written by Pierfrancesco Majorino.

Intervista della Stampa a Pierfrancesco Majorino.

La corsa del candidato della coalizione di centrosinistra e del M5s alle elezioni regionali lombarde, Pierfrancesco Majorino, si ferma al 33,93%, a oltre venti punti dal governatore riconfermato Attilio Fontana. Per combattere l'astensione record e recuperare terreno sul centrodestra, secondo l'europarlamentare del Pd (che darà le dimissioni da questa carica per entrare a tempo pieno al Pirellone) serve un lavoro di ricostruzione della base su quei territori in cui il partito in questi anni si è visto poco.
Majorino, tra gli astenuti ci sono tanti elettori di centrosinistra?
«Sicuramente ci sono stati, è un dato matematico. Credo che aver fatto questa partita nel momento più difficile della storia del Pd non abbia aiutato. È evidente poi che dobbiamo ripensare a una situazione specifica che riguarda la Lombardia: in alcuni posti ci siamo andati praticamente per la prima volta in queste settimane, è un lavoro di ricostruzione che si deve fare e io mi auguro di aver dato un contributo in questa direzione».
Vede un tessuto ricettivo in questo senso?

«Sono molto speranzoso, dirlo adesso sembra una consolazione, ma non è così. Credo che faremmo un grande errore a voler buttare via tutto. Ci sono dei risultati importanti in questa direzione, il Pd ha fatto un buon risultato ed è un fatto importante. Abbiamo registrato un grande risultato a Brescia (dove il Pd ha preso quasi il doppio dei voti di Fratelli d'Italia, ndr) e a Milano (dove il Pd stacca di 7 punti il partito di Giorgia Meloni, ndr). Bisogna però avvicinarsi a quei singoli amministratori locali anche dei piccoli comuni per poter sconfiggere una corazzata come quella della destra».
Secondo lei per il vostro elettorato ha pesato l'alleanza con il M5s?

«No perché non c'è stata una fuga dal Pd, non avremmo avuto un partito in crescita. Inoltre, se non avessimo fatto l'alleanza con il M5s avremmo avuto un altro candidato in più e quindi avremmo già dichiarato la sconfitta prima di cominciare».
Anche il fattore tempo ha influito nella sconfitta?

«Due mesi di campagna elettorale sono una corsa contro il tempo ai limiti dell'immaginabile ma lo sapevo due mesi fa quando ho accettato questa corsa».
Come commenta il risultato del Terzo Polo?

«La scelta di Carlo Calenda di rompere l'intesa che c'era al tempo su Cottarelli io credo sia stata incomprensibile e ha fatto sì che il Terzo Polo sia passato dall'essere la novità più significativa a Milano e in Lombardia nelle ultime elezioni politiche ad aver preso una botta pazzesca».
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