Indignarsi non basta
La deputata del Partito democratico, Elly Schlein, in un suo intervento sulla "Stampa" scrive che "da ex europarlamentare trovo gravissimo e vergognoso quanto emerge sulle accuse di corruzione che coinvolgono alcuni deputati, exdeputati e assistenti attivi nel Parlamento europeo. E' un danno enorme alla credibilita' delle istituzioni e rischia di avere un pesante riverbero anche su chi, e siamo tanti, invece cerca ogni giorno di svolgere il proprio ruolo di rappresentanza dei cittadini e delle cittadine perseguendo esclusivamente l'interesse generale".
"La questione morale - osserva la deputata - continua ad essere estremamente attuale e chiama in causa tutte le forze politiche, a sinistra come a destra. Gravissimo e' pure l'altro lato di questa vicenda: il tentativo di ingerenza nell'attivita' del parlamento da parte di uno o due Stati esteri, tentativo fortunatamente sventato perche' il Parlamento ha preso posizioni dure e chiare contro le violazioni dei diritti di lavoratori e lavoratrici in Qatar. Le autorita' devono fare piena luce su quanto accaduto e se le accuse saranno confermate i responsabili ne risponderanno davanti alla giustizia, ma non e' sufficiente: anche le istituzioni devono reagire con fermezza assoluta".
"Quando ero al Parlamento europeo - racconta la deputata progressista - ero co-presidente di un intergruppo parlamentare sulla trasparenza e la lotta a corruzione e mafie, e abbiamo proposto gia' allora di stringere le maglie e i controlli sulle attivita' delle lobby all'interno delle istituzioni europee. Rafforzare i registri obbligatori dei gruppi di interesse che accedono alle Istituzioni, con norme di trasparenza sui loro bilanci, cosi' come maggiore trasparenza dei parlamentari sugli incontri con le organizzazioni e i portatori di interesse, e sulle proposte ricevute nella stesura delle normative".
"C'e' poi da evitare - aggiunge - il fenomeno delle porte scorrevoli, che vede chi ha avuto ruoli di rappresentanza delle istituzioni poi farvi seguire con disinvoltura ruoli di rappresentanza di interessi privati, e per limitare questo fenomeno servono adeguati periodi di raffreddamento dopo la conclusione del mandato, perche' non vi sia commistione ne' alcuna ombra di conflitto di interessi".
"Indignarci per la gravita' di questo scandalo non basta - conclude Schlein -, se non si coglie l'occasione di aumentare gli strumenti di difesa rispetto ai tentativi criminali di influenza".
"La questione morale - osserva la deputata - continua ad essere estremamente attuale e chiama in causa tutte le forze politiche, a sinistra come a destra. Gravissimo e' pure l'altro lato di questa vicenda: il tentativo di ingerenza nell'attivita' del parlamento da parte di uno o due Stati esteri, tentativo fortunatamente sventato perche' il Parlamento ha preso posizioni dure e chiare contro le violazioni dei diritti di lavoratori e lavoratrici in Qatar. Le autorita' devono fare piena luce su quanto accaduto e se le accuse saranno confermate i responsabili ne risponderanno davanti alla giustizia, ma non e' sufficiente: anche le istituzioni devono reagire con fermezza assoluta".
"Quando ero al Parlamento europeo - racconta la deputata progressista - ero co-presidente di un intergruppo parlamentare sulla trasparenza e la lotta a corruzione e mafie, e abbiamo proposto gia' allora di stringere le maglie e i controlli sulle attivita' delle lobby all'interno delle istituzioni europee. Rafforzare i registri obbligatori dei gruppi di interesse che accedono alle Istituzioni, con norme di trasparenza sui loro bilanci, cosi' come maggiore trasparenza dei parlamentari sugli incontri con le organizzazioni e i portatori di interesse, e sulle proposte ricevute nella stesura delle normative".
"C'e' poi da evitare - aggiunge - il fenomeno delle porte scorrevoli, che vede chi ha avuto ruoli di rappresentanza delle istituzioni poi farvi seguire con disinvoltura ruoli di rappresentanza di interessi privati, e per limitare questo fenomeno servono adeguati periodi di raffreddamento dopo la conclusione del mandato, perche' non vi sia commistione ne' alcuna ombra di conflitto di interessi".
"Indignarci per la gravita' di questo scandalo non basta - conclude Schlein -, se non si coglie l'occasione di aumentare gli strumenti di difesa rispetto ai tentativi criminali di influenza".