Sanità cenerentola dello Stato, salute dimenticata
Articolo di Beatrice Lorenzin.
È irrisorio lo stanziamento per il Fondo sanitario nazionale nella legge di Bilancio, non risponde alle crisi aperte.
Non c’è nessun compiacimento a dire ve l’avevamo detto, né tantomeno a constatare che più di un anno di convegni pubblici con il settore che ha snocciolato numeri, statistiche e simulazioni sui reali fabbisogni del SSN per la sua sostenibilità sono stati inascoltati dalla maggioranza di governo.
D’altra parte durante tutta la campagna elettorale la Sanità è stata la grande assente dal dibattito dei partiti della maggioranza sovranista, se non per derubricarla alle ambigue e tentennanti posizioni sui vaccini di chi oggi ci governa.
Sanità e scienza grandi assenti anche nel discorso programmatico della premier alle camere e ancor più vaghe le risposte date anche alla sottoscritta sul nocciolo della vicenda: il finanziamento del fondo sanitario. La rimozione è stata totale e dopo due anni di pandemia il governo politico eletto dal popolo sceglie di non coprire le spese per il Covid, di bloccare ancora i livelli essenziali di assistenza (terapie, diagnostica e ausili) in conferenza Stato-Regioni, sceglie di ignorare la fuga di risorse umane in paesi dove sono pagati meglio e si dà dignità e prospettive di carriera ai nostri cervelli, sceglie di abbandonare la riforma del territorio (case di comunità e assistenza domiciliare), sceglie di non sostenere il potenziamento della rete della salute mentale sul territorio, sceglie di perseverare nelle diseguaglianze di salute tra chi riesce ad accedere alle nuove terapie e chi non ha accesso neppure alla diagnosi. Rinuncia alla prevenzione e al di là delle chiacchiere alle filiere della conoscenza e delle scienze della vita. Incredibile quando la pandemia ancora morde nel mondo, ma non ci dovrebbe stupire se guardiamo al passato recente per leggere il presente; dove questo governo senza idee risponde alla crisi della complessità con il Calderoli, un manifesto ideologico che avrà come unico lascito lo sfascio definitivo del servizio sanitario pubblico ed universalistico.
Tra caro energia, inflazione e spese per il Covid, nella sanità si è aperto un buco da 3,4 miliardi di euro che non è stato considerato. In un documento sottoscritto all'unanimità dalle regioni, si ricorda che i maggiori oneri indotti dalla pandemia, pari a 4,6 miliardi per il solo 2021, hanno trovato copertura parziale. Il governo ha stanziato 1,6 miliardi, lasciando a carico delle amministrazioni locali i restanti 3. Che diventano 3,4 se si aggiungono i 400 milioni non coperti del miliardo speso in super bollette generate dal caro-energia.
Se qualcuno dirà, ma voi cosa avete fatto? Abbiamo aumentato il Fondo sanitario di 10 miliardi e gestito la pandemia. Il Pd si è impegnato già da prima della campagna elettorale a mantenere il fondo al 7% del pil e farlo crescere negli anni per portarlo ai numeri di Francia e Germania. Ma già nelle nostre proposte a luglio era evidente che bisognasse rispondere in termini di valore assoluto e non solo di finanziamento in percentuale al Pil considerando le previsioni recessive, così come il combinato disposto di inflazione e aumento delle materie prime e caro energetico peserà oltre il 18% cumulato dal 2023. Numeri questi che fanno capire bene che ci troviamo catapultati in una crisi senza precedenti. Se salta il sistema salute, salta la tenuta sociale del Paese.
È irrisorio lo stanziamento per il Fondo sanitario nazionale nella legge di Bilancio, non risponde alle crisi aperte.
Non c’è nessun compiacimento a dire ve l’avevamo detto, né tantomeno a constatare che più di un anno di convegni pubblici con il settore che ha snocciolato numeri, statistiche e simulazioni sui reali fabbisogni del SSN per la sua sostenibilità sono stati inascoltati dalla maggioranza di governo.
D’altra parte durante tutta la campagna elettorale la Sanità è stata la grande assente dal dibattito dei partiti della maggioranza sovranista, se non per derubricarla alle ambigue e tentennanti posizioni sui vaccini di chi oggi ci governa.
Sanità e scienza grandi assenti anche nel discorso programmatico della premier alle camere e ancor più vaghe le risposte date anche alla sottoscritta sul nocciolo della vicenda: il finanziamento del fondo sanitario. La rimozione è stata totale e dopo due anni di pandemia il governo politico eletto dal popolo sceglie di non coprire le spese per il Covid, di bloccare ancora i livelli essenziali di assistenza (terapie, diagnostica e ausili) in conferenza Stato-Regioni, sceglie di ignorare la fuga di risorse umane in paesi dove sono pagati meglio e si dà dignità e prospettive di carriera ai nostri cervelli, sceglie di abbandonare la riforma del territorio (case di comunità e assistenza domiciliare), sceglie di non sostenere il potenziamento della rete della salute mentale sul territorio, sceglie di perseverare nelle diseguaglianze di salute tra chi riesce ad accedere alle nuove terapie e chi non ha accesso neppure alla diagnosi. Rinuncia alla prevenzione e al di là delle chiacchiere alle filiere della conoscenza e delle scienze della vita. Incredibile quando la pandemia ancora morde nel mondo, ma non ci dovrebbe stupire se guardiamo al passato recente per leggere il presente; dove questo governo senza idee risponde alla crisi della complessità con il Calderoli, un manifesto ideologico che avrà come unico lascito lo sfascio definitivo del servizio sanitario pubblico ed universalistico.
Tra caro energia, inflazione e spese per il Covid, nella sanità si è aperto un buco da 3,4 miliardi di euro che non è stato considerato. In un documento sottoscritto all'unanimità dalle regioni, si ricorda che i maggiori oneri indotti dalla pandemia, pari a 4,6 miliardi per il solo 2021, hanno trovato copertura parziale. Il governo ha stanziato 1,6 miliardi, lasciando a carico delle amministrazioni locali i restanti 3. Che diventano 3,4 se si aggiungono i 400 milioni non coperti del miliardo speso in super bollette generate dal caro-energia.
Se qualcuno dirà, ma voi cosa avete fatto? Abbiamo aumentato il Fondo sanitario di 10 miliardi e gestito la pandemia. Il Pd si è impegnato già da prima della campagna elettorale a mantenere il fondo al 7% del pil e farlo crescere negli anni per portarlo ai numeri di Francia e Germania. Ma già nelle nostre proposte a luglio era evidente che bisognasse rispondere in termini di valore assoluto e non solo di finanziamento in percentuale al Pil considerando le previsioni recessive, così come il combinato disposto di inflazione e aumento delle materie prime e caro energetico peserà oltre il 18% cumulato dal 2023. Numeri questi che fanno capire bene che ci troviamo catapultati in una crisi senza precedenti. Se salta il sistema salute, salta la tenuta sociale del Paese.