Women on Boards
Articolo di Patrizia Toia.
Si è finalmente concluso, con la seconda lettura in seduta plenaria, l’iter per l’approvazione della Direttiva sul miglioramento dell’equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa, anche detta "Women on Boards" - donne nei Consigli di Amministrazione. Un traguardo importante per l’uguaglianza di genere, rimandato troppo a lungo a cause di una forte resistenza all’interno del Consiglio.
La Direttiva prevede che entro giugno 2026 le donne ricoprano il 40% dei posti di amministratore non esecutivo ed il 33% di tutti i posti di amministratore nelle imprese europee con più di 250 dipendenti.
Gli Stati Membri saranno inoltre tenuti a implementare un sistema di sanzioni per le compagnie che non rispetteranno questi standard, che siano "effettive, dissuasive e proporzionate".
Il primo criterio di valutazione rimarranno comunque il merito e la preparazione dei candidati, ma la Direttiva introduce un sistema con maggiore trasparenza, con l’obiettivo di contrastare gli stereotipi di genere che possono entrare in gioco nei diversi stadi del processo di selezione.
L’importanza e la necessità di questo provvedimento si evince grazie a pochi semplici dati: nel 2021, nonostante le donne rappresentino la maggioranza dei laureati europei, la percentuale di esse che siede ai vertici di grande aziende rimane particolarmente bassa, occupando poco sopra al 30% dei posti nei consigli di amministrazione europei. Una discrepanza di questa portata, non può essere imputata solo a meriti personali, e riflette problematiche sistemiche dovute in primo luogo agli stereotipi di genere. Avere più equilibrio di genere, ed in generale maggiore diversità, nelle posizioni di leadership non solo aiuta a portare nuove prospettive sul tavolo, con potenziali risvolti positivi per la performance delle aziende, ma soprattutto offre alle bambine ed alle giovani donne modelli a cui ispirarsi che sono diversi da quelli ‘tradizionali’, ampliando le loro prospettive ed i loro orizzonti per il futuro.
La strada verso la parità di genere rimanere ancora lunga, ma senza dubbio abbiamo aperto una crepa netta nel "Glass Ceiling", il soffitto di cristallo che troppo spesso priva la nostra società del talento di molte donne qualificate. Mi congratulo con le colleghe della famiglia socialista europea, Lara Wolters ed Evelyn Regner, per questo grande risultato frutto di un lungo lavoro, iniziato in Parlamento ancora 10 anni fa.
Si è finalmente concluso, con la seconda lettura in seduta plenaria, l’iter per l’approvazione della Direttiva sul miglioramento dell’equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa, anche detta "Women on Boards" - donne nei Consigli di Amministrazione. Un traguardo importante per l’uguaglianza di genere, rimandato troppo a lungo a cause di una forte resistenza all’interno del Consiglio.
La Direttiva prevede che entro giugno 2026 le donne ricoprano il 40% dei posti di amministratore non esecutivo ed il 33% di tutti i posti di amministratore nelle imprese europee con più di 250 dipendenti.
Gli Stati Membri saranno inoltre tenuti a implementare un sistema di sanzioni per le compagnie che non rispetteranno questi standard, che siano "effettive, dissuasive e proporzionate".
Il primo criterio di valutazione rimarranno comunque il merito e la preparazione dei candidati, ma la Direttiva introduce un sistema con maggiore trasparenza, con l’obiettivo di contrastare gli stereotipi di genere che possono entrare in gioco nei diversi stadi del processo di selezione.
L’importanza e la necessità di questo provvedimento si evince grazie a pochi semplici dati: nel 2021, nonostante le donne rappresentino la maggioranza dei laureati europei, la percentuale di esse che siede ai vertici di grande aziende rimane particolarmente bassa, occupando poco sopra al 30% dei posti nei consigli di amministrazione europei. Una discrepanza di questa portata, non può essere imputata solo a meriti personali, e riflette problematiche sistemiche dovute in primo luogo agli stereotipi di genere. Avere più equilibrio di genere, ed in generale maggiore diversità, nelle posizioni di leadership non solo aiuta a portare nuove prospettive sul tavolo, con potenziali risvolti positivi per la performance delle aziende, ma soprattutto offre alle bambine ed alle giovani donne modelli a cui ispirarsi che sono diversi da quelli ‘tradizionali’, ampliando le loro prospettive ed i loro orizzonti per il futuro.
La strada verso la parità di genere rimanere ancora lunga, ma senza dubbio abbiamo aperto una crepa netta nel "Glass Ceiling", il soffitto di cristallo che troppo spesso priva la nostra società del talento di molte donne qualificate. Mi congratulo con le colleghe della famiglia socialista europea, Lara Wolters ed Evelyn Regner, per questo grande risultato frutto di un lungo lavoro, iniziato in Parlamento ancora 10 anni fa.
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