A Milano sta cambiando tutto
«Sono molto stanco, ma alla fine l’adrenalina e il senso di responsabilità mi fanno dimenticare la stanchezza. E secondo indicatori che abbiamo, posso dire che sono molto ottimista». Così il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, in un’intervista all’Ansa, ha fatto un bilancio personale dei primi tre mesi dell’Esposizione universale. «Gli oltre dieci milioni di biglietti venduti sono una realtà inconfutabile - ha aggiunto -. Ma altri indicatori ci dicono che a maggio e giugno la spesa degli stranieri a Milano è cresciuta rispetto allo scorso anno del 30%. A Milano sta cambiando tutto».
Il commissario ha colto l’occasione per citare le cifre di una ricerca Visa Europe sull’utilizzo della carta di credito in città nei mesi di maggio e giugno: «È accertato che la spesa con carta di credito degli stranieri è cresciuta del trenta per cento rispetto al 2014. Milano oggi ha un flusso di stranieri che non si è mai sognata».
Sala ha tenuto a sottolineare che per quanto riguarda il flusso di visitatori a Expo, «agosto è cominciato meglio di luglio. Se pensiamo che a settembre e ottobre ci sarà il boom, possiamo essere più che soddisfatti. Sono molto, molto ottimista».
Interpellato sul proprio futuro, Sala si è limitato a questa risposta: «Per ora penso solo a portare a termine l’Esposizione nel migliore dei modi. Se dovessi decidere adesso direi di no, per la stanchezza accumulata in questi anni. Per cui la risposta più onesta che in questo momento posso dare è che non lo so».
«Milano capitale internazionale del food» - Non più soltanto la città della moda e del design, ma anche del “food”. Sala immagina così il futuro di Milano, «sempre più internazionale e orientata a diventare la capitale del cibo nel mondo». Anche grazie a Expo, oggi molti degli chef più importanti al mondo «aprono qui - ha sottolineato - e lo fanno non solo per l’evento, ma anche perché Milano è la città italiana a maggior vocazione internazionale. La mia speranza è proprio questa: che la internazionalità della città riprenda ad essere sempre più marcata. Come Barcellona o Berlino, la chiave del successo sta anche nella capacità del rinnovamento urbanistico. Ma Milano ha tutte le caratteristiche necessarie per essere percepita come una delle città più “cool” a livello internazionale».
Il commissario unico, nel fare il suo personale bilancio di Expo, ricorda che per lui il momento di svolta è stato «il Primo maggio, il giorno dell’inaugurazione. Quel giorno mi ha ripagato di tutte le fatiche. È stata una cerimonia commovente, volutamente realizzata con un budget ridotto. Volevamo toccare il cuore della gente e ci siamo riusciti. Nessuno se l’aspettava e invece è stata una cerimonia bellissima. La gratitudine della gente mi ha rincuorato».
Sala hai poi aggiunto che il momento più difficile «è stato evidentemente l’8 maggio del 2014», quando scoppiò lo scandalo appalti legati a Expo. «L’ingresso del presidente Cantone si è rivelato fondamentale - ha concluso -. La sua presenza serviva prima e io avrei dovuto insistere di più con il governo per avere accanto da subito una figura come la sua. Ma direi che Expo ha scontato oltre i suoi demeriti».
Il commissario ha colto l’occasione per citare le cifre di una ricerca Visa Europe sull’utilizzo della carta di credito in città nei mesi di maggio e giugno: «È accertato che la spesa con carta di credito degli stranieri è cresciuta del trenta per cento rispetto al 2014. Milano oggi ha un flusso di stranieri che non si è mai sognata».
Sala ha tenuto a sottolineare che per quanto riguarda il flusso di visitatori a Expo, «agosto è cominciato meglio di luglio. Se pensiamo che a settembre e ottobre ci sarà il boom, possiamo essere più che soddisfatti. Sono molto, molto ottimista».
Interpellato sul proprio futuro, Sala si è limitato a questa risposta: «Per ora penso solo a portare a termine l’Esposizione nel migliore dei modi. Se dovessi decidere adesso direi di no, per la stanchezza accumulata in questi anni. Per cui la risposta più onesta che in questo momento posso dare è che non lo so».
«Milano capitale internazionale del food» - Non più soltanto la città della moda e del design, ma anche del “food”. Sala immagina così il futuro di Milano, «sempre più internazionale e orientata a diventare la capitale del cibo nel mondo». Anche grazie a Expo, oggi molti degli chef più importanti al mondo «aprono qui - ha sottolineato - e lo fanno non solo per l’evento, ma anche perché Milano è la città italiana a maggior vocazione internazionale. La mia speranza è proprio questa: che la internazionalità della città riprenda ad essere sempre più marcata. Come Barcellona o Berlino, la chiave del successo sta anche nella capacità del rinnovamento urbanistico. Ma Milano ha tutte le caratteristiche necessarie per essere percepita come una delle città più “cool” a livello internazionale».
Il commissario unico, nel fare il suo personale bilancio di Expo, ricorda che per lui il momento di svolta è stato «il Primo maggio, il giorno dell’inaugurazione. Quel giorno mi ha ripagato di tutte le fatiche. È stata una cerimonia commovente, volutamente realizzata con un budget ridotto. Volevamo toccare il cuore della gente e ci siamo riusciti. Nessuno se l’aspettava e invece è stata una cerimonia bellissima. La gratitudine della gente mi ha rincuorato».
Sala hai poi aggiunto che il momento più difficile «è stato evidentemente l’8 maggio del 2014», quando scoppiò lo scandalo appalti legati a Expo. «L’ingresso del presidente Cantone si è rivelato fondamentale - ha concluso -. La sua presenza serviva prima e io avrei dovuto insistere di più con il governo per avere accanto da subito una figura come la sua. Ma direi che Expo ha scontato oltre i suoi demeriti».