A proposito del voto su Azzollini
In Aula al Senato, ho votato sì alla proposta della Giunta per le autorizzazioni di consentire la messa agli arresti domiciliari del senatore Azzollini. Non me ne faccio un vanto, né sono certo di aver fatto bene e capisco le ragioni di chi ha votato contro.
Quando si decide della libertà di una persona, credo sia sbagliato scegliere sulla base di calcoli o opportunità politica ma si deve decidere sulla base di valutazioni di merito formandosi un convincimento personale.
Questo è successo.
La maggioranza delle senatrici e dei senatori ha deciso di dire No nella convinzione - perché su questo dovevamo decidere - che agli atti non ci fossero ragioni sufficienti per giustificare la richiesta di arresti domiciliari.
Non è stato salvato nessuno.
Non è stato salvato nessuno.
Azzollini sarà processato e, se condannato, pagherà come tutti.
Ho votato sì alla proposta di consentire gli arresti domiciliari perché ho voluto essere coerente col voto espresso dal PD in Giunta per le autorizzazioni ma, guardando gli atti, ho avuto anch'io molti dubbi.
Ora vediamo che l'esito del voto ha dato la stura a ricostruzioni e dietrologie assolutamente scontate, che non fanno bene al PD. Ma il furore antipolitico che riduce tutto a scambi, patti oscuri e inconfessabili rischia di far perdere di vista che si stava parlando di persone e libertà personali e che, forse, è una garanzia per tutti se i parlamentari, su queste cose, decidono a ragion veduta e senza condizionamenti.
Quando poi, addirittura, si dànno, come è successo, giudizi e indicazioni di corrente su vicende come questa, rischiamo di cedere alla propaganda e al populismo antipolitico che non ci appartengono.
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