C'è un tema di rapporto tra il capogruppo e il partito che va affrontato

Dopo la relazione di Conte, in Senato scoppia il caso Marcucci. Il capogruppo Pd si rivolge al premier con parole dure e non concordate con i vertici del partito: «Deve valutare, lei e non altri, se i singoli ministri sono adeguati alle emergenze che stiamo vivendo». «E sempre a lei chiedo la verifica della tenuta della maggioranza». L'effetto immediato è quello di una dichiarazione di guerra. Tra i dem scatta l'allarme rosso. Il vice capogruppo Franco Mirabelli corregge il tiro: «In una fase tanto grave per il Paese parlare di rimpasti appare una cosa fuori dal mondo». Ma non basta. Poco dopo è lo stesso Nicola Zingaretti a smentire il suo capogruppo: «Il sostegno del Pd a questo governo e ai suoi ministri è pieno e totale. Non in discussione».
Basta egoismi, unire le forze contro il virus

Il capo dello Stato è atterrato all'aeroporto di Montichiari (Brescia) per poi trasferirsi nel comune bresciano dove nei mesi scorsi era stata rubata una lapide il ricordo di tutte le vittime del Covid.
Mattarella ha scelto la provincia di Brescia per onorare le vittime del Covid-19. Nel giorno di Ognissanti e alla vigilia della commemorazione dei defunti, è andato al cimitero di Castegnato, dove lo scorso 7 settembre dei ladri hanno trafugato la lapide in memoria dei morti del coronavirus, che in provincia di Brescia sono stati 2.751.
"In questi giorni dedicati al loro ricordo, sono venuto qui per rivolgere un pensiero a tutti i defunti e tra di loro alle vittime del coronavirus, ai tanti morti in solitudine.
Ex Fibronit: riaperta una ferita per il territorio e i familiari della vittime

“Le condanne comminate lo scorso anno avevano un significato importantissimo - spiega Villani -. Stavano a indicare l’esistenza di responsabilità precise per le morti di tanti lavoratori e cittadini pavesi e che non era vana la speranza di coloro che da anni si battevano, e tutt'ora si battono, per il riconoscimento delle responsabilità per i decessi causati dall'amianto”.
La pandemia, la corruzione, la Chiesa

Un filo di voce accompagnato dal sorriso. "Buongiorno, benvenuto…". Il Santo Padre mi accoglie così nelle stanze vaticane dove ha acconsentito a rispondere agli interrogativi che tanto stanno scuotendo la Chiesa, preoccupando le porpore, angustiando i fedeli, dividendo gli addetti ai lavori che lo osannano o lo criticano a seconda della parrocchia d’appartenenza. Incontrare un Papa non è cosa di tutti giorni, regala emozioni rare, intense, fortissime anche se il padrone di casa fa di tutto per mettere l'ospite non solo a proprio agio ma – ed è davvero paradossale - sullo stesso piano.
Un Paese drammaticamente slabbrato

L’anno interminabile che stiamo dolorosamente attraversando è sicuramente il momento più drammatico della storia della Repubblica, in quanto la pandemia in corso, non ha precedenti sanitari dal 1946 ad oggi.
Da bambino, quindi con strumenti conoscitivi ed informativi relativi, ebbi in sorte di assistere ad un altro passaggio drammatico e cioè il terrorismo che tante vittime innocenti seminò per molti anni in tutto il Paese.
Ricordo però di quegli eventi, una classe politica che comprese il drammatico pericolo per la nostra democrazia e si strinse in un Patto unitario che, poteva essere modulato in posizioni comuni di governo, o attraverso la sfera dialettica, ma responsabile tra maggioranza ed opposizione, per non parlare delle forze sindacali e produttive che rappresentavano milioni di persone nella vigilanza democratica.