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Alleanza nel nome di draghi, con M5S è finita

Written by Dario Franceschini,.

Dario Franceschini"Rivendico quello che abbiamo fatto in questi anni. Non solo perché l'alleanza con loro e la nascita del governo nel 2019 hanno impedito che Salvini prendesse in mano il Paese - e non oso immaginare che sarebbe successo con la pandemia, la crisi economica e la guerra in Ucraina - ma anche perché sapevamo che quel percorso avrebbe aiutato l'evoluzione dei 5 Stelle. E un'evoluzione c'è stata. Come dimostra l'esperienza di governo con il M5S e come testimonia la strada intrapresa da alcuni di loro, a cominciare da Di Maio, e il travaglio dei ministri e di tanti deputati che avrebbero votato la fiducia. Purtroppo questo percorso è stato interrotto drasticamente da Conte, e me ne dispiace". Così il ministro Dario Franceschini, in una intervista al Corriere della Sera.
Interrogato su Conte poi risponde: "Le sue ragioni sono difficili da capire. E faccio fatica anche a immaginare come un movimento nato come anti sistema, che poi si è trovato a governare il Paese per cinque anni con tre maggioranze diverse, improvvisamente possa tomare a essere un movimento anti sistema. Non ci può credere nessuno e gli italiani non seguiranno questo zig zag politico. Comunque questo strappo rende impossibile ogni alleanza con i 5 Stelle". E di Lega e Forza Italia dice: "Con la guerra in Ucraina, la pandemia, il recovery da rispettare se non vogliamo perdere quei miliardi, l'inflazione, le tensioni sociali previste per il prossimo autunno, questi incoscienti decidono di fare del male al nostro Paese, provocando la caduta di Draghi, l'italiano più credibile nel mondo, per un calcolo elettorale. Per fortuna c'è la quasi certezza che quando Salvini fa una mossa la sbaglia", "questa rottura così drammatica e improvvisa ha creato uno schema politico nuovo nel Paese. Come si è visto plasticamente dall'aula stamattina (ieri, ndr): quando è entrato Draghi alle 9 metà aula ha fatto una lunga standing ovation mentre l'altra metà restava zitta e seduta. Ecco, io credo che le prossime elezioni saranno sostanzialmente una sfida tra chi ha difeso Draghi e chi invece ha buttato tutto a mare. Si svolgeranno secondo uno schema temporaneo ma un po' diverso rispetto alla normalità. Da una parte gli europeisti e i riformisti che hanno sostenuto l'esperienza del governo Draghi e l'avrebbero continuata, dall'altra parte i sovranisti, gli anti europeisti, il centrodestra senza più centro, perché il partito di Berlusconi è evaporato. Non voglio coinvolgere Draghi, perché so bene qual è la scelta che ha fatto, che non ha nessuna intenzione di fare un percorso politico e noi non lo tireremo per la giacchetta. Ma è uno schema inevitabile, che prescinde dalla sua volontà", "penso che nel Paese si dovranno confrontare da una parte le force e le persone che hanno votato la fiducia, o che l'avrebbero votata alla Camera, un campo che si compone intorno al Pd, poi con il partito decideremo come, con quali modalità, e dall'altra chi ha affossato Draghi. Tra chi lo ha difeso ci sono forze e personalità diverse che potranno stare insieme in un rassemblement elettorale, non improvvisato perché maturato nella comune esperienza e agenda di governo, per vincere nei collegi uninominali".
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