La priorità italiana è la promozione del multilateralismo

"Quest'anno - ha proseguito Sereni - l'Italia detiene la Presidenza del G20. Si tratta di un'occasione fondamentale per dare il nostro contributo propositivo per una risposta globale alle principali sfide che stiamo affrontando. Per tale motivo, sosteniamo la riforma delle istituzioni internazionali, inclusa quella promosse dal Segretario Generale Guterres per rendere l'Onu più efficiente, trasparente, democratica e rappresentativa. In particolare, l'Italia ha sostenuto sin dall'inizio l'iniziativa 'Action for Peacekeeping', lanciata nel 2018 per rilanciare l'immagine e l'efficacia del peacekeeping, di cui siamo il settimo contributore finanziario.
Il nostro Paese ha preso parte a 29 missioni di pace Onu ed è oggi il primo fornitore di Caschi Blu tra i Paesi occidentali, con circa 1.100 unità dislocate in 5 diverse missioni. Nel quadro di queste missioni, per l'Italia è essenziale garantire la protezione dei civili inclusi i bambini, la promozione del ruolo delle donne, la tutela del patrimonio culturale e la riduzione dell'impatto ambientale".
Per Sereni, è "fondamentale la collaborazione con l'Ue nel quadro della Partnership Strategica per la gestione e prevenzione delle crisi, la partnership con la Nato nonché la cooperazione trilaterale tra Onu, Unione Europea e Unione Africana, di cui auspichiamo un rafforzamento. La pandemia ha inoltre dimostrato il ruolo fondamentale dell'efficienza di catene logistiche e di approvvigionamento a livello globale nella risposta alle crisi. Il Global Service Center, ospitato dall'Italia a Brindisi da oltre 25 anni, è una struttura onusiana di eccellenza, da cui dipende l'intera logistica delle Operazioni di peacekeeping e delle Missioni Politiche Speciali dell'Onu. Tra le spedizioni umanitarie italiane partite dalla Base - ha ricordato la Vice Ministra - quella per il popolo libanese a seguito delle tragiche esplosioni nel porto di Beirut della scorsa estate e quelle per fronteggiare l'emergenza inondazioni in Somalia o la crisi sanitaria in Sud Sudan".
Per seguire l'attività di Marina Sereni: sito web