Rsa e Rsd, la beffa del taglio dei fondi

Quale che sia il verso dal quale la si vuole prendere, la decurtazione dell’acconto per strutture come le RSA ha il sapore della beffa.
La ratio della norma contenuta nel decreto era quella di corrispondere risorse significative anche alle strutture che a causa della pandemia non hanno potuto offrire i servizi ordinari ma li hanno dovuti rinviare a data da destinarsi, in modo che potessero attutire l’impatto del lockdown. Ma RSA e RSD, come noto, non si sono mai fermate e, le prime, hanno addirittura accolto pazienti positivi al Coronavirus in arrivo dagli ospedali.
A sollevare il caso sono Carlo Borghetti e Gian Antonio Girelli, consiglieri regionali del Pd: «La Regione ha annunciato alle ATS che ridurrà al 90% l’acconto dovuto alle RSA e RSD rispetto ai previsti budget. Un taglio attribuito al decreto Rilancio ma la realtà è diversa: il decreto non parla di RSA e RSD, ma di strutture che hanno visto una temporanea sospensione delle attività ordinarie, anche in funzione della rimodulazione o sospensione delle attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti, incluse quelle erogate in regime di libera professione, e si riferisce quindi a strutture ospedaliere. Questo taglio è sbagliato e ingiustificato. L’assessorato è in tilt. Gallera penalizza strutture che sono state duramente colpite dal Covid. RSA e RSD hanno bisogno di risorse per pagare medici e infermieri: altro che chiamarli eroi!».
Fonte: Il Giorno
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