La Grecia va aiutata ad accogliere i profughi
"Non mi riconosco nelle parole della presidente Ursula Von Der Leyen che ha definito la Grecia "lo scudo d'Europa" come se fosse attaccata da un'orda di pericolosi e violenti invasori. È vero che lì c’è il confine dell’Europa, è vero che la Grecia già ospita decine di migliaia di profughi e non ce la farebbe a sostenere una ondata di nuovi arrivi. Va perciò aiutata e sostenuta perché il problema è europeo, ma chi preme dietro il filo, chi arriva dal mare, sono esseri umani che fuggono dai villaggi rasi al suolo, da bombardamenti e attacchi bellici. Sono profughi di guerra, sono tante donne e bambini". Lo ha scritto l'europarlamentare del Pd Patrizia Toia su Facebook. I migranti che si sono ammassati al confine con la Grecia "sono usati come bombe umane da Erdogan ma anche vittime del dittatore Assad e se l’Europa ha il dovere di aiutare la Grecia che è in prima linea, ha anche il dovere altresì di condannare i respingimenti violenti della guardia costiera e gli attacchi di ostilità.
E, ci piaccia o no, anche questa è un’emergenza che va affrontata e l’Europa deve farlo secondo le regole del Diritto Internazionale e i Principi proclamati dalla nostra Carta di Nizza.Dobbiamo trovare una soluzione umanitaria urgente - ha aggiunto Toia - dobbiamo varare un piano straordinario di ricollocamenti e dovremo poi lavorare per una soluzione politica più ampia, per spegnere i conflitti che hanno generato queste tragedie. Vedere queste persone, queste donne e uomini che potremmo essere noi, prigioniere di una "terra di nessuno", offese nella loro dignità, respinte come cani infetti, vedere questi bambini inermi trattati come un nemico, non è degno dell’Europa, di ciò che l’Europa è: libertà, diritti, inclusione e civiltà".
E, ci piaccia o no, anche questa è un’emergenza che va affrontata e l’Europa deve farlo secondo le regole del Diritto Internazionale e i Principi proclamati dalla nostra Carta di Nizza.Dobbiamo trovare una soluzione umanitaria urgente - ha aggiunto Toia - dobbiamo varare un piano straordinario di ricollocamenti e dovremo poi lavorare per una soluzione politica più ampia, per spegnere i conflitti che hanno generato queste tragedie. Vedere queste persone, queste donne e uomini che potremmo essere noi, prigioniere di una "terra di nessuno", offese nella loro dignità, respinte come cani infetti, vedere questi bambini inermi trattati come un nemico, non è degno dell’Europa, di ciò che l’Europa è: libertà, diritti, inclusione e civiltà".
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