Troppi attori in campo sono un freno per la pace
"La premessa di tutto in Libia è il raggiungimento di una tregua stabile. Il cessate il fuoco è il primo atto da consolidare, seguito dall'embargo sulle armi". A dirlo, è il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in una intervista al Corriere della Sera nel giorno della Conferenza di Berlino. "Troppi attori in campo sono un freno per la pace", spiega Sassoli, che fa sapere che si lavora "al ritiro dei militari stranieri". Sassoli da giorni insiste sulla "necessità di riavviare il dialogo", "il momento è molto delicato - sottolinea - ma a Berlino c'è la possibilità di fare progressi e avviare un processo negoziale". Su chi sostiene che l'Ue abbia perso di centralità in Libia e tutto sia in mano a Russia e Turchia, risponde: "Se si è arrivati alla Conferenza di Berlino è perché c'è stato uno sforzo da parte dei governi europei, che ha permesso all'Unione di sviluppare un'iniziativa e consentire così alle Nazioni Unite di rilanciare la propria azione.
L'Europa ha dimostrato di avere grandi possibilità di intervento nella scena internazionale. Il conflitto libico via via ha visto aumentare le influenze straniere: Turchia, Egitto, Russia, Emirati. E tutto questo ha impedito di lavorare ad un processo di pace. La Conferenza di Berlino oggi può dare i risultati attesi da tempo perché gli europei parlano con una voce sola. Casomai le divisioni maggiori adesso sono altrove".
L'Europa ha dimostrato di avere grandi possibilità di intervento nella scena internazionale. Il conflitto libico via via ha visto aumentare le influenze straniere: Turchia, Egitto, Russia, Emirati. E tutto questo ha impedito di lavorare ad un processo di pace. La Conferenza di Berlino oggi può dare i risultati attesi da tempo perché gli europei parlano con una voce sola. Casomai le divisioni maggiori adesso sono altrove".