Le pietre d'inciampo sono il funerale d'emozione per le vittime senza memoria della Shoah
"Sono persone che non hanno avuto il funerale, le pietre raccontano storie di persone che sono senza memoria, che sono sparite nel vento di Auschwitz, persone che non hanno altri ricordo", così Liliana Segre ha esordito in Consiglio comunale a Milano, seduta sullo scranno del sindaco, nella giornata della presentazione delle iniziative per la giornata della Memoria. Prima di Liliana, Segre, presidente onoraria del Comitato pietre d'inciampo, arrivata a Palazzo Marino con la scorta che le è stata assegnata per le minacce ricevute, ha parlato Marco Steiner, vicepresidente del comitato. "Obiettivo è ricordare chi fu vittima della persecuzione nazifascista senza distinzioni di razza, religione e idee politiche", racconta Steiner, "Ci eravamo dato obiettivo di mettere 12 pietre all'anno, in quattro anni sono già 90, quest'anno 28.
Tutte per cittadini che sono stati perseguitati per la colpa di essere nati o per l'opposizione al regime, abbiamo tantissime richieste per il 2021 abbiamo già esaurito il numero previsto". I piccoli blocchi quadrati ricoperti d'ottone che ricordano il nome, l'anno di nascita, il giorno e il luogo della morte saranno posati mercoledì 15 e venerdì 17 gennaio in 21 vie cittadine, in corrispondenza delle abitazioni dei deportati nei lager che non hanno fatto ritorno alle loro case, alla presenza tra gli altri dell'ideatore delle Pietre, l'artista berlinese Gunter Demnig.
Tutte per cittadini che sono stati perseguitati per la colpa di essere nati o per l'opposizione al regime, abbiamo tantissime richieste per il 2021 abbiamo già esaurito il numero previsto". I piccoli blocchi quadrati ricoperti d'ottone che ricordano il nome, l'anno di nascita, il giorno e il luogo della morte saranno posati mercoledì 15 e venerdì 17 gennaio in 21 vie cittadine, in corrispondenza delle abitazioni dei deportati nei lager che non hanno fatto ritorno alle loro case, alla presenza tra gli altri dell'ideatore delle Pietre, l'artista berlinese Gunter Demnig.
"Io fra le tante pietre voglio ricordare, oltre alla mia, la famiglia Silvera, e in particolare Violetta, che aveva 18-19 anni, una bellissima ragazza ebrea, una fra le tante donne arrestate, che mi venne incontro e mi abbracciò in carcere, quando arrivai, rincuorandomi assieme a sua mamma e dandomi un pezzettino di cibo. Ero con lei anche sul vagone, mentre gli adulti pregavano, e non l'ho mai dimenticata per la tenerezza assoluta che ebbe per me, anche se non ci conoscevamo. Una storia che sarebbe stata dimenticata, come tante, se non ci fossero state le tre pietre per quella famiglia, piccoli funerali d'emozione, queste pietre": ha raccontato Segre in un'aula affollatissima anche di studenti del Berchet perché tre pietre vengono deposte quest'anno per Pio Foà, docente del liceo, deportato con i due figli. "Rimanete quello che siete, non diventate come noi, fate la scelta", l'appello della senatrice ai ragazzi nel suo discorso incentrato sulla necessità di "scegliere" da che parte stare, dunque se da quella del bene o del male. Mercoledì la senatrice ha detto che vorrebbe essere alla posa della pietra per la guardia penitenziaria di San Vittore, Andrea Schivo, "il luogo della paura, dove si facevano interrogatori, si torturava, e lui, sorveglianti, rischiando tantissimo, pur potendo far parte dei violenti, lui scelse di stare dall'altra parte, di essere uomo con la lettera maiuscola, senza paura".
Liliana Segre ha creduto fin dall'inizio, nel 2016, in questo progetto, e la sua nomina a senatrice a vita arrivò nel 2018, durante la posa della pietra davanti alla Bocconi. "Un segnale" secondo Steiner, che spiega che "abbiamo cercato di intitolare le pietre a tutte le categorie di cittadini milanesi, per tutto il perimetro della città, cercando sempre di conoscere le storie delle persone, anche quando non facile, importante che i famigliari chiedano di ricordare loro congiunto, ma vanno celebrati anche chi non ha più parenti, anche loro sono stati importanti per la città. Ho letto che da qualche parte le pietre d'inciampo non sono state volute perché sarebbero 'divise', cosa assurda perché sono assolutamente inclusive", conclude Steiner. Roberto Cenati, presidente dell'Anpi provinciale Milano, ha annunciato per il 21 gennaio un evento a San Vittore e un concerto al Conservatorio per ricordare Porrajmos, l'Olocausto dei rom nei campi di sterminio nazisti.
Fonte: Repubblica