Quanto durerà ancora questo momento greve?
"La gente è stanca delle situazioni drammatiche, delle vicende tragiche di cui non si vede via d'uscita. Perciò si aggirano le domande dell'esasperazione: "Quando? Fino a quando? Quanto durerà ancora questo momento greve della storia dell'umanità?": è un passaggio dell'omelia dell'Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, nel corso della messa Pontificale di Pasqua celebrata in Duomo.
Dopo avere rivolto un saluto ai fedeli presenti anche in inglese e in spagnolo, l'Arcivescovo si è concentrato sulle "domande dell'umanità smarrita", provocate "dall'esasperazione e dalla stanchezza per le situazioni drammatiche".
"L'esasperazione - ha aggiunto - degenera poi in disperazione di cui raccolgo il grido nelle carceri dove il regime si è fatto severo, nelle miserie dove le promesse si sono rivelate inganni, nelle emarginazioni dove i muri si sono fatti invalicabili".
"Siamo il popolo della Pasqua: quelli che bussano ai palazzi del potere per contestare il potere che vuole la guerra; quelli che visitano i luoghi della miseria per offrire l'amicizia per intraprendere una vita nuova", ha proseguito Delpini, concludendo ricordando che "la vita è occasione per costruire la pace, per vivere e morire come lui stesso ha vissuto ed è morto, vivere e morire per amore". Prima di quella in Duomo, Delpini ha celebrato la messa insieme ai detenuti del carcere di San Vittore.
Dopo avere rivolto un saluto ai fedeli presenti anche in inglese e in spagnolo, l'Arcivescovo si è concentrato sulle "domande dell'umanità smarrita", provocate "dall'esasperazione e dalla stanchezza per le situazioni drammatiche".
"L'esasperazione - ha aggiunto - degenera poi in disperazione di cui raccolgo il grido nelle carceri dove il regime si è fatto severo, nelle miserie dove le promesse si sono rivelate inganni, nelle emarginazioni dove i muri si sono fatti invalicabili".
"Siamo il popolo della Pasqua: quelli che bussano ai palazzi del potere per contestare il potere che vuole la guerra; quelli che visitano i luoghi della miseria per offrire l'amicizia per intraprendere una vita nuova", ha proseguito Delpini, concludendo ricordando che "la vita è occasione per costruire la pace, per vivere e morire come lui stesso ha vissuto ed è morto, vivere e morire per amore". Prima di quella in Duomo, Delpini ha celebrato la messa insieme ai detenuti del carcere di San Vittore.