Distinguere aggrediti e aggressori
"Di fronte ad una guerra sempre più feroce, sono utili tutte le manifestazioni, ma che siano su una piattaforma precisa in cui si chiarisca con nettezza chi è l'aggressore e chi l'aggredito". Così, intervistato da Il Mattino, puntualizza Piero Fassino, parlamentare Pd e presidente della Commissione Esteri della Camera riferendosi alle mobilitazioni contro la guerra in Ucraina. Giudicando "ambigua" la posizione dell'M5s: "Perché si fa intendere che Ucraina e Russia hanno le stesse responsabilità".
Secondo Piero Fassino "invocare la pace non può trasformarsi in equidistanza tra aggredito e aggressore. Questa guerra è stata voluta e intrapresa da Putin senza alcuna giustificazione" dunque "Ogni iniziativa per la pace non può che muovere dalla condanna dell'aggressione russa e dalla conferma del pieno appoggio all'Ucraina".
Inoltre, "Non si possono avanzare proposte che - aldilà delle buone intenzioni di chi le propone - di fatto legittimano l'occupazione russa. Ad esempio proporre un tavolo di negoziato a cui i russi andranno semplicemente per confermare l'annessione del Donbass non sarà mai accettato dagli ucraini. Persino un 'cessate il fuoco' permanente lungo la linea del conflitto consoliderebbe l'occupazione russa. Diverso è chiedere una tregua che fermi le armi, eviti ulteriori sofferenze e consenta di verificare, se e a quali condizioni, si possa aprire una strada politica. Non vedo oggi altre ipotesi".
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"I margini per una pace sono esigui ma non ci si può tuttavia rassegnare a una guerra infinita. Otteniamo almeno una tregua che fermi le armi, eviti ulteriori sofferenze e consenta di verificare gli spazi per una soluzione politica del conflitto e quali iniziative attivare", lo scrive Piero Fassino a Repubblica.
Una tregua per avere la pace - articolo di Piero Fassino pubblicato da Repubblica.
Secondo Piero Fassino "invocare la pace non può trasformarsi in equidistanza tra aggredito e aggressore. Questa guerra è stata voluta e intrapresa da Putin senza alcuna giustificazione" dunque "Ogni iniziativa per la pace non può che muovere dalla condanna dell'aggressione russa e dalla conferma del pieno appoggio all'Ucraina".
Inoltre, "Non si possono avanzare proposte che - aldilà delle buone intenzioni di chi le propone - di fatto legittimano l'occupazione russa. Ad esempio proporre un tavolo di negoziato a cui i russi andranno semplicemente per confermare l'annessione del Donbass non sarà mai accettato dagli ucraini. Persino un 'cessate il fuoco' permanente lungo la linea del conflitto consoliderebbe l'occupazione russa. Diverso è chiedere una tregua che fermi le armi, eviti ulteriori sofferenze e consenta di verificare, se e a quali condizioni, si possa aprire una strada politica. Non vedo oggi altre ipotesi".
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"I margini per una pace sono esigui ma non ci si può tuttavia rassegnare a una guerra infinita. Otteniamo almeno una tregua che fermi le armi, eviti ulteriori sofferenze e consenta di verificare gli spazi per una soluzione politica del conflitto e quali iniziative attivare", lo scrive Piero Fassino a Repubblica.
Una tregua per avere la pace - articolo di Piero Fassino pubblicato da Repubblica.