Verso città globali
C'è un continuo dibattito in queste ore intorno al terrorismo fondamentalista islamico. Quel terrorismo è il nostro nemico, il loro nemico è la Democrazia. Ci sono però dibattiti fomentati da chi vuole fare accettare l'equazione immigrazione = terrorismo, o da chi vuole affermare l'equazione Islam = terrorismo. Io non credo a queste equazioni, e credo che con tutti i migliori mezzi di controllo possibili si debba favorire chi pacificamente anche nel nostro paese vuole professare la propria fede. Ma con regole chiare, trasparenti e a norma della nostra legislazione. L'esercizio della fede deve corrispondere ad un proprio bisogno spirituale, nessun altro insegnamento politico o peggio violento può aver luogo in uno spazio di preghiera, di qualsiasi fede, com'è evidente a chiunque.
Il diritto alla professione di fede è un diritto costituzionalmente protetto. Ma anche il dovere di proteggere il nostro paese da ogni pericolo che possa nascondersi nell'esaltazione dell'integralismo islamico. Per questo ripeterò sempre agli amici islamici, fate professione di dissociazione dal terrorismo islamico senza se e senza ma. Ogni essere sulla terra ateo laico o uomo di fede che sia, deve lavorare perché ognuno di noi possa aderire ad un comune patrimonio etico e culturale. Per me per esempio la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo è un terreno comune di partenza, insostituibile. Sono i valori comuni dei diritti dell'uomo quelli su cui lavorare, i diritti della donna, la parità tra uomo e donna, i diritti dei minori, la libertà di pensiero e molto altro. C'è una battaglia universale di libertà, di sicurezza, di civile e comune convivenza, da fare a prescindere dal Dio in cui si crede o meno, cominciando dalle nostre Città fino a farsi globale. O faremo questa battaglia insieme, con coraggio, responsabilità e determinazione o, semplicemente, non saremo.
Il diritto alla professione di fede è un diritto costituzionalmente protetto. Ma anche il dovere di proteggere il nostro paese da ogni pericolo che possa nascondersi nell'esaltazione dell'integralismo islamico. Per questo ripeterò sempre agli amici islamici, fate professione di dissociazione dal terrorismo islamico senza se e senza ma. Ogni essere sulla terra ateo laico o uomo di fede che sia, deve lavorare perché ognuno di noi possa aderire ad un comune patrimonio etico e culturale. Per me per esempio la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo è un terreno comune di partenza, insostituibile. Sono i valori comuni dei diritti dell'uomo quelli su cui lavorare, i diritti della donna, la parità tra uomo e donna, i diritti dei minori, la libertà di pensiero e molto altro. C'è una battaglia universale di libertà, di sicurezza, di civile e comune convivenza, da fare a prescindere dal Dio in cui si crede o meno, cominciando dalle nostre Città fino a farsi globale. O faremo questa battaglia insieme, con coraggio, responsabilità e determinazione o, semplicemente, non saremo.
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