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Costruire liste forti e autorevoli

Written by Marina Sereni.

Articolo di Marina Sereni.

Chi mi conosce sa che non amo molto parlare in prima persona, ma questa volta non posso farne a meno. Molte persone - amiche e amici, colleghi, giornalisti - mi chiedono se sarò candidata alle prossime elezioni politiche del 25 settembre. A tutte ho risposto che “no, non ho intenzione di candidarmi per il prossimo Parlamento”. Ho comunicato questa mia decisione alla Segreteria nazionale del Pd e, nonostante varie sollecitazioni, sono convinta che sia la scelta giusta.
La mia esperienza politica si è sviluppata per un lungo periodo all’interno delle istituzioni, prima in Umbria e poi a Roma. Ho ricoperto incarichi importanti nei quali ho cercato di rappresentare al meglio la mia parte politica e il mio territorio, ma sempre pensando di dover fare il “bene comune”, l’interesse generale del nostro Paese.
Questo sentimento è stato prevalente e particolarmente forte nel corso di questa “pazza” legislatura durante la quale, pur non essendo più parlamentare, ho avuto l’onore di essere Vice Ministra degli Esteri, prima con il Governo Conte 2 e poi con il Governo Draghi, con due maggioranze sensibilmente diverse.
Rappresentare il tuo Paese all’estero, tanto più un un periodo così difficile segnato prima dalla pandemia e ora dalla guerra, cercare di dare un contributo alla soluzione delle grandi sfide globali - la fame, il cambiamento climatico, i fenomeni migratori - partendo dalla difesa dell’interesse nazionale e dai valori della nostra Costituzione - la pace, il multilateralismo, l’appartenenza all’Europa e al campo occidentale e democratico - è stata un’esperienza straordinaria, impegnativa e bellissima.
Ecco perché oggi penso che sia venuto il momento di aiutare il Partito Democratico a costruire liste forti e autorevoli, favorendo anche un ricambio in Parlamento e valorizzando le migliori energie del nostro partito e del Centrosinistra. E veniamo ai ringraziamenti: prima di tutto al Pd per avermi indicato per una responsabilità così grande e importante, alla quale ho cercato di corrispondere con il massimo dell’impegno personale. E poi a tutte le persone con le quali ho avuto il piacere di lavorare in questi tre anni: i diplomatici, che a Roma come all’estero fanno ogni giorno di tutto per parlare a nome dell’Italia e creare spazi di collaborazione e di partnership positive in ogni contesto; i miei più stretti collaboratori Giuseppe, Benedetta, Loredana, Giovanni, che sono stati preziosi in mille occasioni e che non hanno esitato a raccogliere le richieste di aiuto più disparate, nelle molte emergenze che ci siamo trovati a fronteggiare dal Covid all’Afghanistan, dalla comunità sperduta in Africa all’Ucraina; le Organizzazioni della Società Civile che, insieme agli altri attori del sistema italiano della Cooperazione allo Sviluppo, hanno saputo agire da stimolo in ogni passaggio di questi lunghi mesi di lavoro comune. Ho cercato di coinvolgere le Osc nelle principali scelte che abbiamo dovuto compiere in questo periodo, perché sono convinta che esse rappresentino, insieme agli Enti Locali e alle Regioni, quella radice popolare e partecipativa che fa della nostra cooperazione uno strumento essenziale della politica estera italiana.
Dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale è facile vedere i punti di forza e di debolezza del nostro Paese. La stabilità delle istituzioni e la capacità di mantenere l’Italia nel solco della migliore tradizione della politica estera del nostro Paese sono due punti sui quali siamo giudicati all’estero. Siamo considerati un grande Paese, una superpotenza culturale, un modello per il nostro sistema di piccole e medie imprese, un campione di innovazione in molti ambiti industriali, dall’energia alle infrastrutture, dall’agricoltura alla green economy. Siamo apprezzati per la nostra Cooperazione internazionale che, seppure con risorse e strumenti limitati, riesce a costruire partnership paritarie, inclusive e attente alle ragioni dei Paesi e delle comunità in cui operiamo. Ma siamo anche un Paese terribilmente instabile e negli ultimi anni abbiamo visto crescere forze che hanno incrinato o messo in discussione il nostro impegno nel processo di integrazione europea e la nostra collocazione atlantica. Sarà uno dei temi della campagna elettorale e sarà una delle lenti attraverso le quali il resto del mondo guarderà (speriamo senza cercare di interferire) alle nostre elezioni. Insomma, abbiamo molto da fare…
Buon lavoro a tutte e tutti noi!

Per seguire l'attività di Marina Sereni: sito web

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