Se vince la destra sovranista e populista, l'Italia verrà isolata
Articolo di Piero Fassino pubblicato da Huffington Post.
Il 25 settembre gli italiani saranno chiamati a eleggere il nuovo Parlamento. È l'epilogo di una crisi assurda e ingiustificata. Nessuna ragione politica, nessun dissenso su questo o quel singolo provvedimento, nessuna ragione di partito, possono giustificare una crisi di governo da cui l'Italia e gli italiani non potranno che trarre molti danni. Una sciagurata decisione di cui sono ugualmente responsabili Conte, Salvini e Berlusconi.
Di fronte all'esito particolarmente negativo delle elezioni amministrative di giugno e alla scissione di Di Maio e di un numero consistente di parlamentari, Conte ha deciso di radicalizzare l'atteggiamento di 5s, credendo così di uscire dalle difficoltà in cui quel movimento versa. L'esito è stato disastroso: 5s si è reso responsabile di aprire una crisi al buio, consegnando a Salvini e Berlusconi la possibilità di far cadere il governo.
A loro volta non minore avventurismo hanno dimostrato Salvini e Berlusconi, che hanno anteposto il solo tornaconto elettorale agli interessi del Paese. Se 5 stelle davvero confermava di voler uscire dalla maggioranza, ciò non impediva affatto a Salvini e Berlusconi di confermare fiducia al governo Draghi.
E così la somma di tre avventurismi ha precipitato l'Italia nella più assurda crisi di governo dell'intera storia repubblicana. Una crisi che cade in un momento particolarmente difficile per il Paese. Veniamo da tre anni di pandemia che ha messo a dura prova la tenuta economica, sociale, psicologica della società italiana. Da sei mesi viviamo in un contesto internazionale segnato da una guerra alle nostre porte che sta producendo conseguenze pesanti sulla vita delle imprese e sui redditi degli italiani, con punte di inflazione e di costi energetici sconosciuti da trent'anni.
Gli effetti del cambiamento climatico - siccità, surriscaldamento - stanno producendo una vera emergenza ambientale che altera la vita quotidiana dei cittadini. I rilevanti finanziamenti stanziati dall'Unione europea a sostegno del Piano di ripresa (PNRR) richiedono tempi rigorosi di attuazione dal cui mancato rispetto deriverebbe il blocco delle erogazioni. In Parlamento erano in agenda importanti riforme - dalle norme sulla concorrenza a un nuovo sistema fiscale alle misure per velocizzare la giustizia - che adesso non vedranno la luce.
In un contesto così delicato l'Italia viene precipitata in un passaggio elettorale che, se dovesse vedere la prevalenza della destra populista e nazionalista, condannerebbe l'Italia all'isolamento internazionale e alla marginalità in Europa, proprio nel momento in cui l'Unione europea è chiamata a decidere misure finanziarie - patto di stabilità', misure antispread - di particolare rilievo per l'Italia. Questi, e ancora altri, sono gli effetti devastanti di una crisi provocata in modo irresponsabile. Per questo il voto del 25 settembre assume un'importanza enorme e dai suoi risultati dipenderà il destino dell'Italia per un periodo non breve.
In questo anno di emergenza il Pd è stato l'unica forza politica che ogni giorno ha sostenuto il governo Draghi con responsabilità e lealtà, mentre altri operavano per indebolirlo e destabilizzarlo. Il Pd si è dimostrato affidabile e coerente e se il governo Draghi ha potuto realizzare molto del suo programma lo si deve alla serietà del Pd. Con la stessa serietà chiederemo un voto per garantire un governo che mantenga l'Italia saldamente ancorata all'Europa, che riprenda il cammino di rilancio economico avviato dal governo Draghi, che sostenga le imprese nelle loro attività, che vari le riforme di cui il Paese ha bisogno per rimettersi in piedi, che tuteli il lavoro e la sua dignità, che adotti le misure attese da famiglie e persone che più stanno subendo i colpi della crisi. E che assicuri diritti, giustizia e opportunità in una società in cui ognuno possa realizzare il proprio disegno di vita.
Faremo di questo "Programma per l'Italia" il terreno di confronto e di convergenza con le altre forze politiche che si collocano nel campo progressista e con le tante energie della società italiana, a partire da quelle liste civiche democratiche che nelle elezioni amministrative di sono dimostrate punto di riferimento per una quota significativa di elettrici ed elettori.
Soprattutto ci rivolgeremo a tutti gli italiani: a quelli che hanno guardato con fiducia a noi e al governo Draghi; ma anche a chi vive sentimenti di delusione, a chi guarda con diffidenza alla politica, a chi si è rifugiato nell'astensione. E anche a coloro che si erano affidati in buona fede aI partiti che oggi hanno tradito l'Italia.
A tutti chiederemo di essere protagonisti di un grande moto di riscatto dell'Italia, per restituire a ognuno fiducia e speranza.
Il 25 settembre gli italiani saranno chiamati a eleggere il nuovo Parlamento. È l'epilogo di una crisi assurda e ingiustificata. Nessuna ragione politica, nessun dissenso su questo o quel singolo provvedimento, nessuna ragione di partito, possono giustificare una crisi di governo da cui l'Italia e gli italiani non potranno che trarre molti danni. Una sciagurata decisione di cui sono ugualmente responsabili Conte, Salvini e Berlusconi.
Di fronte all'esito particolarmente negativo delle elezioni amministrative di giugno e alla scissione di Di Maio e di un numero consistente di parlamentari, Conte ha deciso di radicalizzare l'atteggiamento di 5s, credendo così di uscire dalle difficoltà in cui quel movimento versa. L'esito è stato disastroso: 5s si è reso responsabile di aprire una crisi al buio, consegnando a Salvini e Berlusconi la possibilità di far cadere il governo.
A loro volta non minore avventurismo hanno dimostrato Salvini e Berlusconi, che hanno anteposto il solo tornaconto elettorale agli interessi del Paese. Se 5 stelle davvero confermava di voler uscire dalla maggioranza, ciò non impediva affatto a Salvini e Berlusconi di confermare fiducia al governo Draghi.
E così la somma di tre avventurismi ha precipitato l'Italia nella più assurda crisi di governo dell'intera storia repubblicana. Una crisi che cade in un momento particolarmente difficile per il Paese. Veniamo da tre anni di pandemia che ha messo a dura prova la tenuta economica, sociale, psicologica della società italiana. Da sei mesi viviamo in un contesto internazionale segnato da una guerra alle nostre porte che sta producendo conseguenze pesanti sulla vita delle imprese e sui redditi degli italiani, con punte di inflazione e di costi energetici sconosciuti da trent'anni.
Gli effetti del cambiamento climatico - siccità, surriscaldamento - stanno producendo una vera emergenza ambientale che altera la vita quotidiana dei cittadini. I rilevanti finanziamenti stanziati dall'Unione europea a sostegno del Piano di ripresa (PNRR) richiedono tempi rigorosi di attuazione dal cui mancato rispetto deriverebbe il blocco delle erogazioni. In Parlamento erano in agenda importanti riforme - dalle norme sulla concorrenza a un nuovo sistema fiscale alle misure per velocizzare la giustizia - che adesso non vedranno la luce.
In un contesto così delicato l'Italia viene precipitata in un passaggio elettorale che, se dovesse vedere la prevalenza della destra populista e nazionalista, condannerebbe l'Italia all'isolamento internazionale e alla marginalità in Europa, proprio nel momento in cui l'Unione europea è chiamata a decidere misure finanziarie - patto di stabilità', misure antispread - di particolare rilievo per l'Italia. Questi, e ancora altri, sono gli effetti devastanti di una crisi provocata in modo irresponsabile. Per questo il voto del 25 settembre assume un'importanza enorme e dai suoi risultati dipenderà il destino dell'Italia per un periodo non breve.
In questo anno di emergenza il Pd è stato l'unica forza politica che ogni giorno ha sostenuto il governo Draghi con responsabilità e lealtà, mentre altri operavano per indebolirlo e destabilizzarlo. Il Pd si è dimostrato affidabile e coerente e se il governo Draghi ha potuto realizzare molto del suo programma lo si deve alla serietà del Pd. Con la stessa serietà chiederemo un voto per garantire un governo che mantenga l'Italia saldamente ancorata all'Europa, che riprenda il cammino di rilancio economico avviato dal governo Draghi, che sostenga le imprese nelle loro attività, che vari le riforme di cui il Paese ha bisogno per rimettersi in piedi, che tuteli il lavoro e la sua dignità, che adotti le misure attese da famiglie e persone che più stanno subendo i colpi della crisi. E che assicuri diritti, giustizia e opportunità in una società in cui ognuno possa realizzare il proprio disegno di vita.
Faremo di questo "Programma per l'Italia" il terreno di confronto e di convergenza con le altre forze politiche che si collocano nel campo progressista e con le tante energie della società italiana, a partire da quelle liste civiche democratiche che nelle elezioni amministrative di sono dimostrate punto di riferimento per una quota significativa di elettrici ed elettori.
Soprattutto ci rivolgeremo a tutti gli italiani: a quelli che hanno guardato con fiducia a noi e al governo Draghi; ma anche a chi vive sentimenti di delusione, a chi guarda con diffidenza alla politica, a chi si è rifugiato nell'astensione. E anche a coloro che si erano affidati in buona fede aI partiti che oggi hanno tradito l'Italia.
A tutti chiederemo di essere protagonisti di un grande moto di riscatto dell'Italia, per restituire a ognuno fiducia e speranza.