Una settimana dedicata all'ambiente
Articolo di Patrizia Toia (video).
Settimana di lavori straordinariamente impegnativi quella appena trascorsa, sia nelle commissioni sia in aula, dove si è svolta quella che chiamiamo mini plenaria.
La Settimana è stata in gran parte dedicata al tema dell’ambiente. É stato approvato il fondamentale provvedimento sugli stoccaggi di cui sono stata attivamente protagonista. Entro novembre, in previsione della stagione invernale, ogni Stato Membro dovrà realizzare il riempimento dei propri stoccaggi di gas per almeno l’80%. L’Europa sta cambiando l’intero modello dell’approvvigionamento energetico, dalle energie fossili a quelle rinnovabili.
Entro questa cornice, profondamente perturbata dalla sciagurata guerra lanciata da Mosca all’Ucraina, dobbiamo garantirci la sicurezza nell’immediato anche grazie a provvedimenti tampone come questo, perché non ci si lasci cogliere con le spalle scoperte per gli usi domestici, per la mobilità e per la produzione industriale. Senza per questo cedere di un millimetro sulle grandi strategie di raggio più ampio, con cui ci stiamo impegnando per l’emancipazione dal gas russo, prima, e per la conversione alle rinnovabili, poi. In questo provvedimento molto specifico abbiamo però inserito alcuni punti che rinviano a un disegno più generale e per alcuni sono stata io la proponente. Il primo è quello degli approvvigionamenti comuni, che consentano a un soggetto europeo coordinato e unito di presentarsi “forte” sul mercato. Il secondo è lo stoccaggio condiviso, che permetta ai paesi che non dispongono di spazio sufficiente di stoccare presso paesi vicini e questo e il segno di una Europa solidale. Il terzo è sicuramente lo stoccaggio efficiente, che assecondi i nostri parametri di efficienza energetica. Anche nella specificità di un provvedimento urgente è fondamentale che risuonino quegli stessi principi di unità, solidarietà e sostenibilità che animano la nostra visione più generale dell’Europa del futuro e dell’Unione dell'Energia.
Altro tema cruciale è sicuramente quello dei prezzi, urgenza che non ho dimenticato di sottolineare durante il mio intervento ufficiale in aula. È doveroso, al di la di ogni dubbio, che l’Europa intervenga per calmierare i prezzi, soprattutto in un momento come questo che rischia di trasformare la rincorsa al riempimento degli stoccaggi in un ulteriore e oneroso balzo dei prezzi. Valida è sicuramente la soluzione del Price Cap, un tetto europeo al prezzo del gas così come richiesto con forza dal Presidente Draghi. Dal canto mio ho ribadito la necessità di intervenire attraverso altri due canali. Anzitutto direttamente là dove i prezzi stessi vengono definiti, ovvero sulla piattaforma di Amsterdam che va alleggerita dall’influenza dei soggetti speculatori. Poi attraverso il ricorso agli acquisti comuni, che ci permettano di spuntare prezzi più bassi.
Abbiamo finalmente chiuso il provvedimento sul sistema delle quote di emissione, il famoso ETS. Il suo meccanismo basilare è stato confermato e reso più severo: chi più inquina più paga. Allo stesso tempo abbiamo confermato un sistema di quote gratuite che andasse temporaneamente incontro alle cosiddette imprese energivore, quelle tipologie di manifattura che per loro natura sono costrette a consumare mediamente più delle altre e queste verranno ridotte solo gradualmente man mano il sistema CMAB funzionerà. Varato dunque finalmente anche il CBAM, la tassa alle frontiere che difende le industrie europee dalla concorrenza sleale e dal dumping ambientale dei Paesi terzi.
Posso dirmi soddisfatta di questi via libera che, dopo le tante polemiche e gli attacchi capziosi, mettono a punto strumenti importanti che riescono a coniugare un convinta adesione alla rivoluzione ambientale con la salvaguardia dell’economia, del lavoro e delle imprese.
La Commissione Europea ha stanziato dei contributi a sostegno dei paesi che si trovano a fronteggiare la crisi alimentare innescata dalle conseguenze dell’attacco russo in Ucraina. Il blocco al trasporto delle derrate ha reso ancor più gravosa una situazione già profondamente piegata dalle incertezze della crisi climatica. Crisi che sta facendo sentire la sua morsa anche dentro i confini dell’Unione, con una siccità prolungata che rischia di compromettere la produzione agricola di tante regioni italiane.
Il Parlamento ha approvato ufficialmente la relazione che concede lo status di Paese candidato a Ucraina e Moldavia. Un voto che, lungi dall’avvallare un processo di adesione frettolosa e superficiale, dimostra tutta la volontà di leadership, autorevolezza e inclusione da parte dell’Europa. Un’Unione che, proprio davanti ai tentativi di espansione brutale e aggressiva del totalitarismo russo, si riconosce come baluardo di democrazia, solidarietà e diritto, per tutti i Paesi che, per vocazione e merito, desiderino seguirne il destino. Il via libera resta in attesa del voto del Consiglio, che segnerà il nulla osta da parte dei Capi di Stato dei Paesi dell’Unione.
Settimana di lavori straordinariamente impegnativi quella appena trascorsa, sia nelle commissioni sia in aula, dove si è svolta quella che chiamiamo mini plenaria.
La Settimana è stata in gran parte dedicata al tema dell’ambiente. É stato approvato il fondamentale provvedimento sugli stoccaggi di cui sono stata attivamente protagonista. Entro novembre, in previsione della stagione invernale, ogni Stato Membro dovrà realizzare il riempimento dei propri stoccaggi di gas per almeno l’80%. L’Europa sta cambiando l’intero modello dell’approvvigionamento energetico, dalle energie fossili a quelle rinnovabili.
Entro questa cornice, profondamente perturbata dalla sciagurata guerra lanciata da Mosca all’Ucraina, dobbiamo garantirci la sicurezza nell’immediato anche grazie a provvedimenti tampone come questo, perché non ci si lasci cogliere con le spalle scoperte per gli usi domestici, per la mobilità e per la produzione industriale. Senza per questo cedere di un millimetro sulle grandi strategie di raggio più ampio, con cui ci stiamo impegnando per l’emancipazione dal gas russo, prima, e per la conversione alle rinnovabili, poi. In questo provvedimento molto specifico abbiamo però inserito alcuni punti che rinviano a un disegno più generale e per alcuni sono stata io la proponente. Il primo è quello degli approvvigionamenti comuni, che consentano a un soggetto europeo coordinato e unito di presentarsi “forte” sul mercato. Il secondo è lo stoccaggio condiviso, che permetta ai paesi che non dispongono di spazio sufficiente di stoccare presso paesi vicini e questo e il segno di una Europa solidale. Il terzo è sicuramente lo stoccaggio efficiente, che assecondi i nostri parametri di efficienza energetica. Anche nella specificità di un provvedimento urgente è fondamentale che risuonino quegli stessi principi di unità, solidarietà e sostenibilità che animano la nostra visione più generale dell’Europa del futuro e dell’Unione dell'Energia.
Altro tema cruciale è sicuramente quello dei prezzi, urgenza che non ho dimenticato di sottolineare durante il mio intervento ufficiale in aula. È doveroso, al di la di ogni dubbio, che l’Europa intervenga per calmierare i prezzi, soprattutto in un momento come questo che rischia di trasformare la rincorsa al riempimento degli stoccaggi in un ulteriore e oneroso balzo dei prezzi. Valida è sicuramente la soluzione del Price Cap, un tetto europeo al prezzo del gas così come richiesto con forza dal Presidente Draghi. Dal canto mio ho ribadito la necessità di intervenire attraverso altri due canali. Anzitutto direttamente là dove i prezzi stessi vengono definiti, ovvero sulla piattaforma di Amsterdam che va alleggerita dall’influenza dei soggetti speculatori. Poi attraverso il ricorso agli acquisti comuni, che ci permettano di spuntare prezzi più bassi.
Abbiamo finalmente chiuso il provvedimento sul sistema delle quote di emissione, il famoso ETS. Il suo meccanismo basilare è stato confermato e reso più severo: chi più inquina più paga. Allo stesso tempo abbiamo confermato un sistema di quote gratuite che andasse temporaneamente incontro alle cosiddette imprese energivore, quelle tipologie di manifattura che per loro natura sono costrette a consumare mediamente più delle altre e queste verranno ridotte solo gradualmente man mano il sistema CMAB funzionerà. Varato dunque finalmente anche il CBAM, la tassa alle frontiere che difende le industrie europee dalla concorrenza sleale e dal dumping ambientale dei Paesi terzi.
Posso dirmi soddisfatta di questi via libera che, dopo le tante polemiche e gli attacchi capziosi, mettono a punto strumenti importanti che riescono a coniugare un convinta adesione alla rivoluzione ambientale con la salvaguardia dell’economia, del lavoro e delle imprese.
La Commissione Europea ha stanziato dei contributi a sostegno dei paesi che si trovano a fronteggiare la crisi alimentare innescata dalle conseguenze dell’attacco russo in Ucraina. Il blocco al trasporto delle derrate ha reso ancor più gravosa una situazione già profondamente piegata dalle incertezze della crisi climatica. Crisi che sta facendo sentire la sua morsa anche dentro i confini dell’Unione, con una siccità prolungata che rischia di compromettere la produzione agricola di tante regioni italiane.
Il Parlamento ha approvato ufficialmente la relazione che concede lo status di Paese candidato a Ucraina e Moldavia. Un voto che, lungi dall’avvallare un processo di adesione frettolosa e superficiale, dimostra tutta la volontà di leadership, autorevolezza e inclusione da parte dell’Europa. Un’Unione che, proprio davanti ai tentativi di espansione brutale e aggressiva del totalitarismo russo, si riconosce come baluardo di democrazia, solidarietà e diritto, per tutti i Paesi che, per vocazione e merito, desiderino seguirne il destino. Il via libera resta in attesa del voto del Consiglio, che segnerà il nulla osta da parte dei Capi di Stato dei Paesi dell’Unione.
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