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Unità spinali: una legge importante

Written by Carlo Borghetti.

“Mi ha fatto molto piacere che il presidente Fontana abbia ricordato che il 22 giugno la mia proposta di legge sulle unità spinali sarà affrontata dalla Commissione Sanità del consiglio regionale. Significa che anche la sua Giunta ne ha valutato e capito l’importanza”, commenta soddisfatto Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd e vicepresidente d’Aula, le parole del governatore, stamattina, all’evento organizzato dall’ospedale Niguarda sui ‘Vent’anni di cure, storie e progetti dell’Unità spinale unipolare Niguarda’.
“Soprattutto significa che anche Regione ha compreso che, rispetto a vent’anni fa, sono cambiati parecchi aspetti nella cura e nell’assistenza delle persone politraumatizzate – continua Borghetti –. In particolare, i pazienti hanno bisogno di un servizio post ospedaliero organizzato e capillare, perché è necessario garantire a queste persone una cura costante della loro cronicità”.
Non solo, aggiunge Borghetti: “Vanno aumentati i posti letto perché oggi abbiamo sentito dire chiaramente la dirigenza del Niguarda che rifiuta decine di richieste di ricovero per mancanza di una collocazione in struttura. Invece, per la persona politraumatizzata, con lesioni midollari, si deve garantire il trattamento immediato, completo e definitivo secondo il principio dell’unità di tempo, di luogo e di azione”.
Ecco perché nella legge di cui è proponente e primo firmatario, il vicepresidente scrive che “anche l’Unità spinale, di fronte a un plurilesionato, dovrebbe condividere un’organizzazione di tipo dipartimentale per essere davvero ‘unipolare’. La competenza assistenziale degli operatori deve perciò necessariamente ampliarsi: le conoscenze tecniche, la cultura specifica, che comprendono tutto l’arco del divenire patologico della lesione midollare, devono costituire il bagaglio professionale dell’intera équipe che condivide l’operatività nell’Unità spinale”.
Ma tra le più tangibili criticità del Servizio sociosanitario regionale, vi è proprio la carenza di risorse e di organizzazione dell’offerta dedicata alle persone con lesione midollare, sia ospedaliera che territoriale, fa sapere Borghetti. Ad esempio, “l’obiettivo della fase ospedaliera successivo alla fase di emergenza è garantire una risposta pronta, personale competente e tecnologie diagnostico-terapeutiche adeguate. La complessità del quadro clinico rende necessario inquadrare in modo omogeneo queste situazioni e garantire l’appropriatezza per una corretta assistenza”. Fondamentale, poi, è, appunto, “l’implementazione di una rete di servizi territoriali collegati con le Unità spinali, che provveda alla presa in carico con continuità del paziente cronico, prevedendo percorsi assistenziali e strutture atte a garantire la qualità della vita della persona con lesione al midollo spinale anche in seguito alle dimissioni ospedaliere, in collegamento con le realtà del territorio”.

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