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100 anni dalla nascita di Enrico Berlinguer

Written by Marina Berlinghieri.

Articolo di Marina Berlinghieri.

In occasione dei 100 anni dalla nascita di Enrico Berlinguer, nella Sala a lui dedicata della Camera dei Deputati sono intervenuta in suo ricordo insieme a Gianni Cuperlo e al segretario Enrico Letta:

Care amiche, cari amici, mi fa molto piacere, sostituendo Debora Serracchiani che non può essere presente, prendere parte insieme alla fondazione guidata da Gianni, a questa riflessione su Enrico Berlinguer nel centenario della sua nascita.
Penso possa offrire a tutti noi, non solo un'occasione per ricordare un indiscusso protagonista della storia del nostro Paese, una personalità - lo abbiamo riscontrato di nuovo stamane in aula - rispettata e stimata ben oltre i confini del suo campo politico ma anche un'opportunità di mettere a fuoco alcuni passaggi, alcune scelte, alcune visioni che ne hanno contraddistinto i dodici anni di segreteria a Botteghe Oscure e che possono parlarci anche ora.
Noi oggi non celebriamo una delle figure che compongono il nostro Pantheon ma - ha fatto bene a sottolinearlo stamane Enrico - celebriamo “un grande italiano": la sua esperienza appartiene alla storia collettiva - e migliore - del nostro Paese.
Quando penso a Enrico Berlinguer mi viene sempre, immediatamente, in mente l'articolo 54 della Costituzione quello - lo sapete bene - dove si dice che è nostro compito servire la Repubblica "con disciplina e onore". Disciplina e onore.
Come un tutt’uno: Berlinguer e l'essere a servizio del Paese "con disciplina e onore".
Non è (almeno non è esclusivamente) un rimando alla sua natura, al suo temperamento a quell'austerità e rigore che - rammentava ieri in una bella intervista Luciana Castellina - “caratterizza la sardità”.
Non è lo stile sobrio che ne ha costantemente caratterizzato la vita personale e politica.
Ma credo, sento, che attiene ad un tratto politico alla matrice della sua traiettoria politica.
Era, servire la Repubblica "con disciplina e onore", agire perché la nostra democrazia si completasse arrivando a quell'alternanza che condizioni interne ed internazionali rendevano, in quegli anni difficili e drammatici, impraticabile.
Avere a cuore la democrazia, spingere per il suo completamento era il modo per creare le condizioni di una società più giusta, più capace di progredire aggredendo diseguaglianze e squilibri.
Occuparsi del benessere collettivo.
Quindi si fondevano il rispetto per la cosa pubblica e l'ispirazione alla giustizia, la missione della sinistra.
Ho letto in questi giorni alcune riflessioni che, anche in buona fede, mettevano in guardia dal "santino" Berlinguer, dal cedere ad un racconto diciamo "beatificante" di un leader politico che - come tutti - ha compiuto anche scelte rivelatesi sbagliate e commesso errori.
In realtà credo non si debba fare l'errore opposto.
E non si deve fare perché - e di questo sono convinta - noi, soprattutto noi Democratici, dobbiamo difendere il ruolo ed il peso della politica nella determinazione e nell'organizzazione della società.
Senza la politica - quindi senza il pensiero, la fatica di capire ciò che accade e lo sforzi di indirizzare verso un orizzonte di giustizia e di progresso che sia per tutti e non per pochi - prevalgono altre logiche, interessi, poteri.
Si radicano disparità sociali, generazionali, territoriali, economiche. Si incrostano recinti ai diritti, alle libertà, alle aspirazioni.
E’ la politica che fa la differenza. Tanto più se vissuta con disciplina e onore.
L’avere dei maestri, come Enrico Berlinguer, ci ispira e ci aiuta, ci fa sentire che non siamo soli, che siamo dentro a una Storia, un tracciato che viene prima di noi e che noi abbiamo il dovere di testimoniare e di rendere viva con le nostre scelte e il nostro agire.

Video dell'intervento»

Per seguire l'attività di Marina Berlinghieri: sito web

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