PNRR obiettivo Giustizia
Intervento di Franco Mirabelli alla conferenza stampa organizzata con Dialoghi (video).
Grazie a Dialoghi per averci coinvolto in questa iniziativa.
Grazie al Senatore Luciano D’Alfonso e alla Sottosegretaria alla Giustizia, Anna Macina che garantiscono la presenza del Parlamento e del Governo ai livelli più alti.
Innanzitutto, c’è un tema che riguarda le risorse significative che il PNRR mette a disposizione della Giustizia.
Secondariamente, c’è la cosa che sta producendo di più dal punto di vista delle riforme che necessita il sistema giudiziario italiano: il dato è che il PNRR ci impone di mettere mano alle riforme di giustizia civile, penale, CSM e giustizia tributaria perché giustamente, a fronte di un impegno economico significativo, viene richiesto al nostro Paese di superare i ritardi patologici che ha la Giustizia, che sostanzialmente incidono in maniera molto negativa sulla competitività dell’Italia.
Ciò che non funziona nella Giustizia, come ad esempio i tempi troppo lunghi, gli arretrati molto consistenti in alcune zone del Paese, condizionano anche la vita del Paese.
Il DEF che abbiamo recentemente approvato indica che già le riforme che abbiamo fatto sul processo civile e sul processo penale da sole, funzionando a regime, dovrebbero portare ad un aumento del PIL in media dello 0,7% e lo studio fatto dice che, con un’efficienza piena di questo sistema, potrebbe essere anche superiore all’1% il contributo alla crescita del PIL che potrebbe venire da queste riforme.
Si tratta, dunque, di riforme importanti.
Solidarizzando con la Sottosegretaria Macina, dico che purtroppo si parla molto delle cose quando sono in itinere o quando ci sono polemiche e poi non se ne parla più ma abbiamo già fatto tre riforme importanti, anche se in itinere hanno avuto qualche problema. Io, invece, rivendico che questo Parlamento ha fatto un grande lavoro per rendere più efficiente la Giustizia.
Ci sono poi alcune questioni generali.
Grazie al PNRR oggi abbiamo messo in campo 18mila nuove assunzioni per rafforzare e dare vita a nuovi uffici del processo che possono affiancare i magistrati, liberarli di una serie di adempimenti e, quindi, intervenire per ridurre gli arretrati e velocizzare i tempi.
Altri soldi sono stati stanziati per la digitalizzazione del sistema giudiziario.
La pandemia nella sua catastrofica realtà ci ha consentito di fare anche esperienze positive rispetto all’uso della tecnologia, con interventi da remoto, adempimenti svolti per via telematica e, quindi, l’investimento sul digitale può confermare quelle prassi che si sono avviate e rafforzarle.
Inoltre, c’è anche il significativo investimento per l’edilizia giudiziaria perché c’è anche un tema riguardante il dove lavorano e il come lavorano i magistrati e come questo condiziona l’efficacia del sistema.
Accanto a questo, penso che vada sottolineato che abbiamo già approvato due leggi delega molto importanti. Una legge riguarda il processo civile, in cui si sono fatte scelte che, secondo me, assieme all’ufficio del processo, davvero garantiranno che diventi realtà la possibilità di diminuire del 40% i tempi della giustizia civile, come richiesto dal PNRR.
Si velocizzerà il processo, per esempio evitando che la prima seduta sia inutile ma sia, invece, già una seduta rilevante in cui si cominciano ad affrontare i temi. Inoltre, si incentiva l’utilizzo di tutti gli strumenti che consentono di non andare a processo come la mediazione, il patteggiamento e altre scelte di questo tipo.
C’è anche molto altro, comunque, credo che questa riforma produrrà effetti positivi.
Così come produrrà effetti positivi la riforma del processo penale che abbiamo approvato e che è assurta agli onori della cronaca per la discussione sulla prescrizione. In realtà, quella legge contiene dei principi di giurisprudenza che non solo velocizzano i processi e possono garantire di raggiungere gli obiettivi previsti dal PNRR di ridurre del 25% i tempi ma introducono anche principi di civiltà: con questa riforma, infatti, è molto più chiaro che il carcere non è l’unica ratio per il sistema delle pene ma ci sono anche la messa alla prova, le pene alternative e c’è una discussione molto seria sulla giustizia riparativa.
Il ragionamento diventa, quindi, sul cosa manca.
Dopo un lunghissimo, difficile e importante lavoro, alla Camera dei Deputati si è approvata una legge delega che riguarda la riforma del CSM. Credo che quello sia un buon testo e che vada approvato al più presto anche al Senato: è un punto di equilibrio. Nessuno può pensare di trovare lì dentro esattamente quello che auspicava ma credo che si sia trovato un buon punto di equilibrio e si interviene in maniera intelligente sulle regole del CSM, sull’elezione del CSM, sul funzionamento del CSM e anche su alcune questioni come la separazione delle funzioni e le porte girevoli a cui vengono date risposte, secondo me, razionali e intelligenti.
A questo quadro manca la riforma della giustizia tributaria e, quindi, ben venga l’approfondimento organizzato con Dialoghi.
Nelle previsioni del PNRR la riforma del processo tributario è l’unica che avrà un’incidenza diretta, non è prevista una legge delega.
Su questo punto siamo un po’ in ritardo ma è importante perché la Giustizia tributaria, contrariamente al civile e al penale, è quella in cui gli arretrati e i tempi continuano ad aumentare. Sia sul civile che sul penale, già prima delle riforme, i tempi avevano cominciato a diminuire in nome di buone pratiche che si svolgevano in molte parti del Paese mentre sulla giustizia tributaria occorre agire.
Video dell'intervento»
Video del convegno»
Grazie a Dialoghi per averci coinvolto in questa iniziativa.
Grazie al Senatore Luciano D’Alfonso e alla Sottosegretaria alla Giustizia, Anna Macina che garantiscono la presenza del Parlamento e del Governo ai livelli più alti.
Innanzitutto, c’è un tema che riguarda le risorse significative che il PNRR mette a disposizione della Giustizia.
Secondariamente, c’è la cosa che sta producendo di più dal punto di vista delle riforme che necessita il sistema giudiziario italiano: il dato è che il PNRR ci impone di mettere mano alle riforme di giustizia civile, penale, CSM e giustizia tributaria perché giustamente, a fronte di un impegno economico significativo, viene richiesto al nostro Paese di superare i ritardi patologici che ha la Giustizia, che sostanzialmente incidono in maniera molto negativa sulla competitività dell’Italia.
Ciò che non funziona nella Giustizia, come ad esempio i tempi troppo lunghi, gli arretrati molto consistenti in alcune zone del Paese, condizionano anche la vita del Paese.
Il DEF che abbiamo recentemente approvato indica che già le riforme che abbiamo fatto sul processo civile e sul processo penale da sole, funzionando a regime, dovrebbero portare ad un aumento del PIL in media dello 0,7% e lo studio fatto dice che, con un’efficienza piena di questo sistema, potrebbe essere anche superiore all’1% il contributo alla crescita del PIL che potrebbe venire da queste riforme.
Si tratta, dunque, di riforme importanti.
Solidarizzando con la Sottosegretaria Macina, dico che purtroppo si parla molto delle cose quando sono in itinere o quando ci sono polemiche e poi non se ne parla più ma abbiamo già fatto tre riforme importanti, anche se in itinere hanno avuto qualche problema. Io, invece, rivendico che questo Parlamento ha fatto un grande lavoro per rendere più efficiente la Giustizia.
Ci sono poi alcune questioni generali.
Grazie al PNRR oggi abbiamo messo in campo 18mila nuove assunzioni per rafforzare e dare vita a nuovi uffici del processo che possono affiancare i magistrati, liberarli di una serie di adempimenti e, quindi, intervenire per ridurre gli arretrati e velocizzare i tempi.
Altri soldi sono stati stanziati per la digitalizzazione del sistema giudiziario.
La pandemia nella sua catastrofica realtà ci ha consentito di fare anche esperienze positive rispetto all’uso della tecnologia, con interventi da remoto, adempimenti svolti per via telematica e, quindi, l’investimento sul digitale può confermare quelle prassi che si sono avviate e rafforzarle.
Inoltre, c’è anche il significativo investimento per l’edilizia giudiziaria perché c’è anche un tema riguardante il dove lavorano e il come lavorano i magistrati e come questo condiziona l’efficacia del sistema.
Accanto a questo, penso che vada sottolineato che abbiamo già approvato due leggi delega molto importanti. Una legge riguarda il processo civile, in cui si sono fatte scelte che, secondo me, assieme all’ufficio del processo, davvero garantiranno che diventi realtà la possibilità di diminuire del 40% i tempi della giustizia civile, come richiesto dal PNRR.
Si velocizzerà il processo, per esempio evitando che la prima seduta sia inutile ma sia, invece, già una seduta rilevante in cui si cominciano ad affrontare i temi. Inoltre, si incentiva l’utilizzo di tutti gli strumenti che consentono di non andare a processo come la mediazione, il patteggiamento e altre scelte di questo tipo.
C’è anche molto altro, comunque, credo che questa riforma produrrà effetti positivi.
Così come produrrà effetti positivi la riforma del processo penale che abbiamo approvato e che è assurta agli onori della cronaca per la discussione sulla prescrizione. In realtà, quella legge contiene dei principi di giurisprudenza che non solo velocizzano i processi e possono garantire di raggiungere gli obiettivi previsti dal PNRR di ridurre del 25% i tempi ma introducono anche principi di civiltà: con questa riforma, infatti, è molto più chiaro che il carcere non è l’unica ratio per il sistema delle pene ma ci sono anche la messa alla prova, le pene alternative e c’è una discussione molto seria sulla giustizia riparativa.
Il ragionamento diventa, quindi, sul cosa manca.
Dopo un lunghissimo, difficile e importante lavoro, alla Camera dei Deputati si è approvata una legge delega che riguarda la riforma del CSM. Credo che quello sia un buon testo e che vada approvato al più presto anche al Senato: è un punto di equilibrio. Nessuno può pensare di trovare lì dentro esattamente quello che auspicava ma credo che si sia trovato un buon punto di equilibrio e si interviene in maniera intelligente sulle regole del CSM, sull’elezione del CSM, sul funzionamento del CSM e anche su alcune questioni come la separazione delle funzioni e le porte girevoli a cui vengono date risposte, secondo me, razionali e intelligenti.
A questo quadro manca la riforma della giustizia tributaria e, quindi, ben venga l’approfondimento organizzato con Dialoghi.
Nelle previsioni del PNRR la riforma del processo tributario è l’unica che avrà un’incidenza diretta, non è prevista una legge delega.
Su questo punto siamo un po’ in ritardo ma è importante perché la Giustizia tributaria, contrariamente al civile e al penale, è quella in cui gli arretrati e i tempi continuano ad aumentare. Sia sul civile che sul penale, già prima delle riforme, i tempi avevano cominciato a diminuire in nome di buone pratiche che si svolgevano in molte parti del Paese mentre sulla giustizia tributaria occorre agire.
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