Aggiornamento da Bruxelles
Intervento di Patrizia Toia (video).
Un saluto a tutte e a tutti da una Bruxelles un po’ rarefatta, come spesso accade quando i lavori delle commissioni parlamentari sono molto specifici e dedicati ai singoli temi.
Voglio cominciare con una bella notizia che mi riguarda personalmente. É finalmente uscito il mio libro “Il futuro dell’Europa è ora” dedicato proprio al tema del futuro dell’Unione Europea. In questo volume ho raccolto scritti di tanti protagonisti della conferenza sul futuro dell’Europa, che ha reso le cittadine e i cittadini europei partecipi del cantiere che sta delineando il cambiamento del nostro continente. Le crisi complesse e sfaccettate che stiamo vivendo, a partire dal dramma della guerra che si consuma ai nostri confini, stanno dimostrando una volta di più quanto sia grande il bisogno di Europa.
Un’Europa della difesa, un’Europa della salute, un’Europa della crescita economica e dell’energia, tanti volti di un’Unione che si impegna a cementare su tutti i fronti la propria identità. Il volume è denso di contributi, a partire da quello di Enrico Letta che ha curato la prefazione, fino a quello di deputati nazionali ed europei e di rappresentanti del mondo dell’Impresa, del sindacato e del Terzo Settore. Invito chiunque di voi sia interessato a contattarmi per ricevere il libro.
Il primo dei temi toccati dai lavori di questa settimana è quello del processo di decarbonizzazione. Come sapete l’obiettivo della neutralità climatica è fissato per il 2050, data entro cui ogni emissione nociva in atmosfera dovrà essere azzerata. Impegno ambizioso quanto imprescindibile, ma che rischia di ridursi ad una manciata di belle parole senza il giusto percorso attuativo. Ecco quindi che abbiamo lavorato su tanti singoli provvedimenti: da quelli contenuti nel Green Deal, alla Climate Law, a tutte le norme contenute nel Fit for 55. Ieri in Commissione Industria, prima dell’approdo in aula, abbiamo approvato diverse norme che, speriamo, andranno ad aggiungersi al quadro di quelle già in essere.
Una riguarda il CBAM, quel meccanismo di adeguamento dell’impronta ecologica alle frontiere che prenderà la forma di una tassa-scudo a protezione dell’industria europea da quei competitor esterni che non rispettano i nostri standard di sostenibilità ambientale. Prendiamo, ad esempio, l’acciaio materia prima che vede sulla piazza diverse realtà produttive non-UE molto carenti sul piano della sostenibilità ecologica. Tutto l’acciaio che viene prodotto al di fuori dei nostri standard e con elevata impronta di carbonio nell’atmosfera verrà tassato quando entrerà in Europa col risultato di indebolire la concorrenza sleale nei confronti dei nostri produttori da parte delle poco virtuose aziende non-UE.
La seconda è il provvedimento, su cui è passato un mio emendamento che mia sta particolarmente a cuore, relativo all’ETS, il sistema di scambio di quote di emissione che richiede ai grandi soggetti emettitori di CO2 il pagamento di una quota compensativa. In questo schema purtroppo si è consentito l’ingresso di operatori finanziari che con le loro manovre, speculative o di investimento che siano, hanno portato a un rialzo del costo delle quote. Nello scetticismo generale ho presentato un emendamento molto duro che prevede l’estromissione di questi operatori e di questi fondi speculativi. Sono contenta di annunciare che è passato, assieme agli emendamenti più “morbidi” presentati da altri gruppi. Spero che prosegua la sua corsa fino in fondo, passando anche in aula. Non si tratta di orgoglio stupido, ma di una convinta ed efficace forma di difesa nei confronti delle bolle speculative che, come ci ha dimostrato il collasso della finanza americana di qualche tempo fa, possono arrecare danni irreparabili.
Un’ultima informazione, su cui torneremo presto, è relativa al Bauhaus. Sì, proprio il grande movimento di rinnovamento dell’architettura e del design nato nella Germania degli anni ’20 e che ha portato a riformulare il rapporto tra uomo e ambiente sotto l’egida della bellezza e del rispetto della sostenibilità. L’Europa, proprio sulla scorta dell’esperienza della scuola storica, ha dato vita ad un Nuovo Bauhaus che collega il Green Deal europeo alla progettazione e della costruzione dei nostri spazi. Tre bandi sono già usciti, invito tutti ad informarsi perché si tratta di un’occasione meravigliosa per mettere in campo un know-how e una creatività che nel nostro paese ha radici salde e vitali.
Video dell’intervento»
Un saluto a tutte e a tutti da una Bruxelles un po’ rarefatta, come spesso accade quando i lavori delle commissioni parlamentari sono molto specifici e dedicati ai singoli temi.
Voglio cominciare con una bella notizia che mi riguarda personalmente. É finalmente uscito il mio libro “Il futuro dell’Europa è ora” dedicato proprio al tema del futuro dell’Unione Europea. In questo volume ho raccolto scritti di tanti protagonisti della conferenza sul futuro dell’Europa, che ha reso le cittadine e i cittadini europei partecipi del cantiere che sta delineando il cambiamento del nostro continente. Le crisi complesse e sfaccettate che stiamo vivendo, a partire dal dramma della guerra che si consuma ai nostri confini, stanno dimostrando una volta di più quanto sia grande il bisogno di Europa.
Un’Europa della difesa, un’Europa della salute, un’Europa della crescita economica e dell’energia, tanti volti di un’Unione che si impegna a cementare su tutti i fronti la propria identità. Il volume è denso di contributi, a partire da quello di Enrico Letta che ha curato la prefazione, fino a quello di deputati nazionali ed europei e di rappresentanti del mondo dell’Impresa, del sindacato e del Terzo Settore. Invito chiunque di voi sia interessato a contattarmi per ricevere il libro.
Il primo dei temi toccati dai lavori di questa settimana è quello del processo di decarbonizzazione. Come sapete l’obiettivo della neutralità climatica è fissato per il 2050, data entro cui ogni emissione nociva in atmosfera dovrà essere azzerata. Impegno ambizioso quanto imprescindibile, ma che rischia di ridursi ad una manciata di belle parole senza il giusto percorso attuativo. Ecco quindi che abbiamo lavorato su tanti singoli provvedimenti: da quelli contenuti nel Green Deal, alla Climate Law, a tutte le norme contenute nel Fit for 55. Ieri in Commissione Industria, prima dell’approdo in aula, abbiamo approvato diverse norme che, speriamo, andranno ad aggiungersi al quadro di quelle già in essere.
Una riguarda il CBAM, quel meccanismo di adeguamento dell’impronta ecologica alle frontiere che prenderà la forma di una tassa-scudo a protezione dell’industria europea da quei competitor esterni che non rispettano i nostri standard di sostenibilità ambientale. Prendiamo, ad esempio, l’acciaio materia prima che vede sulla piazza diverse realtà produttive non-UE molto carenti sul piano della sostenibilità ecologica. Tutto l’acciaio che viene prodotto al di fuori dei nostri standard e con elevata impronta di carbonio nell’atmosfera verrà tassato quando entrerà in Europa col risultato di indebolire la concorrenza sleale nei confronti dei nostri produttori da parte delle poco virtuose aziende non-UE.
La seconda è il provvedimento, su cui è passato un mio emendamento che mia sta particolarmente a cuore, relativo all’ETS, il sistema di scambio di quote di emissione che richiede ai grandi soggetti emettitori di CO2 il pagamento di una quota compensativa. In questo schema purtroppo si è consentito l’ingresso di operatori finanziari che con le loro manovre, speculative o di investimento che siano, hanno portato a un rialzo del costo delle quote. Nello scetticismo generale ho presentato un emendamento molto duro che prevede l’estromissione di questi operatori e di questi fondi speculativi. Sono contenta di annunciare che è passato, assieme agli emendamenti più “morbidi” presentati da altri gruppi. Spero che prosegua la sua corsa fino in fondo, passando anche in aula. Non si tratta di orgoglio stupido, ma di una convinta ed efficace forma di difesa nei confronti delle bolle speculative che, come ci ha dimostrato il collasso della finanza americana di qualche tempo fa, possono arrecare danni irreparabili.
Un’ultima informazione, su cui torneremo presto, è relativa al Bauhaus. Sì, proprio il grande movimento di rinnovamento dell’architettura e del design nato nella Germania degli anni ’20 e che ha portato a riformulare il rapporto tra uomo e ambiente sotto l’egida della bellezza e del rispetto della sostenibilità. L’Europa, proprio sulla scorta dell’esperienza della scuola storica, ha dato vita ad un Nuovo Bauhaus che collega il Green Deal europeo alla progettazione e della costruzione dei nostri spazi. Tre bandi sono già usciti, invito tutti ad informarsi perché si tratta di un’occasione meravigliosa per mettere in campo un know-how e una creatività che nel nostro paese ha radici salde e vitali.
Video dell’intervento»
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