La cultura è uno strumento per avvicinare i popoli
"Quando andarono i generali da Churchill per proporgli di tagliare le spese della cultura per finanziare lo sforzo bellico, Churchill li guardò e rispose con una domanda: 'Allora per cosa combattiamo a fare?'". Usa questo aneddoto il ministro della Cultura Dario Franceschini per ricordare, intervistato da Fabio Fazio a 'Che tempo che fa', che "in questi momenti difficili bisogna pensare anche a costruire il dopo e la cultura è un grande strumento per costruire il dopo ed evitare che si ripetano queste situazioni atroci. L'identità di un paese è data dalle proprie tradizioni, dalla propria cultura materiale e immateriale ed è un grande strumento anche di conoscenza reciproca. La cultura è un grande strumento per avvicinare i popoli e prevenire le guerre".
Il titolare del Collegio Romano spiega che "l'Italia è considerata davvero una superpotenza culturale, siamo riconosciuti non soltanto per il grande patrimonio storico-architettonico che hanno creato le generazioni venute prima di noi ma anche per il presente, per la grande capacità di creazione italiana, nell'architettura, nell'arte, nella musica: è un grande strumento di conoscenza di un paese e di diplomazia culturale". Ma la cultura, ha aggiunto, "porta anche crescita economica soprattutto in un paese come l'Italia, attrae turismo e investimenti, quando si parla d'Italia nel mondo si pensa a questo, il primo pensiero è la bellezza, l'arte e la storia; l'Italia è un grande museo diffuso ed è fondamentale valorizzare la parte meno conosciuta, far diventare attrattori di turismo internazionale anche i luoghi minori".
Parlando del conflitto in Ucraina e delle azioni messe in campo dal nostro Paese a sostegno del patrimonio culturale, per prima cosa Franceschini ricorda la decisione presa dal Consiglio dei Ministri di ricostruire il teatro bombardato di Mariupol ("ci è sembrata una cosa spontanea"), spiegando che "in fondo l'Unesco ci ricorda che i beni culturali sono patrimonio dell'umanità quindi è giusto - se sono dell'umanità - che la comunità internazionale se ne occupi: un paese come l'Italia è il minimo che può fare, una piccola cosa in mezzo ad altre molto più grandi che dovremo fare". Poi, ha aggiunto, "abbiamo fatto un bando 2 milioni di euro per ospitare artisti in Italia e abbiamo deciso in seno al Consiglio d'Europa di programmare un anno europeo della cultura ucraina". E sulla proposta di dichiarare Odessa Patrimonio dell'Umanità Unesco, Franceschini spiega: "Odessa è una città bellissima, fatta in gran parte da architetti italiani, è la città in cui è stata scritta 'O sole mio', c'è quindi un legame fortissimo con l'Italia che va avanti da secoli e si è rafforzato negli ultimi decenni; quindi mi pare il minimo che la si debba sostenere e noi sosterremo la candidatura di Odessa a patrimonio dell'umanità, è anche un modo di dire 'non toccatela'".
Video della trasmissione
Il titolare del Collegio Romano spiega che "l'Italia è considerata davvero una superpotenza culturale, siamo riconosciuti non soltanto per il grande patrimonio storico-architettonico che hanno creato le generazioni venute prima di noi ma anche per il presente, per la grande capacità di creazione italiana, nell'architettura, nell'arte, nella musica: è un grande strumento di conoscenza di un paese e di diplomazia culturale". Ma la cultura, ha aggiunto, "porta anche crescita economica soprattutto in un paese come l'Italia, attrae turismo e investimenti, quando si parla d'Italia nel mondo si pensa a questo, il primo pensiero è la bellezza, l'arte e la storia; l'Italia è un grande museo diffuso ed è fondamentale valorizzare la parte meno conosciuta, far diventare attrattori di turismo internazionale anche i luoghi minori".
Parlando del conflitto in Ucraina e delle azioni messe in campo dal nostro Paese a sostegno del patrimonio culturale, per prima cosa Franceschini ricorda la decisione presa dal Consiglio dei Ministri di ricostruire il teatro bombardato di Mariupol ("ci è sembrata una cosa spontanea"), spiegando che "in fondo l'Unesco ci ricorda che i beni culturali sono patrimonio dell'umanità quindi è giusto - se sono dell'umanità - che la comunità internazionale se ne occupi: un paese come l'Italia è il minimo che può fare, una piccola cosa in mezzo ad altre molto più grandi che dovremo fare". Poi, ha aggiunto, "abbiamo fatto un bando 2 milioni di euro per ospitare artisti in Italia e abbiamo deciso in seno al Consiglio d'Europa di programmare un anno europeo della cultura ucraina". E sulla proposta di dichiarare Odessa Patrimonio dell'Umanità Unesco, Franceschini spiega: "Odessa è una città bellissima, fatta in gran parte da architetti italiani, è la città in cui è stata scritta 'O sole mio', c'è quindi un legame fortissimo con l'Italia che va avanti da secoli e si è rafforzato negli ultimi decenni; quindi mi pare il minimo che la si debba sostenere e noi sosterremo la candidatura di Odessa a patrimonio dell'umanità, è anche un modo di dire 'non toccatela'".
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