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La settimana all'EuroParlamento

Written by Patrizia Toia.

Articolo di Patrizia Toia (video).

Settimana impegnativa e difficilissima quella appena conclusa a Strasburgo con decisioni complicate da prendere.
Sentiamo tutto il peso e la responsabilità di questo momento così duro.
Per questo condividerlo con tutti è importante, ascoltando tutte le voci e dando spazio alle parole di conforto e ai segnali di sostegno che ci raggiungono.
Il tema centrale è la guerra che sta divampando alle nostre porte. Le scene che a cui stiamo assistendo sono così atroci da sembrare incredibili.
Le violenze fanno parte di ogni guerra, è vero, ma anche dentro una guerra deve resistere una qualche forma di rispetto del diritto umanitario. Questo è quanto non sta accadendo in Ucraina. Vediamo colpita la popolazione civile più inerme. Donne, bambini, anziani vengono presi di mira nella maniera più feroce e intollerabile con responsabilità che non potrebbero essere più chiare. La reazione dell’Unione Europea nei confronti di Putin è forte e continuerà ad esserlo. L’obiettivo è colpire Putin nella sua forza aggressiva, indebolirlo con l’intento di trascinarlo al tavolo delle trattative. Priorità che si accompagna alla decisa difesa del popolo ucraino, perché non resti solo a subire questa inaudita violenza.
La Presidente del Parlamento Metsola si è recata a Kiev. Nel fine settimana, finalmente, saranno la' anche la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen e l’Alto Commssario Borrel. Spero che queste presenze, assieme a tutte le altre iniziative intraprese, possano indurre l’aggressore a fermarsi, a concedere un cessate il fuoco, a garantire i corridoi umanitari finora praticamente negati, ad aprirsi finalmente al dialogo.
Il Parlamento è chiamato a dire la sua sulla guerra, chiedendo alla Commissione di incentivare le sanzioni alla Russia e attivare la migliore politica di aiuto alla popolazione residente e di accoglienza a quella rifugiata. Il punto più complicato di queste ultime ore è quello dell’embargo sul gas russo.
Sapete che molti paesi europei importano quote importanti di gas dalla Federazione russa, pari a circa il 40% del totale.
Tra quelli che più dipendono da questa fonte ci sono la Germania e l’Italia. Per questo ogni decisione in tal senso non può avvenire alla leggera, sull’onda di un’impeto emotivo pur nobile che comunque ha implicazioni pratiche importanti.
Serve tutta la consapevolezza del caso, con la coscienza che ci porta inevitabilmente a voler recidere ogni forma di finanziamento, attraverso i nostri acquisti di gas, della politica di guerra di Putin. Un dilemma etico ha accompagnato il voto, alla fine positivo, sulla risoluzione che chiede un embargo completo sulle importazioni russe di gas, petrolio, carbone e combustibile nucleare. Questo è quanto ha chiesto il Parlamento alla Commissione. Non ci resta ora che attendere di vedere quali saranno i termini e i tempi di attuazione.
Su questo tema ho a lungo riflettuto, sono perfettamente consapevole di quanto questa scelta non sia affatto indolore, ma sono convinta che andava fatta. Dovremo essere disposti a plasmare i nostri comportamenti e di farlo in nome della difesa di valori che non sono solo quelli in cui si riconosce la nazione ucraina, ma che sono gli stessi, oggi sotto attacco, di cui si nutre l’idea stessa di Unione Europea.
É innegabile che il problema riguardi non solo le famiglie ma anche la capacità delle nostre imprese che richiedono di avere tutta l’energia necessaria alla ripresa. Per questo bisogna affrettare il ricorso ad approvvigionamenti alternativi, terreno su cui sia l’Italia sia l’Unione Europea si sono già messe in moto aprendosi all’interlocuzione con nuovi paesi fornitori. La scelta politica è stata presa, la strada verso l’indipendenza energetica completa dalla Russia è tracciata.
La vicenda della guerra apre a continui scenari di problematicità. Uno, particolarmente urgente, è quello dell’accoglienza, soprattutto dei bambini. Il dramma dei rifugiati richiede tutta la capacità di monitoraggio e controllo che possiamo mettere in campo. Troppi minori fuggono dalla guerra senza i genitori, talvolta completamente soli. Per loro attraversare il confine comporta il rischio di farsi inghiottire in un limbo che ne cancella le tracce. A tale proposito abbiamo approvato una risoluzione molto importante, i cui dettagli condividerò volentieri, tesa alla salvaguardia dei minori e alla loro protezione da ogni forma di sfruttamento.
Tema su cui siamo tornati in questa sessione è anche il gender pay gap, la ben nota disparità di trattamento salariale tra uomini e donne. Con 403 voti a favore e, incredibilmente, 166 contrari, abbiamo approvato una direttiva per la trasparenza delle retribuzioni che prevede l’abolizione del segreto salariale nelle clausole contrattuali delle aziende con più di 50 dipendenti.
Spazio è stato dato anche all’approvazione del Data Governance Act con cui si punta ad aumentare la condivisione e il riuso dei dati all’interno dell’Unione, proteggendo al contempo il sistema dall’abuso degli operatori non europei. Altro spazio darò infine alla Conferenza sul Futuro dell’Europa, dove continuerò il mio lavoro sui temi della salute.
Porterò in Europa il mio contributo che attinge alla miglior tradizione di politica sanitaria del nostro Paese.
Tutta la testa, il cuore, l’impegno restano incatenati alla situazione terrificante che sta vivendo l’Ucraina. Ci stiamo mobilitando con tutte le nostre forze perché non si abbia a dire che l’Europa, con i suoi attori istituzionali e la sua società civile, non stia facendo il possibile per mettere un freno al dilagare di questa tragedia.

Video dell'intervento

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