Non assecondare scelte contro l’umanità
E’ stato ampiamente dimostrato che il grado di civiltà di una comunità lo si misura dalla capacità di farsi carico dei diversi problemi che in essa emergono e di trovare, attraverso intelligenza e la capacità umana, le migliori soluzioni possibili e valide anche per il prossimo futuro.
Certe affermazioni scriteriate di persone che occupano posti istituzionali, senza aver acquisito il senso di appartenere allo Stato italiano nell’era della globalizzazione e dei mutamenti epocali, stridono con un moderno concetto di civiltà umana; meno ancora se questa fonda le sue radici nella storia del cristianesimo.
Sicuramente tutto il fenomeno migratorio che abbiamo registrato nel decennio scorso, e che ha portato in Italia per necessità di lavoro alcuni milioni di persone, non è stato gestito con lungimiranza e senso di responsabilità per favorire la dovuta integrazione nel contesto sociale italiano.
E’ prevalso il concetto di quote di lavoro ma con i lavoratori sono arrivate le loro famiglie che hanno trovato, oltre al lavoro, soprattutto nell’edilizia che galoppava, alloggio in affitto.
E’ prevalso il concetto di quote di lavoro ma con i lavoratori sono arrivate le loro famiglie che hanno trovato, oltre al lavoro, soprattutto nell’edilizia che galoppava, alloggio in affitto.
Sono numerose le nazionalità di immigrati presenti in Italia e che sommate costituiscono oltre il dieci per cento della popolazione residente. Principalmente abbiamo albanesi, marocchini e rumeni che hanno lasciato il loro Paese unicamente con l’obbiettivo di migliorare il tenore di vita.
Ben diversa è la condizione del profughi che ora pervengono dalle zone martoriate da guerre civili in varie parti dell’Africa. Per queste persone - perché di persone si tratta e non di clandestini come qualche rozzo politico li vuol definire - deve prevalere il diritto umanitario rispetto ad ogni altro calcolo di merito.
Certamente siamo di fronte a problematiche complesse, che richiedono piena lucidità e ragionevolezza da parte dei responsabili politici, oltre che la massima collaborazione e coesione sociale dei cittadini da favorire a cura dell’associazionismo e dei corpi intermedi, che costituiscono l’ossatura di ogni comunità.
Anche in questo momento difficile, e per alcuni versi drammatico, insieme a quanti sono già impegnati in prima linea perché si affermi ovunque legalità e giustizia, il popolo italiano dovrà dimostrare la sua capacità di risposta civile, nel rispetto della dignità di ogni persona, ad un problema umanitario che chiama in causa ed interpella la coscienza di ciascuno.