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Notizie da Strasburgo

Written by Patrizia Toia.

Articolo di Patrizia Toia (video).

Buongiorno a tutte e a tutti, sono ancora a Bruxelles dove un’altra drammatica settimana è al giunta termine. Una seconda settimana che vede il popolo ucraino colpito da un’aggressione ingiustificata e ingiustificabile, di sconvolgente e continuativa ferocia. L’Europa sta dando una risposta forte e unita, frutto della coesione di tutti gli stati membri. Sono tre i pacchetti di sanzioni che sono stati emanati, compresi quelli di natura finanziaria, in grado di colpire pesantemente l’economia russa e dunque di minare l’aggressività del suo Presidente.
Ci troviamo in momento cruciale nel mantenere un collegamento con la società ucraina e i suoi rappresentanti. Martedì ci siamo riuniti in Parlamento per una seduta plenaria a dir poco toccante, che ha visto l’intervento del Presidente ucraino Zelensky. Zelensky ha dichiarato tutta l’adesione del suo paese ai valori europei di democrazia e di libertà, chiedendo all’Europa di dar prova di vicinanza all’Ucraina. E l’Europa c’è al fianco del popolo ucraino.
Nelle risoluzioni che abbiamo approvato ci sono punti molto importanti: l’assistenza umanitaria, l’assistenza finanziaria e anche, per la prima volta nella storia dell’Unione, quella militare. É straordinariamente doloroso ammettere la necessità di un sostegno militare, soprattutto da parte di chi crede che quella delle armi non è mai la strada per la risoluzione dei conflitti. Qui si tratta però di andare in soccorso di una popolazione inerme che con incredibile coraggio e spesso armata del solo corpo sta lottando per la sopravvivenza e per la difesa del proprio paese. Seppur accompagnandolo da molte e profonde riflessioni, che è assolutamente doveroso fare, questo è un onere da cui non possiamo sottrarci. La risoluzione invita anche le istituzioni europee a concedere all’Ucraina lo status di candidato all’ingresso nell’Unione. Il processo non può essere immediato ma può inaugurare il percorso di avvicinamento del paese all’Europa con un progressivo rafforzamento reciproco delle nostre relazioni a livello istituzionale. Il cammino comincia da qui, da questo passo cruciale. Non possiamo e non dobbiamo in ogni caso tralasciare l’impegno per la prosecuzione della via diplomatica, che parta da un cessate il fuoco fino a tentare una risposta definitiva alla crisi. Nel frattempo le parole d’ordine restano soccorso e solidarietà. Ben se ne stanno rendendo conto i paesi vicini, soprattutto Polonia e Ungheria, che si trovano a dover fronteggiare per prime l’emergenza umanitaria. L’augurio è che questa esperienza drammatica insegni loro il valore universale della solidarietà, anche verso coloro cui è stata finora negata.
Vorrei toccare brevemente altri due punti. Il primo riguarda il gas, strettamente connesso all’attuale congiuntura geopolitica. Come sapete la dipendenza dalla Russia è ancora molto forte. Nonostante questo canale di approvvigionamento rimanga aperto, uscire da questa dipendenza è fondamentale. Questo è possibile solo cambiando l’intero modello di produzione energetica che deve virare in maniera netta e irreversibile verso le rinnovabili. Nel frattempo è necessario diversificare l’approvvigionamento di gas dividendolo tra più paesi fornitori, come l’Algeria e gli altri paesi nordafricani. Da Relatrice per il mio Gruppo per il nuovo regolamento sul mercato dei gas naturali e rinnovabili e dell’idrogeno, questo è un tema che ho in agenda continuamente. Come ho avuto modo di scrivere sull’Avvenire nell’articolo uscito ieri, è necessario porci un problema molto scomodo, da cui non possiamo svicolare. Fino a quando siamo disposti a importare gas e petrolio inviando in Russia miliardi di euro? Fino a quando rifiuteremo di affrontare la necessità di ripensare anche le nostre ”abitudini e comodità”? Questo dilemma esige quel cambio che non è solo dell'offerta ma anche della domanda. É necessario costruire in noi cittadini una coscienza nuova che ci insegni a pagare il giusto prezzo per cose, come la democrazia, che superano in valore ogni altro vantaggio materiale.
Tra tante difficoltà ecco anche una buona notizia. Il nostro Paese ha finalmente ricevuto la prima tranche, pari a 21 miliardi di euro, del PNRR che l’Italia ha portato in Europa per corrispondere al piano Next Generation EU. Arriveranno, quindi, le tanto agognate risorse e arriveranno meritatamente, grazie ai buoni progetti presentati da Governo, Maggioranza e forze parlamentari. Ci aspetta ora tutta la fase di implementazione, con gli enti locali che vanno supportati con tutti i mezzi per superare le numerose difficoltà.
Mi preme chiudere riservando qualche parola alla straordinaria prova di solidarietà che l’Italia sta esprimendo a livello di società civile, penso ad esempio all’azione di Caritas, della Comunità di Sant’Egidio e delle istituzioni locali come il Comune di Milano. Sono al lavoro con tutti i mezzi per lenire una situazione che attende con urgenza l’istituzione e il mantenimento di corridoi umanitari. Intanto l'Europa ha deciso all'unanimità di concedere accoglienza piena ai rifugiati.

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