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L'Italia preme sull'Etiopia: Continuare verso la pace

Written by Marina Sereni.

L'Italia vuole sostenere i segnali di pace giunti dall'Etiopia e rilanciare i progetti di cooperazione in un Paese ulteriormente impoverito da guerra e siccità. Marina Sereni, viceministro degli Esteri, in una intervista ad Avvenire, traccia un bilancio dei tre giorni ad Addis Abeba nella prima visita ufficiale di un esponente governativo italiano dopo lo scoppio del conflitto in Tigrai 16 mesi fa. "Il governo federale ha deciso di fermarsi e di non avanzare in Tigrai; poi ha liberato alcuni prigionieri politici del fronte popolare di liberazione tigrino (Tplf) e del fronte di liberazione oromo (Olf), quindi ha concluso lo stato di emergenza e costituito la commissione nazionale per il dialogo e la riconciliazione nel quale, però, non c'è ancora il Tplf. Abbiamo detto alle autorità etiopi che vogliamo incoraggiare il dialogo nazionale inclusivo, che non è scontato perché ci sono ancora scontri e non tutti gli attori stanno partecipando. Ora vanno aumentate le possibilità di accesso degli aiuti umanitari alle aree colpite dalla guerra".
E si stanno sbloccando gli aiuti dopo circa nove mesi di stop e milioni di persone alla fame... "Sono ripresi e aumentati i voli umanitari dell'Onu e della Croce rossa internazionale per Macallè, ma non è ancora sufficiente a coprire il grande fabbisogno perché da qui non è possibile raggiungere tutte le aree colpite in Tigrai e nelle regioni Afar e Amhara. Stiamo spingendo le parti a creare un corridoio di terra". A che punto sono i progetti della cooperazione italiana? "Ne abbiamo in corso più di 60 in agricoltura, educazione e sanità. Ho incontrato diverse organizzazioni della società civile italiana che non sono mai andate via. Abbiamo sbloccato alcuni progetti per lo sviluppo e l'occupazione delle fasce deboli finanziati dalla cooperazione. Abbiamo visitato i salesiani, che abbiamo aiutato quando sono stati arrestati lo scorso novembre e i cui progetti sono giù autosufficienti. Ora vogliamo sostenere anche le popolazioni dell'Oromia e della regione dei Somali colpite dalla siccità peggiore degli ultimi 40 anni".

Intervista di Avvenire»

Per seguire l'attività di Marina Sereni: sito web

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