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La settimana a Bruxelles

Written by Patrizia Toia.

Videomessaggio di Patrizia Toia.

Settimana tutta dedicata alle commissioni parlamentari quella appena trascorsa.
I temi dell’energia hanno tenuto banco durante la Commissione Industria, Ricerca ed Energia di martedì dove sono stata nominata dal mio gruppo relatrice ombra per il regolamento sul mercato dei gas naturali e delle fonti rinnovabili e dell'idrogeno, tema che, come sapete, non potrebbe essere più caldo. L’Europa sta compiendo azioni che puntano al medio termine lasciando gli interventi immediati, come il contributo per la riduzione delle bollette, nelle mani dei singoli stati membri. Azioni, quelle dell’Europa, necessarie a prepararci a sostenere nel modo migliore, e con un mix di fonti vecchie e nuove, tutte le richieste energetiche che provengono dai diversi settori, da quello produttivo ai trasporti fino all'edilizia.
Il regolamento di cui mi occuperò intensamente da qui ai prossimi mesi mirerà a sostenere la transizione energetica nelle sue fasi cruciali e a superare la difficile congiuntura internazionale sfociata nel caro bollette. L’obiettivo primario è quello di alleggerire il costo di questa transizione sulle famiglie e sulle imprese, in particolare quelle più vulnerabili, mettendole al riparo da una crisi che rischia di farsi drammatica e di vanificare la crescita post covid
La Commissione inoltre ha finalmente varato un piano per la ricerca e per lo sviluppo industriale nel settore strategico dei microchip. La produzione dei “cervelli” elettronici che alimentano le nostre vite digitali proviene dai pochissimi colossi del settore concentrati in Asia, a Taiwan e in Corea del Sud in particolare. Produzione e fornitura si trovano oggi ad attraversare una crisi profonda proprio nel momento in cui la domanda ha raggiunto il picco. É impossibile immaginare quella svolta generazionale verso la digitalizzazione e la sostenibilità, col rilancio di tutti i settori coinvolti, con una dipendenza così limitante dai semiconduttori asiatici. É un bene che l’Europa si concentri su questi fattori chiave investendo in direzione di una sovranità produttiva e per questo obiettivo prevede di convogliare 43 miliardi di euro.
Vorrei, in ultimo, parlarvi di Africa cui il Socialists and Democrats Group in the European Parliament ha dedicato questa settimana il ciclo di incontri Whith Africa inanellando tante discussioni su temi che troveranno spazio sui miei canali social. Cito l’Africa anche per il viaggio della Presidente Von Der Leyen in Senegal dove ha visitato l’istituto Pasteur di Dakar, uno dei maggiori centri di ricerca medica e farmaceutica del Continente. Grazie all’iniziativa dell’Europa, che è riuscita a coinvolgere uno dei principali giganti del settore, l’istituto ha visto finalmente sorgere un polo di produzione di vaccini anti-Covid in grado di ridurre la dipendenza dei paesi africani dalle importazioni, che sfiorano il 99%.
Ho fatto del tema della diffusione dei vaccini nei paesi poveri una battaglia cruciale, che vede ancora sforzi insufficienti per la sua attuazione. Una battaglia che risuona in questi giorni anche sul Corriere della Sera attraverso l’appello di Massimo Florio e Giuseppe Remuzzi. Solo il 10% della popolazione dei paesi a basso reddito ha ricevuto almeno una dose di vaccino. I dati sulla diffusione della pandemia scarseggiano mentre il virus resta libero di diffondersi nella popolazione. Questo crea le condizioni ideali per l’affermazione di nuove varianti potenzialmente pericolose e in grado di diffondersi su scala globale. Favorire l’indipendenza farmaceutica di questi paesi e il diritto alla vaccinazione di tutta la popolazione non risolve soltanto un nodo di giustizia sociale, ma si traduce in un investimento vantaggioso per tutti, Europa compresa. Quello di Dakar è un buon esempio che deve moltiplicarsi, nella piena consapevolezza che finché tutti non sono sicuri nessuno è al sicuro.

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