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La settimana a Strasburgo all'EuroParlamento

Written by Patrizia Toia.

Videomessaggio di Patrizia Toia.

Rieccoci con l’aggiornamento sulla mia attività parlamentare della settimana. Anche questa ricca di temi.
Voglio proprio partire dal Parlamento per ricordare un evento di grande importanza, completamente dedicato alle donne afgane. Le avevamo candidate, purtroppo senza successo, al Premio Sakharov, il massimo riconoscimento tributato a chi abbia dedicato la propria vita alla difesa dei diritti umani. Le abbiamo quindi onorate, alla presenza delle massime autorità dell’Unione, con una due giorni ricca di riflessioni e dibattiti in cui è stata data voce a molte testimonianze di donne afgane espatriate.
É stata un’occasione fondamentale per ribadire il nostro impegno nei confronti della popolazione afgana e in particolare di quella più vulnerabile, come quella femminile, che il colpo di stato talebano ha gettato nuovamente oltre la cortina di un oscuro medioevo. Succede che l’attenzione verso queste realtà tragiche, pensiamo anche al Myanmar, scivoli troppo in fretta nella dimenticanza. Vorremmo che occasioni come questa, attraverso i volti e i racconti delle vittime, servano a mantenere alto il livello di impegno di tutte le istituzioni.
Restando con un piede al di fuori dell’Europa, è ripreso e durerà tutta la prossima settimana il ciclo di incontri With Africa organizzato dal Gruppo Socialisti e Democratici che si può seguire attraverso i canali del Gruppo. Ancora una volta i riflettori puntano sull’intricato e contraddittorio puzzle africano dove, gomito a gomito, convivono vecchie tragedie assieme agli impulsi di una società civile in vivace evoluzione. Penso, ad esempio, al dinamismo delle realtà femminili che cominciano a farsi strada in tanti ambiti, dall’agricoltura all’imprenditoria, dall’educazione alla scienza. Grazie ad iniziative come questa possiamo imparare a osservare l’Africa con uno sguardo nuovo, memori dell’impegno, preso anche da Macron a nome del Consiglio, di costruire con i paesi africani un new deal che ci consenta di lavorare assieme in nome di una crescita comune.
Ho infine dedicato una parte della settimana ai temi dell’energia campo che, come ben sapete, mi vede molto coinvolta. Parlare di energia oggi vuol dire tante cose. Significa prepararci ad affrontare, in un domani non troppo lontano, la rivoluzione dell’intero sistema energetico alla luce di una transizione definitiva verso il rinnovabile. Ma significa anche prepararci ad affrontare l’oggi, dominato da una crisi energetica con pochi precedenti. Il problema dei costi sempre più alti dell’energia si ripercuote come in un domino dal comporto produttivo alle famiglie, con un rialzo generale dei prezzi che non risparmia nessuno. Le risposte che proponiamo, non mi stancherò mai di ripeterlo, sono l’unica via di uscita: acquisti comunitari per spuntare prezzi migliori e stoccaggi europei per sopperire alle carenze dei singoli stati. Non ultima arriva una novità di cui sentiremo spesso parlare, la Cbam. Si tratta di una carbon tax “alle frontiere” concepita per proteggere l’industria europea in fase di decarbonizzazione da quei competitor esterni che non rispettano i nostri rigidissimi e ambiziosi obiettivi climatici. L’imposta andrebbe ad applicarsi a tutti quei prodotti che la UE importa da quei paesi che non si adeguano ai nostri standard di tutela ambientale, e che possono permettersi di vendere a basso costo solo grazie al peso devastante che hanno sull’ambiente, perpetrando, per giunta, una concorrenza sleale a danno della nostra industria. È sicuramente un dispositivo delicato e da mettere a punto, ma sono convinta che possa aiutare ad innescare quei circoli virtuosi su scala globale senza cui una reale transizione ecologica è impossibile. Una battaglia che l’Europa conduce in prima linea e di cui si fa orgogliosamente portabandiera nel resto del mondo.
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