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L'elezione del Presidente della Repubblica

Written by Franco Mirabelli.

Intervento di Franco Mirabelli al Circolo PD Prato-Bicocca.

La novità che speravamo di non dover fronteggiare in questo modo è la decisione del centrodestra di candidare Silvio Berlusconi che, evidentemente, per noi è una proposta irricevibile per tante ragioni. Quella di Berlusconi, infatti, è una candidatura divisiva ma è anche irricevibile per la storia del personaggio. Il Presidente della Repubblica è il capo del CSM e il rapporto di Berlusconi con la magistratura, al di là delle vicende legate ai suoi processi, non consente neanche di immaginare una cosa di questo genere.
È evidente, però, che la candidatura di Berlusconi è una proposta di parte e, quindi, è il contrario di quello che si deve fare e dell’impegno che anche Salvini aveva preso, raccontando in giro che avrebbe convocato i leader dei partiti per cercare una candidatura condivisa.
La candidatura di Berlusconi mette molto in difficoltà la Lega e Fratelli d’Italia, inoltre apre ad una serie di incognite perché la forzatura che ha fatto lo stesso Berlusconi per pretendere di essere il candidato genererà delle conseguenze all’interno del centrodestra quando succederà che quella candidatura cadrà al momento del voto o prima del voto.
Il margine che si è tenuto il centrodestra è quello di una verifica dei numeri prima di ufficializzare una candidatura. Questo, però, dobbiamo dirlo con grande chiarezza, introduce nella vicenda due elementi assolutamente inediti e negativi.
Innanzitutto, così facendo, la Presidenza della Repubblica diventa una carica a cui ci si candida e, quindi, diversa da una ricerca di una candidatura che rappresenti il Paese, poi si fa la campagna elettorale, cercando i voti a uno a uno e si tenta di rendere i voti identificabili, con mezzucci che ora il Presidente della Camera dei Deputati cercherà di impedire, leggendo solo il cognome del candidato.
Rimane il fatto che approcciarsi ad una carica come quella del Capo dello Stato con il controllo dei voti è evidente che apre una ferita rispetto al ruolo e all’importanza del ruolo che ha il Presidente della Repubblica.
Tutto questo si sta cercando di sventarlo, come sarà sventato il tentativo di passare sopra a tutte le regole che riguardano la tutela della salute e il covid per evitare che dalla quarta votazione manchino i voti che, nella testa di qualcuno, possono essere decisivi.
Credo, dunque, che andremo all’elezione del Presidente della Repubblica con le stesse regole di sempre e alcune accortezze in più, visto ciò che si sta profilando.
Credo che, comunque, oltre a dire che la candidatura di Berlusconi da parte del centrodestra sia sbagliata, perché quella figura oltre ad essere divisiva per noi non è ricevibile, dobbiamo anche dire che il modo stesso in cui si sta banalizzando l’elezione del Presidente della Repubblica ci preoccupa.
Personalmente, sono rimasto molto colpito dal fatto che pubblicamente un detenuto scriva una lettera aperta ad un pregiudicato per spiegargli come bisogna fare per eleggere Berlusconi.
È evidente che tutto questo crea un clima in cui il rapporto tra i cittadini e la politica, che è già complicato, rischia di essere ulteriormente colpito, perché è evidente che se passa questo spettacolo non aiuta a riavvicinare i cittadini alle istituzioni e, al momento, la Presidenza della Repubblica è l’unica istituzione in cui fino ad ora si è sentito rappresentato tutto il Paese.

Nei giorni scorsi si è svolta la Direzione Nazionale del PD, in cui il Segretario ha fatto una proposta che è stata accolta all’unanimità e sulla base della quale è stato dato mandato a lui e alle due capegruppo di aprire le trattative. Ovviamente non abbiamo fatto nomi e non ne faremo.
Si è fatto un ragionamento sull’inopportunità della proposta fatta dal centrodestra, di fronte alla quale abbiamo però rilanciato la proposta di un patto per il Quirinale tra tutte le forze politiche per convergere sulla ricerca di una figura autorevole, di alto livello, da cui tutti possano sentirsi rappresentati, dunque non un leader politico o di partito ma una figura che possa svolgere quella funzione di garanzia che è propria di un Presidente della Repubblica.
A questa nostra proposta ha aderito tutto il centrosinistra ma anche nell’area del centrodestra sono venute avanti voci che insistono per la ricerca di un confronto che, evidentemente, diventa più difficile finché resta in campo la candidatura di Berlusconi.
È evidente che le scelte che si faranno sulla vicenda del Presidente della Repubblica condizioneranno anche il futuro del Governo e della Legislatura.
In generale, tutti concordano sulla necessità di mantenere un’alleanza larga perché l’emergenza non è finita e ci sono da affrontare una serie di nodi riguardanti il PNRR, inoltre, nei prossimi mesi a causa dell’inflazione, dell’aumento delle bollette e di possibili crisi aziendali, si rischia anche di dover far fronte ad una crisi sociale significativa. È evidente, però, che se questa maggioranza si sfascia sull’elezione del Presidente della Repubblica, con una parte che sceglie una linea così divisiva, come appare la proposta di Berlusconi, diventa complicato pensare che il giorno dopo ci sia ancora la stessa maggioranza di Governo.
Inoltre, penso che dobbiamo valutare attentamente l’opzione Draghi.
Draghi non va escluso dalle candidature alla Presidenza della Repubblica ma dobbiamo sapere che senza Draghi a capo del Governo non si sa se un altro Governo con questa maggioranza può avere la capacità di funzionare e affrontare i temi significativi che abbiamo di fronte.
Ci sono una serie di temi che vanno ancora sviluppati.
In Direzione ci sono state sfumature diverse.
Adesso, però, penso che non sia il momento di fare dei nomi.
Non so cosa succederà nelle prime tre votazioni. Sono votazioni in cui, per eleggere il Presidente della Repubblica, serve la maggioranza dei 2/3. Credo, quindi, che in quel contesto non si ponga il tema di avanzare eventuali nomi, a meno che Berlusconi non si ritiri prima e i partiti trovino la possibilità di convergere tutti su una candidatura condivisa.
Immagino, quindi, che le prime tre votazioni vadano e vuoto e che voteremo scheda bianca.
Alla quarta votazione, soprattutto nel caso resti in campo Berlusconi, dovremo decidere cosa fare.
L’opzione che non pensiamo sia perseguibile è di non partecipare al voto, perché credo che sia sbagliata, che sia un segno di debolezza e anche di sfiducia verso i gruppi parlamentari, perché partirebbe dall’idea che vogliamo evitare incidenti.
Le altre due opzioni sono o la scheda bianca o avanzare una candidatura o del PD o del centrosinistra, sapendo che questa decisione va valutata attentamente dato che ora stiamo dicendo che il centrodestra ha sbagliato a mettere in campo una candidatura di parte e, quindi, bisognerebbe evitare di consentir loro di dire che facciamo la stessa cosa.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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