Il futuro dell'aeroporto di Bresso
Dopo l'atterraggio un sabato pomeriggio di un velivolo grande e rumorosissimo all'aeroporto di civile di Bresso, mentre il Parco Nord era vissuto da migliaia di persone, è stato giustamente lanciato un più che giustificato allarme. Quell'aereo trasportava nove passeggeri con i relativi bagagli. Quel l'atterraggio ci ha preoccupato, per la sproporzione tra le dimensioni dell'aeroplano e la piccola pista ma, soprattutto, perché c'era il rischio che quel l'atterraggio fosse il primo di una lunga serie e che il campo volo di Bresso - dopo che abbiamo impedito che diventasse l'Hub di un servizio di trasporto elicotteristico - diventasse meta di un servizio di aerotaxi. Per questo si sono attivati subito i Sindaci dei Comuni del Parco Nord guidati da quello di Bresso, Ugo Vecchiarelli.
E per questo ho subito presentato una interrogazione al Ministero dei Trasporti per sapere se fosse cambiato qualcosa rispetto all'impegno precedentemente assunto da Enac a non aumentare il traffico nell'aeroporto. Ancora ho chiesto al Ministro di valutare se ci siano sufficienti misure di sicurezza per far atterrare a Bresso velivoli di quel tipo e di quelle dimensioni.
E per questo ho subito presentato una interrogazione al Ministero dei Trasporti per sapere se fosse cambiato qualcosa rispetto all'impegno precedentemente assunto da Enac a non aumentare il traffico nell'aeroporto. Ancora ho chiesto al Ministro di valutare se ci siano sufficienti misure di sicurezza per far atterrare a Bresso velivoli di quel tipo e di quelle dimensioni.
Dopo aver depositato l'interrogazione - e in attesa di una risposta - abbiamo approfondito la questione sia incontrando l'Ente Nazionale dell'Aviazione Civile insieme a Vecchiarelli, sia incontrando i dirigenti della Prefettura. I dati raccolti consentono di ricostruire il quadro sia per quello che riguarda l'immediato futuro sia per le questioni che ci consegna questa vicenda per evitare un utilizzo pericoloso e non compatibile con la collocazione del campo volo all'interno del Parco Nord, il cui equilibrio verrebbe sconvolto da una intensificazione di atterraggi e decolli.
Nell'immediato abbiamo verificato essere infondata l'ipotesi circolata secondo cui si sarebbe creato un servizio di aerotaxi in funzione di Expo con scalo a Bresso. Su questo va detto che non solo non ci sono riscontri di questa attività ma, al contrario, proprio in occasione di Expo l'aeroporto sarà chiuso sicuramente per tutto il mese di maggio e, in seguito, riaperto solo se si valuteranno esserci le misure necessarie per garantire la sicurezza del campo volo rispetto a possibili accessi e utilizzi che possano mettere in pericolo lo spazio aereo di Expo.
Inoltre, l'incontro con Enac ha fatto emergere alcuni problemi che vanno affrontati. Non è, e non può essere, in discussione il Protocollo siglato sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri in nessuna sua parte e lo stesso Ente intende rispettarlo e, anzi, rivendica di stare facendo la propria parte sia restituendo al parco una parte dell'attuale sedime aeroportuale che avendo spostato le strutture lontano dal centro abitato.
Resta da chiarire che un aumento del traffico aeroportuale violerebbe la lettera e lo spirito degli accordi e quali misure e controlli si possono ancora assumere in questa direzione.
Per quanto riguarda l'uso della pista di Bresso per aerei di dimensioni maggiori e più inquinanti di quelli che l'utilizzano abitualmente, Enac, rifacendosi alle regole internazionali, assicura che voli come quello di cui abbiamo parlato sono compatibili con la tipologia dell'aeroporto di Bresso anche per quanto riguarda le misure di sicurezza. Detto questo è evidente che ciò non rende comunque accettabili voli che sono incompatibili col contesto del Parco Nord e dell'uso che ne fanno i cittadini. Quindi, quei voli vanno disincentivati. C'è una ragione per cui voli con una decina di passeggeri possono scegliere di atterrare a Bresso e non a Linate o Malpensa dove ci sono servizi migliori e più efficienti e dove atterraggio e decollo sono meno impegnativi. Questa ragione è meramente economica, atterrare a Linate o Malpensa costa 6.000 euro più che a Bresso.
Per questo abbiamo chiesto ad Enac, che gestisce il campo volo nel Parco Nord, di adeguare i costi a quelli degli altri aeroporti disincentivando così decisamente l'utilizzo da parte di aerei diversi dai piccoli piper a cui siamo abituati. Enac si è impegnata ad una riflessione. Ora speriamo che, preparando la risposta alla interrogazione presentata, Enac assuma ufficialmente un orientamento restrittivo sia sul numero di voli sia sulle loro tipologie.
È chiaro che dopo la sospensione di maggio, se l'aeroporto riaprirà insieme associazioni, Comuni e rappresentanze istituzionali dovremo controllare che non vi sia un utilizzo commerciale indebito del campo volo e, verificate le risposte di Enac, decidere quali iniziative assumere in caso siano insoddisfacenti.
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