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Avanti nella direzione giusta

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli al lancio della candidatura di Federico Ferri per il Comune di Milano.

Ringrazio per questa occasione di incontro e ringrazio Federico Ferri, David Gentili e Ilaria Ramoni per il lavoro fatto in questi anni e di cui Ferri è il prossimo staffettista.
È stato un lavoro importante, è stato rivendicato e sono state espresse preoccupazioni.
Grazie a questo, il Partito Democratico di Milano e non solo ha saputo tenere accesi sempre i riflettori sul tema della mafia.
Il gruppo è stato uno stimolo continuo a raccontare che la mafia qui c’era e c’è.
Noi siamo arrivati nell’ultima Relazione della Commissione Parlamentare Antimafia della scorsa legislatura a raccontare che le mafie sono insediate su questi territori e non solo infiltrate o presenze sporadiche e stravaganti. Le mafie ci sono qui ed è giusto dirlo e tenere alta l’attenzione anche sulle inchieste.
Il mondo dell’informazione e della politica hanno tenuto bassa l’attenzione sull’inchiesta della “mensa dei poveri”.
Voglio rivendicare, quindi, la paternità della proposta per cui il controllo delle liste che farà la Commissione Antimafia, dovendo scegliere un Comune non capoluogo sopra i 15.000 abitanti, è stato scelto Varese, proprio perché Varese era il punto in cui si è manifestato quel meccanismo di compravendita di voti e, quindi, era giusto tenere acceso un faro lì.
In tanti abbiamo acceso i riflettori su Expo, anche per le vicende che sono accadute, ma credo che bisogna rivendicare il ruolo avuto nel costruire un protocollo che ha funzionato, per impedire le infiltrazioni delle aziende criminali. Questo va rivendicato di più. È stato creato un meccanismo di controllo di interforze nei cantieri che non solo ha consentito di alzare molto la guardia su Expo ma che è diventato anche uno strumento che poi è stato usato anche successivamente per il Giubileo e dobbiamo chiedere che anche per le Olimpiadi si faccia una cosa di questo tipo.
Credo che Federico Ferri abbia coraggio: ha scelto una strada in salita e credo che vada aiutato molto, perché l’allarme sociale nei confronti delle mafie è basso. La ‘ndrangheta ha scelto di non sparare, ha scelto di non compiere atti eclatanti se non è necessario proprio per tenere basso l’allarme sociale e noi invece abbiamo bisogno di figure che su questo dicano con grande chiarezza alla politica e alle istituzioni che la lotta alla mafia resta una priorità e devono spiegare perché miliardi di euro di provenienza illecita gestiti dalla criminalità organizzata, investiti nei mercati legali, sono un rischio gravissimo per le nostre democrazie.
Non ho dubbi sul fatto che chi si candida per prendere questo testimone non lo fa per interesse personale perché la lotta alle mafie non è un tema che porta voti, però serve ed è importante.
Il tema della lotta alle mafie è da affrontare, da tenere vivo.
Le mafie cambiano continuamente.
È stata citata l’usura.
Oggi ci troviamo a fronteggiare un doppio rischio: da una parte le mafie che quando c’è la crisi prosperano con l’usura, mettendosi al servizio degli imprenditori per poi prendersi le aziende e dall’altra parte le mafie cercano di approfittare del PNRR, della crescita e degli investimenti che si stanno producendo.
C’è, quindi, il tema di mettere in campo strumenti anche nuovi contro il riciclaggio per verificare la provenienza dei finanziamenti e per incrociare le banche dati perché serve accendere un riflettore per verificare le compravendite immobiliari e commerciali, i cambi di destinazione d’uso vedendo quali sono le anomalie. Credo che questo possa aiutare così come può aiutare l’iniziativa da inserire nella riforma della giustizia civile sulle aste giudiziarie presa in questi giorni, volta a costruire una banca dati che contenga tutte le anagrafiche e tutti i conti correnti di chi partecipa alle aste giudiziarie perché anche nella nostra città abbiamo visto che rischiano di essere occasioni per il riciclaggio.
Inoltre, c’è la questione dei beni confiscati.
È chiaro che il tema dei beni confiscati è impegnativo e credo che il Comune di Milano lo abbia affrontato bene anche se non è mai tutto perfetto. Abbiamo la percentuale di beni assegnati su un carico significativo che è molto alto ed è stato fatto tutto nella logica dei beni confiscati come straordinario strumento per consentire la crescita sociale oltre che della legalità nella città.
Un ultimo ringraziamento va poi a David Gentili.
Il tema del controllo delle liste e dell’attenzione alla formazione delle liste elettorali che il Partito Democratico ha messo in campo in questi anni è molto merito del lavoro fatto.
Se oggi abbiamo nello Statuto del PD un articolo, che mi onoro di aver scritto, che dice che nelle liste del PD tutti i candidati devono rispettare i codici deontologici di autoregolamentazione proposti dall’Antimafia è per il fatto che per diversi anni su questo tema dell’attenzione alla formazione delle liste si è fatto molto.
In Lombardia abbiamo vissuto vicende drammatiche e dobbiamo fare qualcosa di più: dobbiamo dire che tutti quelli che stanno in una lista devono essere conosciuti, bisogna conoscerli perché spesso sono state le persone messe in lista all’ultimo momento come riempitivo che hanno comportato più problemi.
Questa è un’altra tensione che il gruppo legalità del PD milanese ha saputo comunicare continuamente e credo che tutto questo riconoscimento vada valorizzato e debba trovare poi anche uno sbocco elettorale. Non basta, infatti, dare riconoscimenti pubblici se poi non c’è concretamente uno sforzo affinché quel testimone passi nelle mani di Federico Ferri.

Video dell’intervento» 

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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