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300 milioni nel Pnrr anti barriere architettoniche; nessun flop Itsart, incentivi ai corpi di ballo degli enti lirici

Written by Dario Franceschini.

Dario FranceschiniInterventi di Dario Franceschini al Question Time in Senato.

Franceschini, 300 milioni nel Pnrr anti barriere architettoniche: "Una quota del 10%, che potrà aumentare, per i siti non statali"
Nell'ambito dei fondi del Pnrr "il ministero ha previsto uno stanziamento da 300 milioni per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi della cultura e il rafforzamento della competenza degli operatori": lo ha spiegato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, rispondendo al question time al Senato a un'interrogazione degli esponenti di Italia Viva Daniela Sbrollini e Davide Faraone. "La presenza delle barriere architettoniche - ha ricordato Franceschini - rappresenta una criticità molto forte nei luoghi della cultura italiani". L'investimento previsto "sarà rivolto in gran parte ai musei e agli istituti statali, ma una quota del 10%, che potrà aumentare, andrà ai siti regionali, provinciali, civici", ha aggiunto.
“Solo il 53% dei musei, monumenti, aree archeologiche e parchi statali ha migliorato le proprie strutture rimuovendo le barriere fisiche e solo il 12% ha superato le criticità collegate alle barriere percettive, culturali e cognitive – ha ricordato Franceschini -. L’investimento del Pnrr è rivolto prioritariamente ai siti culturali statali su tutto il territorio nazionale, mentre una quota del 10% che stiamo discutendo con le Regioni è destinata a musei regionali, provinciali, civici gestiti da enti pubblici o da organizzazioni senza scopo di lucro”. “Con questo intervento – ha spiegato Franceschini - si prevede il superamento delle barriere architettoniche nell’80% dei musei, aree e parchi archeologici e delle barriere senso-percettive nel 50% delle medesime strutture. Tutto questo concorre al superamento delle diseguaglianze e dei divari che impediscono ai cittadini di partecipare alla vita culturale del proprio territorio. Il ministro ha accolto l'invito della senatrice Sbrollini ad adottare iniziative per rimuovere le barriere in tutti i luoghi, pubblici o privati gestiti da enti pubblici o organizzazioni no profit, deputati ad ospitare eventi e servizi culturali, come teatri e cinema: "Ci lavoreremo - ha detto - sia all'interno delle risorse del Pnrr sia con le risorse ordinarie". Franceschini ha parlato anche del sostegno alle bande musicali, "alle quali sono stati riconosciuti i ristori: continueremo a lavorarci, è un settore che merita il più ampio riconoscimento".

Video dell’intervento» 

Bande musicali, Franceschini: Da MiC ristori, il settore merita un ampio riconoscimento
“I decreti ministeriali del 2020-21 hanno riconosciuto ristori a favore delle bande musicali considerando ammissibili, tra gli altri, anche i costi sostenuti per l’acquisto di materiali e strumenti musicali, oltre che spartiti, leggii e divise. E’ una novità e continueremo a lavorarci perché è un settore che merita il più ampio riconoscimento”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, rispondendo nel corso del question time al Senato a un'interrogazione della senatrice Daniela Sbrollini (Iv).

L’intervento integrale del Ministro della Cultura, Dario Franceschini:

L'interrogazione illustrata dalla senatrice Sbrollini pone un tema di grande rilevanza.
Come ha ricordato, in sede di predisposizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, proprio per consentire un accesso più ampio dei cittadini nei luoghi della cultura, il Ministero ha previsto uno stanziamento di 300.000 milioni di euro volti al superamento delle barriere architettoniche senso-percettive, culturali e cognitive, e al rafforzamento delle competenze degli operatori.
La presenza delle barriere architettoniche costituisce infatti ancora una criticità molto forte nei luoghi della cultura italiana, come è stato evidenziato dal rapporto annuale sui musei dell'Istat del dicembre 2019.
Solo il 53 per cento di musei, monumenti, aree archeologiche e parchi statali e non statali ha migliorato le proprie strutture, rimuovendo le barriere fisiche; solo il 12 per cento ha superato le criticità collegate alle barriere percettive, culturali e cognitive.
L'investimento del PNRR è quindi rivolto prioritariamente ai siti culturali statali dislocati su tutto il territorio nazionale, mentre una quota, che si potrà discutere - stiamo discutendo di questo proprio con le Regioni - che nelle indicazioni della scheda è pari al 10 per cento, ma potrà aumentare, è destinata a musei regionali, provinciali e civici, gestiti da enti pubblici o da organizzazioni senza scopo di lucro. Anche attraverso tale intervento si prevede di poter conseguire il superamento delle barriere architettoniche nell'80 per cento dei musei, aree e parchi archeologici e delle barriere senso-percettive nel 50 per cento delle medesime strutture. Questo concorre ovviamente al superamento delle diseguaglianze e dei divari che impediscono a tutti i cittadini di partecipare pienamente alla vita culturale del proprio territorio.
In questo senso raccolgo molto volentieri l'invito della senatrice interrogante, volto a sostenere, attraverso nuove misure, l'abbattimento delle barriere anche in altri luoghi della cultura diversi dai musei. Ci lavoreremo sia con le risorse previste da PNRR che con le risorse ordinarie, perché naturalmente l'esigenza di questo tipo di intervento non finisce con l'utilizzo delle risorse del PNRR. Inoltre, relativamente al sostegno alle bande musicali e alla musica, ricordo che i decreti ministeriali del 2020-2021 hanno riconosciuto ristori in loro favore, considerando ammissibili, tra gli altri, anche i costi sostenuti per l'acquisto di materiali e strumenti musicali, oltre che di spartiti, leggii e divise. Quindi è una novità su cui continueremo a lavorare, perché si tratta di un settore che merita assolutamente il più ampio riconoscimento.


Franceschini, nessun flop di Itsart, la piattaforma crescerà, sono in corso contatti con la Rai per creare forme di collaborazione
"E' veramente un po' strano parlare di fallimento per Itsart a pochi giorni dalla partenza: prima di decretare il flop inviterei ad aspettare, la piattaforma sta crescendo". E' l'analisi del ministro della Cultura, Dario Franceschini, che al question time al Senato ha risposto a un'interrogazione di Fratelli d'Italia sulla piattaforma digitale per la diffusione della cultura italiana partita il 31 maggio. "Itsart finora - ha spiegato Franceschini - ha avuto 400 mila accessi e 35 mila utenti registrati. Invito tutte le istituzioni culturali a mettere a disposizione contenuti. Vedremo dove andrà, è una grande opportunità di promozione della cultura italiana nel mondo". Quanto al coinvolgimento della Rai, "che vende solo contenuti proprio e non realizzati da altri", il ministro ha spiegato "che sono in corso contatti tra la tv pubblica e la società che gestisce la piattaforma per creare forme di collaborazione". Peraltro, ha ribadito, Itsart, "nata da una norma di legge che il Parlamento ha approvato" e partita dall'idea "di colmare provvisoriamente la fase della chiusura e delle riaperture parziali e avere un luogo che potesse offrire eventi culturali dal vivo", è affidata alla gestione di Cassa Depositi e Prestiti "che ha scelto autonomamente un partner privato (Chili, ndr) ed è giusto che la politica non interferisca".

Video dell’intervento» 

L’intervento integrale del Ministro della Cultura, Dario Franceschini:

Come il senatore Ruspandini sa, la piattaforma chiamata Itsart nasce da una norma di legge che il Parlamento ha approvato e che è contenuta nell'articolo 183 del decreto-legge n. 34 del 19 maggio 2020. Parte da un'idea che - come lo stesso senatore ha riconosciuto - ha una sua validità.
Nel periodo della pandemia abbiamo verificato che molte delle attività che non si potevano fare dal vivo sono andate spontaneamente sui siti delle varie istituzioni culturali e dei teatri, avendo un allargamento di pubblico molto forte che ha sostituito temporaneamente la presenza in sala. Su questo si sono innestate anche negli ultimi mesi delle esperienze all'estero di eventi che si sono spostati direttamente live, ma on-line. La scelta nasceva dall'idea di colmare provvisoriamente e transitoriamente la fase sia della chiusura che delle riaperture parziali con le limitazioni numeriche che ancora oggi caratterizzano l'apertura dei teatri e dei cinema; e ciò anche per avere un luogo che possa offrire all'Italia, agli italiani e a tutto il mondo gli spettacoli e gli eventi dal vivo che si svolgono in Italia di vario tipo (musica, teatro, danza e cinema), integrando l'offerta dal vivo, che nessuno pensa di sostituire. Se si chiama spettacolo dal vivo, c'è una ragione; ma è evidente che potremo arrivare a un momento in cui si va a vedere la prima a La Scala il 7 dicembre e, contemporaneamente, dall'altra parte del mondo, acquistando i biglietti a un prezzo inferiore, partecipare a quell'evento, cosa che La Scala ha già anticipato con eventi nelle sale cinematografiche in diretta negli anni passati. È uno strumento tecnologicamente possibile. Da quel momento in poi, come prevedeva la norma, la gestione è stata affidata a Cassa depositi e prestiti, che ha scelto il partner privato e il nome. Ha fatto tutto autonomamente ed è giusto che la politica non interferisca né nella scelta dei contenuti, né negli strumenti a disposizione.
Perché parlare di fallimento? Capisco che ci sono il dibattito politico e una certa fretta della stampa, ma parlare di fallimento e di flop - come ho letto - una settimana dopo la partenza è veramente un po' strano. È chiaro che è un meccanismo che andrà a crescere. I numeri che la società mi ha fornito al momento sono i seguenti: 400.000 accessi alla piattaforma, 35.000 utenti registrati, 120 streaming sui contenuti in catalogo che sono più di 700. Naturalmente è una piattaforma che deve crescere, perché l'invito a tutte le istituzioni culturali è offrire e mettere sulla piattaforma in vendita per avere delle entrate per i loro bilanci, aiutando contemporaneamente gli enti e offrendo un luogo in cui in Italia e dall'estero ci sarà la possibilità di accedere ai contenuti dell'offerta culturale italiana.
Io inviterei - non mi preoccupo più di tanto, perché sono stato anche io all'opposizione - ad aspettare prima di parlare di flop. È un meccanismo che sta crescendo settimana dopo settimana; crescono i numeri dei contenuti inseriti e degli utenti. Vedremo dove andrà. Credo sia un esperimento che sia stato giusto fare e che darà una grande opportunità alla promozione della cultura italiana nel mondo. Non vorrei essere omissivo. Dall'inizio si è cercato di coinvolgere la Rai. Abbiamo ragionato di questo anche in Commissione vigilanza. In queste ore sono in corso contatti tra la RAI e la società che gestisce la piattaforma Itsart per creare forme di collaborazione che la RAI stessa ha ritenuto autonomamente non gestibili in quella forma, perché vende solo contenuti propri e non prodotti da altri.


Franceschini, il Museo Lombroso non chiuderà
Il Museo Lombroso di Torino, finito al centro delle polemiche perché accusato di "razzismo scientifico", "è di proprietà dell'Università di Torino" e in base alla documentazione dell'Icom (International Council of Museums) Italia "rispetta agli standard per rimanere aperto". Lo ha spiegato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, nel suo intervento al question time al Senato. "Non posso chiuderlo, anche se volessi - ha sottolineato - ma se potessi non lo chiuderei, perché il mio compito è aprire musei e non chiuderli". "Oggi giustamente gli studi anatomici di Lombroso sono respinti dagli studiosi - ha ricordato Franceschini, rispondendo a un'interrogazione del senatore del Maie Saverio De Bonis - ma rappresentano un pezzo di storia dello sviluppo dell'antropologia fisica. L'allestimento odierno del museo è studiato in modo da far conoscere il pensiero di Lombroso calato nel periodo in cui visse, dimostrando l'infondatezza dei pregiudizi della fisiognomica, di una parte controversa del pensiero scientifico che collide con l'attuale sensibilità sociale, preservandone dunque la memoria in modo critico".

L’intervento integrale del Ministro della Cultura, Dario Franceschini:

Come ha ricordato il senatore De Bonis - il museo, che è proprietà dell'Università di Torino e non dello Stato, espone collezioni raccolte prevalentemente per gli studi dal medico, criminologo e antropologo Cesare Lombroso dalla seconda metà dell'Ottocento ai primi del Novecento. Si tratta di collezioni eterogenee composte da crani, scheletri, disegni, corpi di reato, produzioni artigianali, eccetera. Dopo diversi sedi, nel 2001 è ospitato nel Palazzo degli istituti anatomici nell'ambito del polo dedicato al positivismo scientifico torinese.
Lombroso è conosciuto per le sue teorie nel contesto della scienza positivista e il suo lavoro, sebbene oggi giustamente respinto dagli studiosi, costituisce un pezzo dello sviluppo dell'antropologia fisica. Il museo intende spiegare il processo che portò Lombroso allo sviluppo delle sue teorie nell'ambito dell'atavismo criminale, evidenziando l'infondatezza dei suoi metodi scientifici. L'allestimento odierno ha come obiettivo non quello che aveva all'origine, ma tutt'altro, ossia far conoscere il pensiero di Lombroso calato nel periodo in cui visse, spiegando le ragioni storiche e culturali e dimostrando l'assoluta infondatezza del pregiudizio fisiognomico - da un lato - e - dall'altro - come la scienza proceda proprio attraverso errori e correzioni. Il ruolo che il museo si propone è dunque quello di spiegare al pubblico una parte controversa del pensiero scientifico, che peraltro collide inevitabilmente con l'attuale sensibilità sociale, preservando la memoria in modo critico.
Ricordo infine che la commissione etica dell'Organizzazione internazionale dei musei (ICOM), interpellata dal Comitato no Lombroso, ha rivisto già in passato tutti i documenti che riguardano il museo di antropologia criminale, condividendo la porzione di ICOM Italia che ha sottolineato come il museo rispetti gli standard scientifici e didattici per rimanere aperto.
Pertanto, la risposta sulla chiusura è negativa. Anche se volessi, io non posso chiudere il museo. Ma, se potessi, non lo farei perché il mio compito è aprire musei e non chiuderli.


Franceschini, possibili incentivi ai corpi ballo degli enti lirici
"A febbraio scorso ciascuna Fondazione lirico sinfonica è stata invitata a formulare una proposta di dotazione organica al fine di trasmetterla ai ministeri vigilanti. Tale proposta deve essere corredata da una relazione che attesti la sostenibilità economico finanziaria e adeguati livelli di produzione e di contratti di lavoro. È evidente che in questo quadro c'è uno spazio che credo dovremmo utilizzare in sede di dibattito sul disegno di legge collegato che ci consentirà di stabilire dei criteri - anche senza andare all'obbligatorietà che è un po' difficile - che prevedano incentivi o sostegni alle Fondazioni che faranno la scelta di avere un corpo di ballo all'interno delle proprie attività. Siamo prontissimi a lavorarci". Lo ha detto il ministro della Cultura, Dario FRANCESCHINI, rispondendo a un question time al Senato. Secondo il ministro "la forza della danza italiana sia un settore su cui investire. Siamo intervenuti sia con misure di urgenza per i lavoratori dello spettacolo nel decreto Sostegni sia con misure di recepimento di un disegno di legge collegato sui temi dello spettacolo che è stato approvato dal Consiglio dei ministri e che ora approderà in Parlamento. Quella è la sede in cui il Parlamento potrà fare queste riflessioni unitamente al governo e che il governo sosterrà".

L’intervento integrale del Ministro della Cultura, Dario Franceschini:

Condivido lo spirito degli interroganti, perché credo davvero nella forza della danza italiana e delle migliaia e migliaia di ragazze e ragazzi che la praticano quotidianamente, considerata la quantità di scuole di ballo e la grandissima tradizione internazionale che è emersa con la recente scomparsa di Carla Fracci. Si tratta di un settore su cui assolutamente bisogna investire. Come sapete, siamo intervenuti sui lavoratori dello spettacolo sia con misure d'urgenza nel decreto-legge sostegni, sia con misure - che avevamo annunciato - di recepimento dell'indicazione di un disegno di legge collegato sui temi dello spettacolo, che è stato approvato dal Consiglio dei ministri e che ora arriverà in approvazione al Parlamento. Quella è la sede propria in cui il Parlamento potrà fare queste riflessioni unitamente al Governo, e il Governo le sosterrà.
In particolare, con specifico riferimento ai corpi di ballo, ricordo che la normativa in materia, attribuendo alle fondazioni lirico-sinfoniche la produzione di spettacolo e anche di balletto, non richiede che questi si avvalgano obbligatoriamente di un proprio corpo di ballo. Questo è rimesso pertanto alla valutazione degli amministratori che, con la crisi economico-finanziaria che ha portato negli ultimi anni al commissariamento di ben dieci teatri e al confronto con le organizzazioni sindacali, devono valutare singolarmente l'opportunità di istituire nuovi corpi di ballo.
In questo senso, nel mese di febbraio scorso, a seguito dell'adozione del decreto interministeriale che prevede lo schema tipo di dotazione organica delle fondazioni lirico-sinfoniche, ciascuna fondazione è stata invitata a formulare una proposta di dotazione organica da trasmettere ai Ministeri vigilanti, previa delibera del consiglio d'indirizzo (ovviamente sentiti i sindacati e le organizzazioni). Tale proposta deve essere corredata da un'apposita documentazione che attesti la sostenibilità economico-finanziaria, adeguati livelli di produzione di proprietà e numero di contratti di lavoro a tempo determinato riguardanti un biennio.
È evidente che, in questo quadro che deve rispettare delle compatibilità finanziarie, c'è uno spazio che credo dovremmo utilizzare in sede di dibattito sul disegno di legge collegato - compreso il tema del nome nelle fondazioni - che peraltro arriverà in prima lettura al Senato. Questo ci consentirà di stabilire dei criteri che, anche senza arrivare alla obbligatorietà - è un po' difficile stabilire l'obbligatorietà del corpo di ballo -, prevedano degli incentivi o dei sostegni alle fondazioni lirico-sinfoniche, e queste ultime faranno la scelta di mantenere un corpo di ballo all'interno delle proprie attività.
Siamo dunque prontissimi a lavorare su questo.
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