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Le riaperture, gli aiuti a chi è in difficoltà, le risorse europee e le riforme

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in tv a 7Gold.

Fatico a capire le polemiche. È evidente che lavoriamo tutti per riaprire il più possibile e al più presto possibile.
Se non avessimo fatto le scelte che abbiamo fatto negli ultimi mesi, dolorose e difficili, rispetto alle chiusure, oggi non saremmo nelle condizioni di riaprire e di discutere se il 15 maggio ci saranno le condizioni per intervenire sul coprifuoco e fare ulteriori aperture, come per altro il Governo all’unanimità aveva deciso di fare.
Mi pare che si stia rispettando un piano di lavoro che il Governo si è dato e che prevedeva che, appunto, a metà maggio ci sarebbe stata una verifica rispetto al coprifuoco.
Oltre a questo c’è anche da affrontare il problema che in questo momento i ristoranti sono aperti soltanto se hanno posti all’esterno.
Dobbiamo, però, farci guidare dalla scienza. Oggi i dati sono buoni e, quindi, ci auguriamo tutti che si possa riaprire il più possibile, sia rispetto al coprifuoco che rispetto alle altre attività che sono ancora ferme.
Se il primo giugno l’andamento positivo dei dati sarà confermato, si apriranno le palestre e altre attività sportive.
Penso, quindi, che dobbiamo continuare a fare il lavoro che stiamo facendo; dobbiamo proseguire con le vaccinazioni e continuare a mantenere una grande prudenza e una grande cautela per non fare errori che sono stati fatti nel passato e che rischiano poi di costringerci in un tempo anche rapido a richiudere qualcosa.
Questa volta lavoriamo con grande attenzione e prudenza; conciliamo vaccinazioni e riaperture e facciamo in modo di creare una situazione per cui non si debba più richiudere.

I dati sui contagi e sui morti sono positivi e questo è frutto dei sacrifici che abbiamo fatto in questi mesi. Abbiamo Paesi molto più grandi del nostro in cui si sono fatte scelte diverse, come in India in cui si era data per finita la pandemia e adesso i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Sono, comunque, Paesi che dovremo aiutare e la proposta di Biden di togliere i brevetti per facilitare la diffusione dei vaccini in tutto il mondo, guarda alla sicurezza e alla salute di tutti, non solo dei cittadini di quei Paesi.
Non so se ci sarà l’immunità di gregge ma penso che, comunque, i vaccini consentiranno la possibilità di fare un’estate tranquilla e di non dover più richiudere.
Oggi sono tanti i vaccini in arrivo.
La scelta dell’Unione Europea di non rinnovare il contratto ad AstraZeneca non è legata alla sicurezza del farmaco, che ormai è assolutamente testata, ma è legata al fatto che l’azienda non ha rispettato i contratti sulle forniture e per un certo periodo l’Europa è rimasta indietro nella campagna vaccinale, essendo mancati i vaccini che AstraZeneca si era impegnata a garantire. Da qui si è aperto un contenzioso legale e da questo deriva la scelta di non rinnovare il contratto. Inoltre, ormai, ci sono anche altre case farmaceutiche che stanno producendo i vaccini.

Credo che sia importante la riapertura delle case di riposo perché gli anziani e i loro familiari hanno sofferto molto in questa fase pandemica: prima la distanza, il non potersi vedere, poi ultimamente il potersi incontrare filtrati da plexiglass. Oggi cambia tutto, la situazione è migliorata: nelle case di riposo sono stati vaccinati sia gli operatori che gli ospiti; siamo nelle condizioni di fare dei tamponi in tempo quasi reale e, quindi, di garantire gli incontri in sicurezza.
Tutto quello che si fa lo si sta ottenendo gradualmente: le aperture di oggi sono possibili perché nei mesi scorsi sono state prese misure anche dolorose.
La battaglia per le riaperture la stiamo facendo tutti: nessuno è così matto da pensare che il futuro di questo Paese possa essere quello di mantenere le chiusure o di ammazzare alcune attività economiche.
Si sono dovute fare delle scelte che oggi stanno producendo dei risultati.
Il problema è come cercare di fare di più di ciò che già stiamo facendo per aiutare le categorie che sono state penalizzate dalle scelte che si era reso necessario fare per poter arrivare oggi ad avere le condizioni per riaprire.

Se la Lega pensa che stiamo riaprendo per merito dei comizi di Salvini, glielo lascio credere.
È evidente a tutti che stiamo riaprendo gradualmente perché ci sono dei dati sulla diffusione del virus che sono cambiati in meglio per le scelte che si sono fatte, in primis dal Ministro Speranza.

Credo che il tema delle vecchie e nuove povertà vada affrontato perché davvero rischiamo che nel Paese le distanze aumentino.
Un tema riguarda sicuramente coloro che hanno perso la possibilità di aprire le proprie attività e che stiamo cercando di aiutare.
Un altro tema riguarda quel 7% di popolazione che, anche prima del Covid, viveva di lavoro sommerso e che durante il lockdown e durante queste fasi in cui la vita delle città è cambiata hanno perso completamente il reddito. Per questo abbiamo messo in campo uno strumento come il reddito di emergenza.
Dobbiamo sapere che c’è anche un grande problema che riguarda le nuove povertà e non si risolverà immediatamente soltanto con la riapertura delle attività economiche ma si tratta di creare lavoro e anche, soprattutto al Sud, per tanti si tratta di essere aiutati dallo Stato.

Il problema della burocrazia esiste e lo abbiamo visto fin dall’inizio della pandemia, quando abbiamo messo in campo risorse consistenti per aiutare, ci siamo scontrati con una Pubblica Amministrazione che va riformata e che fa fatica a far arrivare concretamente i soldi dove devono in tempi rapidi.
La questione del sostegno al reddito per chi non ha lavoro e per persone e famiglie che vivono davvero nell’indigenza è molto seria. Probabilmente si è fatto troppo poco, però, si è fatto.
Rispetto alle pensioni di invalidità, ad esempio, si è scelto di garantire la possibilità ai soggetti che la ricevono di avere comunque accesso al reddito di emergenza, senza che vi sia il cumulo dei due redditi.
Il reddito di emergenza è stato recentemente prorogato.
Il reddito di cittadinanza c’è, potrà anche essere riformato ma in questo momento non si può pensare di metterlo in discussione, in quanto è un’entrata che garantisce un minimo di reddito a chi non ha niente. Ed è stato anche rifinanziato con un ragionamento sul Recovery Plan.
Si sta cercando di fare, quindi.
Ci sono fasce di persone che sono sommerse ed è difficile che vengano in contatto con i servizi sociali e questo ci deve spingere anche ad andare a cercare le persone che devono essere aiutate e non solo aspettare che vengano a chiedere aiuto e questo è un altro punto su cui occorre fare di più.

Ci sono alcune riforme che dovremo fare per forza per poter accedere alle risorse del Recovery Fund.
Questo Governo è nato per garantire all’Italia la possibilità di accedere alle risorse europee che possono davvero consentirci di ripartire e di ricostruire il Paese, superando molti dei problemi patologici che avevamo già da prima. Una delle condizioni che pone l’Europa per avere quei soldi, però, è che si facciano le riforme. Tra le riforme che dobbiamo fare prestissimo ci sono quelle della Giustizia penale, civile, tributaria.
Ci sono anche altri temi al centro delle indicazioni dell’Europa: uno riguarda la necessità di una riforma fiscale progressiva, come dice anche la nostra Costituzione, per cui chi ha di più deve pagare di più e chi ha di meno deve poter pagare meno. La riforma fiscale, però, deve anche prevedere che si intervenga ulteriormente nella lotta all’evasione, perché questo toglie molte risorse al Paese e poi la lotta al lavoro nero. Serve, quindi, una riforma fiscale che tenga conto di questi tre principi: la progressività, la lotta all’evasione, la lotta al lavoro nero. Queste cose insieme possono anche consentire una riduzione della pressione fiscale sulle persone.

Nel primo Governo Conte, il PD non c’era. Nel Governo Conte Bis, il PD c’era orgogliosamente e mi pare che abbiamo dato una mano importante a gestire la pandemia, che ci ha colpiti all’improvviso e a cui nessuno nel mondo era preparato.
Rispetto alla riflessione sul debito pubblico, basta guardare i dati reali delle diverse stagioni del nostro Paese per vedere che quando c’è stato il centrosinistra al Governo il deficit è sempre diminuito, escludendo questa fase particolare in cui giustamente abbiamo dovuto indebitarci per aiutare le persone e le attività economiche che hanno dovuto chiudere, per garantire comunque un reddito ai lavoratori.
Il Paese ha un debito, comunque, enorme che si è formato negli anni ’80 e ’90 e questo produce un pesantissimo onere dal punto di vista del pagamento degli interessi sul debito. Per questo abbiamo lavorato affinché l’Italia avesse un’altra credibilità in Europa e nel mondo. Abbassare lo spread significa pagare meno su quel debito.

È evidente che bisogna attrezzarsi per affrontare la questione degli sbarchi, sapendo che ci sono: nessuno va a dire ai barchini di mettersi in mare per arrivare in Italia, ma semplicemente arrivano, soprattutto dalla Tunisia, dove il tratto di mare che la separa dal nostro Paese è molto breve. Bisogna andare in Tunisia - mi pare che la Ministra degli Interni ci andrà nei prossimi giorni - e chiedere al Governo tunisino di rispettare i patti, controllare le coste e impedire le partenze.
L’Europa deve prendere atto che la frontiera italiana è la frontiera dell’Europa e, dunque, deve agire di conseguenza.
Del tema dell’immigrazione dobbiamo occuparcene a livello europeo: non può essere scaricato soltanto sull’Italia.
Penso che ci sia bisogno di governare il fenomeno migratorio, non di fare propaganda.
Gli immigrati che arrivano sulle nostre coste con mezzi di fortuna ci sono sempre stati, anche quando c’era Salvini Ministro degli Interni e anche quando erano in vigore i “Decreti Sicurezza” che aveva fatto.
Il tema è serio, drammatico, si risolve guardando agli accordi internazionali, responsabilizzando i Paesi da cui le imbarcazioni partono e responsabilizzando l’Europa affinché si faccia carico del problema insieme all’Italia.
La propaganda della Lega secondo cui si sta al Governo insieme ma qualcuno vuole che arrivino i migranti sulle nostre coste e altri no, francamente è una semplificazione che non tiene conto delle reali difficoltà dell’Italia di fronte ad un’immigrazione che aumenterà maggiormente più aumentano le crisi internazionali e le difficoltà dei Paesi più poveri in cui ci sono le dittature.
Per affrontare il problema non abbiamo bisogno di slogan ma di fatti: bene, quindi, la cabina di regia chiesta dalla Ministra degli Interni e tutte le iniziative che si prenderanno in questo senso.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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